ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN ASSEMBLEA 3/02449

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 680 del 05/09/2012
Firmatari
Primo firmatario: PERINA FLAVIA
Gruppo: FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO
Data firma: 04/09/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
GRANATA BENEDETTO FABIO FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO 05/09/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI delegato in data 04/09/2012
Stato iter:
05/09/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 05/09/2012
Resoconto GRANATA BENEDETTO FABIO FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO
 
RISPOSTA GOVERNO 05/09/2012
Resoconto GIARDA DINO PIERO MINISTRO SENZA PORTAFOGLIO - (RAPPORTI CON IL PARLAMENTO)
 
REPLICA 05/09/2012
Resoconto GRANATA BENEDETTO FABIO FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 05/09/2012

DISCUSSIONE IL 05/09/2012

SVOLTO IL 05/09/2012

CONCLUSO IL 05/09/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-02449
presentata da
FLAVIA PERINA
mercoledì 5 settembre 2012, seduta n.680

PERINA e GRANATA. -
Al Ministro per i beni e le attività culturali.
- Per sapere - premesso che:

il patrimonio archeologico nazionale, senza sostanziali differenze tra Nord e Sud, continua ad essere, quasi totalmente, privo della necessaria tutela, salvaguardia e valorizzazione a causa di risorse economiche statali sempre più esigue;

l'impossibilità a procedere, talvolta, anche soltanto ad opere di urgente manutenzione, spesso in siti di straordinario e riconosciuto interesse mondiale, è determinata anche dalla presenza, presso gli organi competenti, soprintendenze in primis, di un numero di funzionari e tecnici gravemente insufficiente;

tra i tanti esempi in negativo di crolli e distruzioni di varia entità, che sfortunatamente il Paese è stato costretto ad esibire in questi ultimissimi anni, figura quello di Pompei;

la celebre città campana, sigillata dalla cenere e dalla lava nel 79 d.C., con i suoi circa 65 ettari di estensione, ma soprattutto in virtù dei suoi elevati e dei suoi piani superiori, costituisce un unicum e rappresenta il secondo sito italiano, dopo il Colosseo, con quasi 2 milioni e mezzo di presenze annue di visitatori;

a partire dal 2010, la città antica è stata ripetutamente mutilata di alcune significative parti: basti pensare ai crolli del 30 novembre 2010 di un muro perimetrale della Casa del Moralista e di due muretti, uno in Via Stabiana e l'altro presso l'accesso ad un ambiente di servizio laterale della casa del Lupanare piccolo; al crollo del 6 dicembre 2010 relativo alla Schola armaturarum iuventis pompeiani, nota come domus dei gladiatori; al crollo del 21 ottobre 2011 di un tratto di muro nei pressi di Porta di Nola, vicino la cinta muraria della città;

tra il 2000 e il 2006, la politica regionale europea ha sostenuto 22 progetti di restauro nel sito di Pompei, per un valore complessivo di 7,7 milioni di euro, sulla base di un cofinanziamento del 50 per cento del costo totale;

oltre alla mancanza di sufficienti risorse, (almeno) fino al recente passato, si è evidenziata una totale incapacità di gestione del sito: restauri protratti molto oltre i termini preventivati o, in alcuni casi, realizzati in maniera opinabile (è il caso, ad esempio, del Teatro Grande); aree ufficialmente «chiuse» alla visita, ma, alle volte, eccezionalmente riaperte ai più «generosi»; cumuli di macerie all'interno di botteghe in attesa di interventi; recinzioni divelte; strade sbarrate senza alcuna motivazione;

a fronte di una cronica mancanza di fondi, si provvede ora, almeno in parte, con un investimento di 105 milioni di euro «combinando contributi Ue e nazionali», approvati il 29 marzo 2012 dalla Commissione dell'Unione europea nell'ambito del progetto «preservazione, mantenimento e miglioramento» del sito archeologico;

il «Grande Progetto Pompei» (così è stata denominata l'intera operazione), che dovrebbe consentire al sito archeologico di uscire dalle precarie condizioni degli ultimi anni, sarà articolato per fasi distinte ed è prevista l'emanazione di vari bandi successivi;

secondo il cronoprogramma stilato: il bando iniziale interesserà il restauro di cinque domus, per le quali è prevista anche l'installazione delle coperture di protezione; successivamente partirà la gara d'appalto per la messa in sicurezza e la riduzione del rischio idrogeologico del terrapieno delle «Regiones» III e VIII (quelle vicino a via dell'Abbondanza, dove ci sono stati i crolli del 2010); entro l'estate saranno aperti i bandi per le «Regiones» maggiormente a rischio (VI, VII e VIII); verranno poi effettuati lavori di consolidamento strutturale, protezione degli affreschi, recupero dei mosaici e delle singole tessere; le sei «Regiones» rimanenti, invece, saranno oggetto di bandi da avviare entro il 31 dicembre 2012, per cui i lavori inizieranno solo nel 2013;

i bandi prevedono alti requisiti di affabilità, legalità e trasparenza, definiti nel quadro del protocollo di legalità, sottoscritto dalla prefettura di Napoli e dalla soprintendenza archeologica di Napoli e Pompei;

in base alle fasi indicate e alle loro tempistiche, si è detto «già avviata» l'indagine idrogeologica propedeutica alla messa in sicurezza dei terreni demaniali ai confini dell'area di scavo lungo via dell'Abbondanza; entro luglio 2012 dovevano essere pubblicati i bandi per le «Regiones» maggiormente a rischio (VI, VII e VIII) per 10 milioni di euro circa (con consolidamenti strutturali, protezione degli affreschi e recupero dei mosaici);

il progetto, finalizzato alla conservazione, manutenzione e miglioramento del sito archeologico di Pompei, ha tra gli obiettivi principali quello di consolidare e mettere in sicurezza le strutture e l'impianto urbano dell'area archeologica, a partire dalle aree qualificate «ad alto rischio» secondo quanto evidenziato dalla mappa del rischio archeologico;

la «Carta del rischio archeologico», realizzata nei mesi scorsi dalla soprintendenza e sulla quale è incardinato l'intero progetto, finora, nonostante la sua rilevanza sia a fini conoscitivi che conservativi, è rimasta appannaggio di pochi, come ha avuto modo di affermare la stessa soprintendente archeologa di Napoli e Pompei, dottoressa Teresa Cinquantaquattro, («la mappa del rischio è un documento tecnico che non tutti possono visionare»);

sarebbe, invece, assai utile conoscere la mappatura delle diverse criticità, realizzata senza dubbio con controlli specifici in loco, direttamente su ogni singolo monumento, tanto più che essa risulterà certamente corredata non solo di una documentazione fotografica ma di rilievi sistematici di dettaglio delle diverse parti della città -:

se il «Grande progetto Pompei» prosegua secondo le sue distinte fasi, come da programmi e, più in particolare, se siano state completate le indagini idrogeologiche propedeutiche alla messa in sicurezza dei terreni demaniali ai confini dell'area di scavo lungo via dell'Abbondanza, quali siano i risultati al riguardo e a che punto siano i bandi previsti per luglio 2012 nonché, in ogni caso, se non si ritenga opportuno fornire ulteriori e più dettagliate informazioni sulla «Carta del rischio archeologico» di cui in premessa.
(3-02449)