ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/12061

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 478 del 25/05/2011
Trasformazioni
Trasformato il 28/06/2011 in 5/05002
Firmatari
Primo firmatario: PES CATERINA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 25/05/2011
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CALVISI GIULIO PARTITO DEMOCRATICO 27/05/2011
FADDA PAOLO PARTITO DEMOCRATICO 27/05/2011
MARROCU SIRO PARTITO DEMOCRATICO 27/05/2011
MELIS GUIDO PARTITO DEMOCRATICO 27/05/2011
PARISI ARTURO MARIO LUIGI PARTITO DEMOCRATICO 27/05/2011
SCHIRRU AMALIA PARTITO DEMOCRATICO 27/05/2011
SORO ANTONELLO PARTITO DEMOCRATICO 27/05/2011
MURGIA BRUNO POPOLO DELLA LIBERTA' 07/06/2011


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
  • MINISTERO DELLA DIFESA
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 25/05/2011
Stato iter:
28/06/2011
Fasi iter:

ATTO MODIFICATO IL 26/05/2011

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 30/05/2011

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 07/06/2011

TRASFORMA IL 28/06/2011

TRASFORMATO IL 28/06/2011

CONCLUSO IL 28/06/2011

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-12061
presentata da
CATERINA PES
mercoledì 25 maggio 2011, seduta n.478

PES, CALVISI, FADDA, MARROCU, MELIS, ARTURO MARIO LUIGI PARISI, SCHIRRU, SORO e MURGIA. -
Al Ministro dell'interno, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro della difesa, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti.
- Per sapere - premesso che:
si è appreso dalla stampa (articolo pubblicato il 19 maggio 2011 dal quotidiano La Stampa «Occupazioni selvagge, presidi con bandiere, assalti per fermare le ruspe (...) nel centro e sud Italia divampa la protesta di cittadini, sindaci e ambientalisti per bloccare i "radar della discordia") che si stanno verificando in molte aree del Centro e del Sud del Paese proteste popolari aventi lo scopo di bloccare la realizzazione di una potente rete di sensori radar «anti-scafisti» in alcuni degli angoli incontaminati delle più belle coste italiane;
nel mirino sarebbero finite la Sardegna (Capo Pecora a Fluminimaggiore, Capo Sperone a Sant'Antioco, Punta Foghe a Tresnuraghes e Capo Argentiera nel comune di Sassari), la Puglia (Santa Maria di Leuca), la Sicilia (Capo Murro di Porco a Siracusa), la Calabria e la Liguria;
l'installazione avverrebbe per conto della Guardia di finanza, anche per il tramite del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, da parte della società romana Almaviva (già Finsiel) ed i radar (nome in codice EI/M-2226) sarebbero di produzione israeliana (Elta System, controllata dalla compagnia statale Aerospace Industries);
lo scopo dell'intervento sarebbe quello di prevenire l'immigrazione clandestina, il traffico di droga, gli attacchi terroristici, il contrabbando e la pesca illegale; questi radar a micro-onde infatti riuscirebbero a monitorare la superficie del mare a una distanza di 30-40 miglia e ad individuare natanti anche di piccola dimensione;
particolarmente pesante sembrerebbe l'intervento che si sta profilando in Sardegna, dove i siti individuati per la posa dei tralicci e delle parabole sono alcuni dei punti più suggestivi dell'intera costa occidentale: Capo Pecora a Fluminimaggiore, Capo Sperone a Sant'Antioco, Punta Foghe a Tresnuraghes e Capo Argentiera nel comune di Sassari;
in particolare, nel sito di Tresnuraghes (territorio classificato come zona di protezione speciale e come tale sottoposto a rigidi vincoli di natura ambientale per consentire il ripopolamento della fauna selvatica) i lavori sarebbero stati autorizzati dalla regione Sardegna «in deroga» alle norme di tutela;
l'installazione dei radar potrebbe comportare rischi per la salute dei cittadini, oltre che creare delle servitù militari permanenti e aggiuntive che in Sardegna, in particolare, andrebbero ad aggiungersi alle servitù militari già esistenti, le quali hanno prodotto una situazione di profondo squilibrio nella loro distribuzione sul territorio nazionale;
assolutamente insufficienti appaiono al riguardo le rassicurazioni del direttore generale di Almaviva, dottor Antonio Amati, secondo il quale «i radar verranno installati su colline, lontane 300 metri dalle coste seguendo le procedure senza imboccare scorciatoie militari. E le emissioni elettromagnetiche saranno inferiori a quelle delle antenne dei telefonini»;
appare viceversa più attuale il rischio che si crei uno «scempio ambientale, urbanistico e paesaggistico», come denunciato pubblicamente, tra gli altri, da Legambiente Sardegna, che ha chiesto su questi temi l'immediato avvio di un confronto a livello nazionale;
appaiono poco chiare le motivazioni che portano le amministrazioni procedenti a non considerare gli interventi di installazione opere militari e a non ritenere necessaria l'adozione del decreto dichiarativo di tale natura delle opere da parte del Ministero della difesa;
l'articolo 354 del codice dell'ordinamento militare confermerebbe, per le «opere destinate alla difesa nazionale, incidenti su immobili o aree sottoposte a tutela paesaggistica», l'applicazione della procedura di cui all'articolo 147 del cosiddetto codice Urbani (decreto legislativo n. 42 del 2004) e dunque la necessità che sia rilasciata l'autorizzazione paesaggistica a seguito di una specifica conferenza di servizi;
per la localizzazione delle opere militari, è previsto il pronunciamento di uno specifico comitato permanente misto paritetico Stato-regioni -:
se siano state valutate tutte le alternative di localizzazione dei radar al fine di utilizzare siti militari già esistenti, sicuramente nella disponibilità di enti anche diversi dalla Guardia di finanza, e quale autorità competente abbia assunto la responsabilità di procedere al coordinamento delle risorse, dei siti e degli impianti disponibili per ospitare le nuove installazioni;
quali siano, in ragione delle esigenze di trasparenza, le procedure di assegnazione dell'appalto alla società Almaviva;
quale sia l'iter amministrativo che ha condotto al rilascio delle autorizzazioni ad installare questi radar in zone incontaminate delle coste italiane, e in particolare se siano stati acquisiti i nulla osta ambientali e paesaggistici necessari;
se, e con quale decreto, siano state riconosciute tali strutture «opere di difesa militare»;
se vi siano altri siti interessati oltre quelli in precedenza ricordati;
se non ritengano improcrastinabile adoperarsi per tutelare le aree interessate dalle installazioni, tra cui alcune vincolate ai sensi della normativa europea, statale e regionale, per l'elevato valore ambientale, faunistico e paesaggistico;
se non ritengano opportuno avviare un monitoraggio in modo che sia garantita l'assenza di pericolo di inquinamento elettromagnetico per le popolazioni residenti nelle zone interessate;
se non intendano immediatamente avviare, nel rispetto del principio di trasparenza e leale collaborazione tra Stato, regioni ed enti locali, un confronto aperto sulla localizzazione di tali installazioni. (4-12061)