SIRAGUSA. -
Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'economia e delle finanze.
- Per sapere - premesso che:
nell'atto di sindacato 5-04479 presentato dall'interrogante si dava conto di vari aspetti concernenti la realizzazione del «nodo ferroviario» di Palermo;
la rivista S-Il Magazine che guarda dentro la cronaca ha pubblicato nel mese di giugno 2011 un articolo dal titolo «Cosa nostra, politici e giudici. Ecco le carte dell'inchiesta che fa tremare la Sicilia»;
nell'articolo si parla dell'inchiesta giudiziaria che «sta svelando gli interessi di Cosa nostra sui lavori che devono cambiare la mobilità a Palermo. Una torta da 623 milioni di euro su cui i boss hanno messo gli occhi. Ci sono tutti i segnali di un quadro sconfortante. Nel quale la mafia condiziona cantieri e impone le ditte per i subappalti e le forniture di materiali. Nel quale i politici raccomandano amici e parenti. Nel quale funzionari dello Stato passano notizie riservate»;
lo schema che emerge è quello tradizionale: una grande opera, appaltata a una grande azienda, possibilmente di respiro europeo, che poi arriva a Palermo e si avvale, in una serie di posti-chiave, di personaggi locali che trattano con le imprese in odor di mafia;
quello che stupisce è che di fronte a quanto sta emergendo non vi sia una reazione né una presa di distanza da parte dei vertici delle Ferrovie che continuano a tenere come direttore dei lavori del passante una persona che, nell'altra veste di presidente dell'autorità portuale, contesta tutte le scelte progettuali relative all'anello ferroviario;
sempre Ferrovie dello Stato continua a sorvolare sulla permanenza nell'incarico di responsabile dei lavori per conto della SIS di un ingegnere che viene pesantemente chiamato in causa negli atti di polizia giudiziaria;
ancora nulla poi è stato fatto per combattere la parentopoli e lo strano intreccio tra controllori e controllati;
ad avviso dell'interrogante, i fatti emersi e richiamati mettono a repentaglio la fattibilità dell'opera, producono, qualunque ne sia l'esito, un grave danno per la città e per l'erario e rappresentano un fenomeno gravissimo e da condannare in tutti i modi, politico e giudiziario, di inquinamento della vita pubblica -:
se alla luce di quanto emerso e riportato in premessa non intenda verificare con urgenza la regolarità delle procedure e la corretta utilizzazione dei fondi statali nonché intervenire, per quanto di sua competenza, presso i vertici di Ferrovie dello Stato per avere chiarezza circa i fatti emersi dall'indagine giudiziaria, a tutela dell'interesse pubblico. (5-05075)