ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/10370

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 417 del 13/01/2011
Firmatari
Primo firmatario: EVANGELISTI FABIO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 13/01/2011


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI delegato in data 13/01/2011
Stato iter:
23/06/2011
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 23/06/2011
CRAXI STEFANIA GABRIELLA ANASTASIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI)
Fasi iter:

SOLLECITO IL 03/02/2011

RISPOSTA PUBBLICATA IL 23/06/2011

CONCLUSO IL 23/06/2011

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-10370
presentata da
FABIO EVANGELISTI
giovedì 13 gennaio 2011, seduta n.417

EVANGELISTI. -
Al Ministro degli affari esteri.
- Per sapere - premesso che:

profonda preoccupazione desta ancora la sorte dei 250 africani, tra cui un'ottantina di profughi eritrei, ostaggio di una banda di predoni nel deserto del Sinai, trafficanti d'esseri umani che pretendono il pagamento di 8.000 dollari per la loro liberazione;

da varie settimane, infatti, ci sono uomini, donne e bambini che vivono in condizioni inumane, tenuti imprigionati e in catene e che stanno subendo ogni tipo di torturale violenza; si teme per la loro vita e per il loro destino, perché queste persone rischiano di divenire vittime del traffico di organi, della prostituzione e dei lavori forzati;

da informazioni in possesso di don Mussiè Zerai, sacerdote eritreo e direttore della organizzazione non governativa Habeshia, che ha fatto conoscere al mondo ciò che stava accadendo risulterebbe che alcune di queste persone sono state torturate e uccise a sangue freddo e che altre sarebbero state uccise in seguito ad un tentativo di fuga represso con inaudita violenza;

il racconto dei profughi è drammatico, riguardo alla loro condizione: riferiscono di essere tenuti legati con le catene ai piedi da un mese, come si faceva una volta nel commercio degli schiavi, e di essere continuamente minacciati e maltrattati; raccontano di non avere a disposizione da 20 giorni acqua per lavarsi, di essere segregati nelle case nel deserto del Sinai, sotto minaccia di morte se non pagano gli 8.000 dollari richiesti. Riferiscono che ci sono molti altri profughi eritrei, etiopi, somali, sudanesi nella zona del Sinai, in simili condizioni: si parla di circa 600 persone;

in Egitto si sta consumando una grave violazione dei diritti umani e la comunità internazionale e l'Unione europea non possono rimanere indifferenti davanti a una simile tragedia anche in considerazione del fatto che l'Egitto fa parte delle principali organizzazioni internazionali umanitarie e si è impegnato a rispettare i diritti dell'uomo e dei migranti -:

se il Governo abbia contezza circa la reale situazione in cui versano questi profughi;

quali iniziative urgenti il Governo abbia adottato o intenda adottare, sia nelle opportune sedi internazionali sia nei confronti del Governo egiziano, qualora le notizie citate trovassero conferma, affinché queste persone vengano liberate e siano garantite loro incolumità e sicurezza. (4-10370)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata giovedì 23 giugno 2011
nell'allegato B della seduta n. 491
All'Interrogazione 4-10370 presentata da
FABIO EVANGELISTI

Risposta. - In relazione alla questione dei profughi eritrei che, secondo le segnalazioni ricevute, sarebbero stati sequestrati da trafficanti e tenuti in ostaggio nel Sinai, va ribadito che il Governo italiano, si è immediatamente attivato al più alto livello con le Autorità egiziane, per rappresentare l'attenzione e la sensibilità con cui le istituzioni italiane e l'opinione pubblica guardano alla vicenda, esprimendo loro il vivo auspicio che si possa arrivare ad una soluzione positiva.
Nonostante la crisi politica avvenuta nel Paese, la nostra Ambasciata al Cairo ha continuato a seguire con la massima attenzione la questione, mantenendo contatti con le autorità egiziane, con le organizzazioni internazionali e non governative più coinvolte nella vicenda e con la delegazione dell'Unione europea, per chiedere aggiornamenti su eventuali sviluppi o notizie aggiornate sulla sorte degli eritrei coinvolti, rammentando il forte interesse italiano nei confronti della loro situazione.
È anche utile ricordare che, nei contatti intercorsi, le Autorità egiziane hanno sempre evidenziato come il Governo e le forze di sicurezza siano impegnati nel contrasto dei traffici di esseri umani condotti dai beduini nel Sinai, ed in generale nella lotta ad ogni forma di sfruttamento e di abuso nei confronti della persona umana. Tuttavia, come noto, il Sinai, anche per le clausole di pace con Israele (divieto di introdurre armi pesanti e blindati nella zona di frontiera), rimane una zona di difficile monitoraggio, particolarmente esposta ai colpi di mano delle tribù beduine più instabili e ribelli, i cui traffici e le cui azioni illecite si cerca di contrastare da anni. Per tale ragione, le Autorità egiziane ritengono che nella vicenda, come in altre legate alla sicurezza e alla stabilità nel Sinai, il loro Paese sia «vittima» e non responsabile.
Le stesse Autorità egiziane hanno indicato che a loro giudizio l'episodio si inquadra nel più generale fenomeno del flusso ininterrotto di emigranti provenienti dal Corno d'Africa (in particolare sudanesi ed eritrei) che dal Sinai cercano di entrare illegalmente in Israele e che sarebbero stimati tra le 30.000 e le 50.000 unità all'anno. Dai nostri contatti al riguardo con le autorità israeliane, non sono emersi elementi specifici sul caso, ma un interesse ad esaminare a livello tecnico le questioni attinenti all'immigrazione illegale, a fronte della crescente pressione sul confine meridionale del Paese.
Da parte nostra, abbiamo intrapreso contatti anche con le principali organizzazioni internazionali competenti, quali l'Alto Commissariato per i diritti umani (Unhcr), l'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), le Organizzazioni non governative più direttamente interessate. A livello Unione europea, dopo aver sensibilizzato la Commissione sull'importanza che attribuiamo alla vicenda, abbiamo segnalato la questione alla Delegazione dell'Unione europea al Cairo, che ha compiuto un primo passo presso il Ministero degli esteri egiziano, al fine di ottenere informazioni ed avviare possibili iniziative, cui da parte italiana non si mancherebbe di concorrere. Anche il Parlamento europeo è intervenuto a più riprese sulla questione, soprattutto su sollecitazione degli europarlamentari italiani Casini e Mauro.
Il Governo italiano è determinato a continuare a svolgere un'azione di sensibilizzazione sul Cairo affinché si possa superare questa drammatica vicenda umanitaria e giungere alla liberazione dei prigionieri, nonché a proseguire in ambito comunitario con un'azione di stimolo per sviluppare la collaborazione tra l'Unione europea e l'Egitto nel settore migratorio e, in tale ambito, per il rafforzamento delle capacità di assistenza ai migranti e richiedenti asilo.

Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Stefania Gabriella Anastasia Craxi.