ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN ASSEMBLEA 3/02643

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 728 del 04/12/2012
Firmatari
Primo firmatario: ROSATO ETTORE
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 04/12/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MARAN ALESSANDRO PARTITO DEMOCRATICO 04/12/2012
STRIZZOLO IVANO PARTITO DEMOCRATICO 04/12/2012
MARIANI RAFFAELLA PARTITO DEMOCRATICO 04/12/2012
BRAGA CHIARA PARTITO DEMOCRATICO 04/12/2012
BRATTI ALESSANDRO PARTITO DEMOCRATICO 04/12/2012
MARGIOTTA SALVATORE PARTITO DEMOCRATICO 04/12/2012
QUARTIANI ERMINIO ANGELO PARTITO DEMOCRATICO 04/12/2012
GIACHETTI ROBERTO PARTITO DEMOCRATICO 04/12/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 04/12/2012
Stato iter:
05/12/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 05/12/2012
Resoconto ROSATO ETTORE PARTITO DEMOCRATICO
 
RISPOSTA GOVERNO 05/12/2012
Resoconto PASSERA CORRADO MINISTRO - (SVILUPPO ECONOMICO)
 
REPLICA 05/12/2012
Resoconto ROSATO ETTORE PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 05/12/2012

SVOLTO IL 05/12/2012

CONCLUSO IL 05/12/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-02643
presentata da
ETTORE ROSATO
martedì 4 dicembre 2012, seduta n.728

ROSATO, MARAN, STRIZZOLO, MARIANI, BRAGA, BRATTI, MARGIOTTA, QUARTIANI e GIACHETTI. -
Al Ministro dello sviluppo economico.
- Per sapere - premesso che:
nel 2005 la società Gas natural internacional Sdg s.a. ha presentato istanza per la realizzazione di un impianto di rigassificazione della portata di 8 miliardi di metri cubi annui ubicato nella zona industriale di Trieste, segnatamente nel golfo di Zaule, e a tal fine ha depositato il progetto (progetto A) per l'ottenimento dell'autorizzazione unica prevista dalla legge regionale n. 30 del 2002. Su detto progetto, depositato in sede di istanza, il Governo, con decreto ministeriale 17 luglio 2009, n. 808, ha rilasciato un parere di valutazione di impatto ambientale di compatibilità ambientale, anche se contraddistinto da numerose prescrizioni;

il 23 settembre 2011 la società Gas natural internacional Sdg s.a. ha chiesto alla regione l'avvio del procedimento di autorizzazione unica, iter precedentemente sospeso in attesa del rilascio del decreto ministeriale di valutazione di impatto ambientale, e il successivo 26 ottobre 2011 la regione medesima ha indetto la conferenza di servizi per la valutazione relativa al progetto definitivo (progetto B). Suddetta conferenza di servizi si è conclusa con l'invio all'azienda istante di una corposa richiesta di integrazioni al progetto, al fine anche del rilascio della autorizzazione integrata ambientale;

il Consiglio di Stato, con parere n. 3369/2012 del 24 luglio 2012, ha stabilito che non sussiste competenza amministrativa in capo alla regione con riferimento al rilascio delle autorizzazioni uniche alla costruzione ed all'esercizio dei terminali di rigassificazione di Gas natural internacional Sdg s.a.; quindi, alla conferenza di servizi in sede regionale è spettato solo di esprimersi ai fini del rilascio dell'autorizzazione integrata ambientale;

la convocazione della conferenza di servizi per il rilascio dell'autorizzazione integrata ambientale è stata rinviata in attesa che la società completasse la presentazione della documentazione richiesta;

il comitato tecnico regionale del Friuli Venezia Giulia ha rilevato che la nuova configurazione del deposito presentava differenze significative rispetto a quella presentata nella documentazione esaminata in un primo momento; infatti, la documentazione indicata come «progetto A» ha accompagnato l'istanza di Gas natural internacional Sdg s.a. dall'avvio della prima conferenza di servizi nel 2006 al rilascio dell'autorizzazione ministeriale di valutazione di impatto ambientale, mentre dal 26 ottobre 2011 la stessa è stata accompagnata da un «progetto B», che differisce dal precedente sul quale il Ministero si era espresso. Il «progetto B» è profondamente diverso dal precedente per gli aspetti di posizionamento dei serbatoi rispetto al pontile, di diversa forma e lunghezza, di diverso sistema di attracco e per la formazione di un terrapieno di lunghezza pari all'intero sviluppo lineare di costa di 600 metri;

il parere positivo di recente rilasciato dal comitato tecnico regionale in ordine alla sicurezza per impianti a rischio rilevante non ha seguito le procedure obbligatorie in materia, le quali evidenziano, nel rispetto della normativa comunitaria, l'obbligo della consultazione popolare, mai intervenuta;

su detto ultimo progetto, la provincia di Trieste e il comune di Trieste hanno deliberato un parere ampiamente motivato in ordine alle competenze che la legge conferisce loro: parere autorizzatorio in merito a scarichi idrici, emissioni in atmosfera, gestione dei rifiuti e programmazione e sviluppo di area vasta per la provincia, salute e pianificazione urbana e portuale, strade e fognature, edilizia privata, mobilità e traffico, polizia locale e protezione civile per il comune;

