ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN ASSEMBLEA 3/02623

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 724 del 27/11/2012
Firmatari
Primo firmatario: BINETTI PAOLA
Gruppo: UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO
Data firma: 27/11/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CALGARO MARCO UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO 27/11/2012
TESTA NUNZIO FRANCESCO UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO 27/11/2012
DELFINO TERESIO UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO 27/11/2012
FORMISANO ANNA TERESA UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO 27/11/2012
DIONISI ARMANDO UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO 27/11/2012
RAO ROBERTO UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO 27/11/2012
CARRA ENZO UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO 27/11/2012
CAPITANIO SANTOLINI LUISA UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO 27/11/2012
CARLUCCI GABRIELLA UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO 27/11/2012
DE POLI ANTONIO UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO 27/11/2012
COMPAGNON ANGELO UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO 27/11/2012
CICCANTI AMEDEO UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO 27/11/2012
NARO GIUSEPPE UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO 27/11/2012
VOLONTE' LUCA UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO 27/11/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 27/11/2012
Stato iter:
28/11/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 28/11/2012
Resoconto BINETTI PAOLA UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO
 
RISPOSTA GOVERNO 28/11/2012
Resoconto BALDUZZI RENATO MINISTRO - (SALUTE)
 
REPLICA 28/11/2012
Resoconto BINETTI PAOLA UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 28/11/2012

SVOLTO IL 28/11/2012

CONCLUSO IL 28/11/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-02623
presentata da
PAOLA BINETTI
martedì 27 novembre 2012, seduta n.724

BINETTI, CALGARO, NUNZIO FRANCESCO TESTA, DELFINO, ANNA TERESA FORMISANO, DIONISI, RAO, ENZO CARRA, CAPITANIO SANTOLINI, CARLUCCI, DE POLI, COMPAGNON, CICCANTI, NARO e VOLONTÈ. -
Al Ministro della salute.
- Per sapere - premesso che:
l'analisi della popolazione differentemente abile è condizionata da difficoltà oggettive che permettono una quantificazione solo parziale dei bisogni di cura dei disabili. Solo in poche realtà territoriali sono presenti dei sistemi informativi che rilevano e restituiscono dati inerenti alla domanda di servizi e alle prestazioni forniti dai vari enti;

ciò premesso, si considerano le stime disponibili riferite al numero di disabili tenendo presente che: la definizione di disabilita non è universale (spesso si usano in modo impreciso termini come disabile, handicappato, invalido, inabile e altro); il sistema attuale di certificazione di disabilità manca di uniformità; manca una fonte anagrafica universale e, quindi, le fonti esistenti non sono né esaustive, né paragonabili tra loro;

stimare il numero dei bambini e dei giovani disabili richiede fonti informative diverse, mentre la principale fonte utilizzata per stimare il numero delle persone con disabilità presenti in Italia è l'indagine Istat sulle condizioni di salute e il ricorso ai servizi sanitari del 2004-2005. Secondo l'Istat, la proporzione di persone disabili sulla popolazione residente nel nostro Paese è del 4,8 per cento;

considerando i diversi livelli di disabilità, naturalmente quello più grave è rappresentato dal confinamento, che implica la costrizione permanente a letto, o su una sedia con livelli di autonomia nel movimento pressoché nulli, nonché il confinamento in casa per impedimento psichico o fisico;

secondo la classificazione Istat, per esempio, solo in provincia di Roma risultano confinate più di 70 mila persone con più di 6 anni. Circa 110 mila persone presentano difficoltà nello svolgimento delle attività quotidiane, cioè vivono con difficoltà ad espletare le principali attività di cura della propria persona, più di 80 mila presentano disabilità nel movimento, mentre le difficoltà nella sfera della comunicazione, quali l'incapacità di vedere, sentire o parlare, coinvolgono circa 40 mila persone con più di 6 anni, che richiedono un particolare lavoro di cura, spesso per la concomitante disabilità di tipo psicomotorio;

il Centro educazione motoria della Croce rossa italiana a Roma, per l'assistenza ai disabili gravi, ma lo stesso dicasi per gli altri centri presenti nel resto dell'Italia, rischia di chiudere tra le drammatiche incertezze per utenti, famiglie e lavoratori. La struttura romana dagli anni '50 è centro di eccellenza nell'assistenza, ma oggi sembra essere un peso per l'ente pubblico che persegue un obiettivo: il risanamento. Il futuro è legato a un debito di 27 milioni di euro accumulato dal comitato provinciale di Roma della Croce rossa italiana. Il 70 per cento degli operatori è precario;

i familiari e gli ospiti disabili sono in mobilitazione e non si escludono forme più eclatanti di protesta. Loro non vogliono andarsene, mentre il commissario della struttura annuncia: «Inevitabile il trasferimento degli utenti», dal momento che da mesi non c'è nessuna manutenzione -:
quali urgenti misure intenda assumere al fine di tutelare la continuità assistenziale, e con essa la salute dei cittadini, di strutture, come il Centro educazione motoria della Croce rossa italiana a Roma, che rischiano di chiudere a causa dei tagli effettuati senza adeguate misure di razionalizzazione della spesa pubblica. (3-02623)