ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/08990

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 381 del 12/10/2010
Firmatari
Primo firmatario: EVANGELISTI FABIO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 12/10/2010
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BARANI LUCIO POPOLO DELLA LIBERTA' 12/10/2010
BERGAMINI DEBORAH POPOLO DELLA LIBERTA' 12/10/2010
GATTI MARIA GRAZIA PARTITO DEMOCRATICO 12/10/2010
MARIANI RAFFAELLA PARTITO DEMOCRATICO 12/10/2010
RIGONI ANDREA PARTITO DEMOCRATICO 12/10/2010


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI delegato in data 12/10/2010
Stato iter:
31/01/2011
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 31/01/2011
BONDI SANDRO MINISTRO - (BENI E ATTIVITA' CULTURALI)
Fasi iter:

SOLLECITO IL 19/11/2010

RISPOSTA PUBBLICATA IL 31/01/2011

CONCLUSO IL 31/01/2011

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-08990
presentata da
FABIO EVANGELISTI
martedì 12 ottobre 2010, seduta n.381

EVANGELISTI, BARANI, BERGAMINI, GATTI, MARIANI e RIGONI. -
Al Ministro per i beni e le attività culturali.
- Per sapere - premesso che:

la regione Toscana ha in corso di approvazione la costruzione di una scala mobile nella collina su cui si erge il castello Malaspina di Massa, monumento nazionale dal 1902, raggiungibile sia a piedi in una decina di minuti che in auto, con l'intento di «facilitare l'accesso al castello», al costo preventivato di 2 milioni di euro;

la collina è soggetta a vincolo paesaggistico dal 1959 (decreto ministeriale 19 agosto 1959), vincolo ignorato dal comune, dalla regione (nonostante comparisse nella rispettive carte dei vincoli) e inizialmente anche dalla Soprintendenza di Lucca;

su segnalazione della sezione locale dell'associazione Italia nostra, il soprintendente ad interim, dottor Bureca, ha espresso parere negativo alla costruzione di una scala mobile di sola risalita, divisa in due tratti, che giungeva in prossimità del castello, giudicandola (con parere prot. 5794 dell'11 maggio 2010) «incompatibile con la conservazione e la valorizzazione del patrimonio storico-monumentale e paesaggistico della collina»;

allo scopo di non perdere i finanziamenti, si è poi arrivati a un «accordo» tra comune e Soprintendenza, che approva la costruzione di una scala mobile ridotta per estensione rispetto alla precedente, ma ancora più impattante poiché prevede anche una scala in discesa, scala che non raggiunge lo scopo di collegare città e castello, in quanto si ferma a metà della collina, e tra l'altro collega due strade carrozzabili;

in questo accordo la Soprintendenza obbliga il comune a restaurare le mura del 1400, prima di costruire la scala mobile e precisa che il collegamento al castello, nel secondo pezzo, potrà avvenire solo tramite un ascensore o i sentieri esistenti;

approvando questa scala mobile, ad avviso dei sottoscrittori del presente atto, non solo verrebbero disattese leggi dello Stato (la n. 41 del 1986, la n. 104 del 1992 e soprattutto il decreto del Presidente della Repubblica n. 503 del 1996) le quali stabiliscono che non è finanziabile con i soldi pubblici un manufatto che non abbatta le barriere architettoniche, ma lo stesso scopo del Piano integrato urbano di sviluppo sostenibile (PIUSS) che prevede la riqualificazione urbanistica sotto l'egida della sostenibilità;

si aggiunga che, in contrasto con quanto previsto dalla convenzione del 1968 tra comune e Soprintendenza, nella quale si precisa che la concessione del castello al comune «viene fatta solamente a scopi culturali e museografici...», gli attuali progetti PIUSS di «valorizzazione» del castello prevedono un ascensore montacarichi e un punto di ristoro -:

quali siano gli intendimenti del Ministro in merito a quanto citato in premessa soprattutto alla luce del parere negativo iniziale dato dalla Soprintendenza per le province di Lucca e Massa Carrara;

se non ritenga di intervenire con proprio provvedimento per il rigetto del progetto vista la mancata tutela dei manufatti storici (la scala mobile vi corre adiacente con un parapetto di due metri e due fasci di piloni di 5 e 7 metri, oltre a una piattaforma «panoramica» di 35 metri quadrati i quali ostruiranno la visione della muratura del quattrocento) e la devastazione del paesaggio soggetto a tutela. (4-08990)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata lunedì 31 gennaio 2011
nell'allegato B della seduta n. 426
All'Interrogazione 4-08990 presentata da
FABIO EVANGELISTI