la conferenza di servizi delle direzioni centrali della regione è addivenuta ad un parere favorevole nonostante le criticità, non superate da apposita motivazione, come previsto dalla legge nell'espressione del parere medesimo, manifestate dal servizio caccia, risorse ittiche e biodiversità, che, in quanto relative a competenze di natura ambientale, avrebbero dovuto spostare già in quella sede la competenza sulla determinazione definitiva in capo alla giunta regionale;

in data 22 novembre 2012, la regione ha convocato la conferenza di servizi in materia di autorizzazione integrata ambientale, durante la quale il responsabile del procedimento ha valutato come immotivati ed inconferenti i pareri della provincia di Trieste e del comune di Trieste e le osservazioni depositate dall'azienda dei servizi sanitari n. 1 - Triestina, ed ha concluso il verbale attribuendo alla conferenza un esito finale positivo all'unanimità, mentre di fatto derivante dal solo voto favorevole del rappresentante della regione;

agli interroganti risulta, quindi, che la provincia di Trieste e il comune di Trieste abbiano diffidato il responsabile del procedimento dall'adottare l'atto di autorizzazione integrata ambientale regionale, chiedendo, di fatto, in via di autotutela l'annullamento dell'ultima seduta della conferenza di servizi;

in ordine al medesimo verbale risultano essere presentati due esposti alla competente procura della Repubblica;

da notizie di stampa è emerso che il 25 novembre 2012 il Ministero dello sviluppo economico ha pubblicato sul sito web l'avvio della procedura di esproprio di 424 particelle catastali dell'area di Zaule rientranti all'interno del demanio portuale (dove il progetto collocherebbe il terminale di rigassificazione) e dell'area che si trova lungo il tracciato dell'elettrodotto interrato, che dovrebbe essere realizzato per allacciare l'impianto alla rete dell'energia elettrica;

non è chiaro se dette particelle catastali appartenenti a privati siano solo terreni o presentino qualche fabbricato, anche perché l'avviso è stato pubblicato su quotidiani con ridotta diffusione nella provincia di Trieste;

nel mese di aprile 2012 il Commissario europeo all'ambiente Janez Potocnik ha confermato, anche per il progetto del golfo di Zaule, che le normative europee impongono la consultazione del Paese vicino prima dell'adozione delle autorizzazioni per la realizzazione di opere che abbiano un impatto ambientale transfrontaliero. A tal proposito si ricorda che i Governi che si sono succeduti alla guida della Slovenia hanno manifestato la loro contrarietà al progetto dell'impianto di rigassificazione; contrarietà che, da ultimo, è stata rinnovata dal Primo ministro Jansa al Presidente del Consiglio dei ministri Monti nel vertice bilaterale di Roma del 12 giugno 2012. L'opposizione è stata ribadita anche nel corso della visita nel 2012 del Presidente della Repubblica Napolitano a Lubiana;

le prassi sulla sicurezza marittima prescrivono normalmente per i rigassificatori a terra l'interdizione della navigazione per un raggio non inferiore a 450 metri da navi gasiere in tutte le sue fasi di attracco, scarico, manovra o salpaggio. La conformazione geografica del golfo di Zaule, del canale navigabile e la vicinanza tra il sito dove dovrebbe sorgere l'impianto di rigassificazione e l'area dove dovrebbero svilupparsi le nuove strutture portuali del porto di Trieste indicano una chiara incompatibilità tra la presenza dell'impianto di rigassificazione e la realizzazione della piattaforma logistica (che ha già ottenuto il via libera dal Cipe), del molo VIII del porto nuovo, della nuova piattaforma ro-ro nel sito ex Aquila e del raddoppio del molo VII, tutte opere previste nel piano regolatore del porto, già assentito dal Consiglio superiore dei lavori pubblici;

ripetutamente provincia e comune hanno segnalato che la valutazione di impatto ambientale del 2009 andava rifatta, in quanto aveva a base atti che poi Arpa regionale aveva detto che non dovevano prendersi in considerazione in quanto non riferibili al sito interessato, mentre ripetutamente è emersa la necessità di una valutazione di impatto ambientale unica per metanodotto e rigassificatore, nonché di una valutazione ambientale strategica come prescritta dalla normativa europea;

oltre ai vizi procedurali qui richiamati gli interroganti fanno espresso riferimento a criticità meglio dettagliate nei pareri espressi dagli enti partecipanti alla conferenza di servizi e che sono di dominio del Ministro interrogato;

al Governo italiano potrebbe risultare che il Governo sloveno abbia cambiato posizione ufficiale in merito alla realizzazione di un impianto di rigassificazione nel golfo di Zaule -:

se il Governo intenda proseguire con l'iter di esproprio delle particelle catastali indicate nell'avviso - nonostante i vizi procedurali qui comunque richiamati, che evidenziano una procedura assunta, secondo gli interroganti, in palese spregio delle normative nazionali e comunitarie in materia, peraltro già puntualmente rilevate da soggetti diversi sia in sede di giustizia amministrativa che in sede penale - alla luce della possibilità che il progetto di rigassificatore possa recare pregiudizio alle attività nel porto nuovo internazionale di Trieste e, quindi, ne consegua che alcune delle opere cantierabili per lo sviluppo dello scalo (piattaforma logistica, molo VIII, piattaforma ro-ro), di cui alcune già finanziate ed in corso d'appalto, debbano venir meno. (3-02643)