GOZI, FRANCESCHINI, VENTURA, MARAN, VILLECCO CALIPARI, BOCCIA, AMICI, LENZI, QUARTIANI, GIACHETTI, ROSATO e NARDUCCI. -
Al Ministro dell'economia e delle finanze.
- Per sapere - premesso che:
la Germania e il Regno Unito hanno stipulato ciascuno, nella seconda metà del 2011, un accordo con la Svizzera sulla tassazione delle attività finanziarie ivi detenute da propri cittadini o persone fisiche residenti e che anche l'Austria ha stipulato ad aprile 2012 un analogo accordo;
tali accordi prevedono che i cittadini tedeschi e britannici, che hanno investito i propri capitali in Svizzera a partire dal 2002, dovranno pagare ai rispettivi Paesi di appartenenza una tassa liberatoria del 34 per cento sul totale delle attività detenute in Svizzera, a sanatoria delle mancate imposte versate;
secondo alcune autorevoli stime, la metà dei capitali depositati in Svizzera, pari complessivamente a circa 4.000 miliardi di franchi svizzeri (3.300 miliardi di euro), sarebbe di origine straniera. In particolare, circa 180 miliardi apparterrebbero ad investitori tedeschi, 120 miliardi a investitori italiani e circa 70 miliardi ad investitori britannici;
la Commissione europea, in esito al monitoraggio sull'applicazione della direttiva 2003/48/CE in materia di tassazione dei redditi da risparmio sotto forma di pagamenti di interessi e dell'accordo con la Svizzera, ne ha evidenziato l'agevole elusione da parte dalle persone fisiche, che hanno la possibilità di evitare il prelievo del 35 per cento avvalendosi dell'interposizione di società, trust o altri istituti giuridici consimili; ciò è dimostrato anche dai dati relativi all'ammontare delle imposte riscosse dalla Confederazione elvetica a carico di soggetti residenti nell'Unione europea che sono state pari a 535 milioni di franchi nel 2009 e a soli 432 milioni di franchi nel 2010, di cui 57 milioni di franchi trasferiti all'Italia;
si valuta positivamente la proposta di revisione della direttiva 2003/48/CE presentata dalla Commissione europea il 13 novembre 2008 (COM( 2008)727), volta ad estenderne l'ambito di applicazione;
dopo un primo parere contrario, il 17 aprile 2012 il Commissario europeo Semeta ha affermato in conferenza stampa che gli accordi bilaterali stipulati da Germania, Austria e Regno Unito con la Svizzera sono compatibili con il diritto dell'Unione europea;
l'applicazione di un accordo simile con il nostro Paese potrebbe assicurare a breve e medio termine il reperimento di significative risorse che consentirebbero l'adozione di interventi a sostegno della crescita, obiettivo imprescindibile nell'attuale fase di recessione;
secondo quanto sostenuto dal Presidente del Consiglio dei ministri in conferenza stampa il 30 aprile 2012, il Governo sarebbe pronto a «considerare ex novo l'intera materia» -:
se il Governo intenda avviare con la massima urgenza, in attesa della modifica della direttiva 2003/48/CE in sede comunitaria, negoziati con le autorità elvetiche in vista della conclusione di un accordo bilaterale analogo a quelli stipulati con la Germania e il Regno Unito. (3-02262)