Risposta. - Con riferimento all'interrogazione in esame, relativa alla costruzione di una scala mobile nella collina su cui erge il Castello Malaspina di Massa, si osserva quanto segue.
Al riguardo è opportuno ripercorrere le vicende storiche della questione.
Il 19 luglio 2010, sono stati approvati in Conferenza dei servizi due interventi inseriti nei Piuss (piani integrati di sviluppo urbano sostenibile) di Carrara e Massa.
Si tratta, in particolare, di operazioni denominate «Castello Malaspina intervento per predisposizione spazi da destinarsi ad eventi mercatali commerciali» e «Valorizzazione architettonica Castello Malaspina - Lotti I e II», comprendenti interventi di restauro delle mura medioevali e rinascimentali e la realizzazione di un percorso, in parte meccanizzato con scale mobili, dalla città alla Porta Quaranta.
Entrambi gli interventi sono finalizzati prioritariamente al restauro del Castello e al recupero delle Mura Urbane, invase quest'ultime da vegetazione infestante, fortemente degradate e a rischio di perdita a, causa della pluridecennale mancanza di manutenzione.
Si sottolinea inoltre che l'intervento approvato da ultimo in conferenza dei servizi, del 19 luglio 2010, si differenzia sostanzialmente dalla prima idea progettuale che era stata respinta dalla Soprintendenza.
Quest'ultima, infatti, dopo aver analizzato il progetto preliminare si era espressa nel senso che «(...) l'opera per le sue caratteristiche è incompatibile con la conservazione e la valorizzazione del patrimonio storico-monumentale e paesaggistico della collina (...)», pertanto ne conseguiva «parere negativo».
In particolare la Soprintendenza di Lucca e Massa Carrara, in relazione al percorso prescelto che si sviluppava dal piede della collina sino ai pressi della chiesa di Santa Chiara posta poco al disotto dell'entrata dei Castello, evidenziava che «(...) la seconda parte della collina, caratterizzata da (...) camminamenti, terrazzamenti e piccoli orti» sarebbe stata «completamente stravolta».
Dopo un'attenta ricognizione del sito, effettuata dalla Soprintendenza in data 30 aprile 2010, al fine di accertare Io stato dei luoghi, individuarne le criticità e le eventuali interferenze visive e materiali dell'infrastruttura con le preesistenze architettoniche e i beni paesaggistici da tutelare, i progettisti in accordo con l'amministrazione comunale, si adoperavano al fine di predisporre una soluzione progettuale che prevedesse un nuovo percorso di risalita della collina.
L'obiettivo della nuova proposta è stato, in primo luogo, quello di valorizzare e di riqualificare le preesistenze che caratterizzano la collina sulla quale sorge il Castello Malaspina e le sue valenze storiche, estetiche e panoramiche.
A questo fine si è sviluppata un'idea progettuale che ha cambiato radicalmente l'impostazione del progetto preliminare presentato in precedenza, prevedendo un differente percorso di salita della collina che non interferisse, ma bensì accompagnasse, valorizzandone il segno, le antiche mura medioevali e rinascimentali e che non interessasse la parte di città entro le Mura, definita «Massa vecchia», che rappresenta il luogo ove insisteva la città medioevale e dove sono concentrati i ritrovamenti archeologici.
Preme sottolineare che la seconda versione del progetto limita lo sviluppo delle scale mobili all'area collinare esterna alle Mura, che non presenta preesistenze edilizie storiche, essendosi sviluppato l'abitato antico all'interno delle Mura urbane.
Il nuovo percorso, partendo da via Prado, in prossimità di una delle porte cittadine, si dirige verso nord est senza intaccare le mura, ma correndo parallelamente ad esse, riscoprendo e recuperando alla pubblica fruizione un antico percorso che costeggiava le mura al piede delle stesse, per concludersi con un ultima rampa parallela alle mura medioevali in via Santa Chiara.
Si evidenzia come il nuovo intervento non miri solamente alla realizzazione di un collegamento dal centro della città al Castello attraverso un sistema di scale meccanizzate, ma bensì al recupero, alla conservazione e alla rilettura dell'ambiente antropizzato nella sua complessità e nelle sue stratificazioni riportando alla luce quei segni stratificati e quelle emergenze paesaggistiche oggi celate per incuria e disattenzione, ma che costituiscono la memoria storica della città.
In merito alle censure di Italia Nostra circa la non finanziabilità dell'opera in quanto risulterebbe in contrasto con le leggi sull'abbattimento delle barriere architettoniche, è utile osservare che per quanto attiene ai beni tutelati, è ormai acquisito da tempo il concetto del «miglioramento» (sia esso sismico e/o per la messa a norma degli edifici ai fini della prevenzione incendi eccetera che si limita all'incremento prestazionale dell'immobile storico, fermandosi laddove gli interventi comportino la perdita o la manomissione di elementi significativi del bene.
Nel caso in questione, seguendo il ragionamento di Italia Nostra, che reclama la completa messa a norma del percorso, si giungerebbe al paradosso di preferire la prima versione del progetto, sicuramente più rispondente all'assunto normativo dell'«adeguamento», che, andando ad interessare con le scale mobili anche la parte alta della collina, posta all'interno delle mura, confliggerebbe con la preservazione delle preesistenze del Sito.
In merito all'utilità dell'opera, pur non rientrando anch'essa tra le competenze istituzionali di quest'Amministrazione, si fa presente che la realizzazione delle scale mobili, oltre che a ridurre il traffico veicolare, che produce effetti dannosi all'ambiente e al monumento stesso, nonché alla percezione dei valori paesaggistici, arrestandosi il tragitto all'altezza di via di Santa Chiara, consente di privilegiare l'uso pubblico di un'area che oggi, a causa delle difficoltà di accesso, appare via via privatizzandosi.
Per quanto riguarda gli interventi previsti al Castello Malaspina si evidenzia che la realizzazione di «spazi mercatali» costituisce condizione indispensabile per accedere ai finanziamenti del Piano integrato di sviluppo urbano sostenibile. Impedire la realizzazione di questi equivarrebbe a respingere l'intero progetto. Per altro appare del tutto lecito e consuetudine consolidata, ultimamente ancor più avvertita ai fini della pubblica fruizione, prevedere nei complessi monumentali la presenza di servizi di accoglienza e di ristoro.
Nella fattispecie si osserva che gli spazi per la ristorazione occupano una piccola superficie e sono limitati al nucleo più esterno e meno pregiato del Castello, oggetto già in passato di consistenti interventi non sempre condotti con pieno metodo scientifico dal Sanpaolesi. Nei merito dei lavori la Soprintendenza ha già posto delle prescrizioni e verifiche che potranno, in fase di progettazione esecutiva, confermare la fattibilità dell'intervento negli ambienti prescelti o delocalizzare le attività in altri spazi del castello.
Si evidenzia che per quanto riguarda il settore riservato agli uffici il progetto prevede la rimessa in pristino di coperture esistenti prima degli interventi del dottor Piero Sanpaolesi (soprintendente dal 1943 al 1960).
Tutti gli interventi di miglioramento degli accessi saranno valutati nella progettazione esecutiva.
Da ultimo si evidenzia che a maggiore tutela del Castello, la Soprintendenza, sulla base di un accordo tra comune e direzione regionale, si è resa disponibile ad espletare d'ufficio la direzione dei lavori.
A maggiore garanzia del rispetto della tutela monumentale, storica, archeologica e paesaggistica dell'area, l'amministrazione ha ritenuto opportuno richiedere l'intervento del Comitato tecnico scientifico dei beni architettonici e paesaggistici, che si è riunito nella seduta del 20 settembre 2010 esprimendo il seguente parere «(...)...nell'osservare che l'iniziativa proposta dal Comune di Massa è senza dubbio meritevole di considerazione poiché il Sito culturale e paesaggistico, attualmente in stato di abbandono e poco fruito, attenuando il rischio di un ulteriore degrado, circa il progetto in esame, il Comitato esprime dubbi sul sistema di scale mobili e sul loro impatto sul paesaggio; in particolare ravvisa una criticità nella proposta di scavalcamento del bastione cinquecentesco, indipendentemente dal fatto che l'impatto visivo delle, nuove indispensabili strutture possa in futuro essere mitigato dalla vegetazione. Nella fattispecie, si reputa opportuno che venga verificata la concreta fattibilità di proposte alternative, anche parzialmente e/o completamente interrate (con eventuale previsione di un sistemi di ascensori e gallerie) e se necessario, relative a di versi punti di accesso.(...)».
Alla luce del sopracitato parere l'Amministrazione valuterà, di concerto con il Comune, la fattibilità di proposte alternative con relativi approfondimenti progettuali, al fine di superare le criticità inerenti allo scavalcamento del bastione cinquecentesco. Qualora risultasse non attuabile una soluzione parzialmente e/o completamente interrata si procederà con approfondimenti e studi di dettaglio per una valutazione circa le reali interferenze delle strutture fondali delle scale mobili sulle antiche murature al fine di garantirne il totale rispetto.

Il Ministro per i beni e le attività culturali: Sandro Bondi.