VENTURA, MARAN, BOCCIA, GIACHETTI, QUARTIANI, BARETTA, FLUVI, CAUSI e NANNICINI. -
Al Ministro dell'economia e delle finanze.
- Per sapere - premesso che:
secondo i dati Istat nel quarto trimestre del 2011 il prodotto interno lordo è sceso dello 0,7 per cento rispetto al trimestre precedente e dello 0,5 per cento rispetto allo stesso periodo del 2010;
il Governo, attraverso il Ministro dello sviluppo economico e delle infrastrutture e dei trasporti, ha confermato che «siamo nel pieno di una seconda recessione» e che si tratta di un «trend che, se prendiamo per buone le previsioni, durerà tutto l'anno»;
sull'attuale fase di recessione, che non ha ancora dispiegato tutti i suoi effetti, pesano anche le necessarie misure di risanamento che il Governo è stato costretto ad approntare negli ultimi mesi;
è giudizio ormai ampiamente condiviso che tale situazione di emergenza economica e finanziaria richieda, oltre alle necessarie misure di rigore sui conti pubblici, anche politiche di crescita, indispensabili per lo stesso risanamento finanziario e per il raggiungimento del pareggio di bilancio nel 2013;
accanto agli interventi urgenti e alla correzione degli squilibri reali e finanziari, è necessario delineare un'efficace strategia che permetta all'Italia di tornare ad avere tassi di crescita soddisfacenti e sostenibili nel medio-lungo periodo;
per ottenere questo risultato è sicuramente necessario aumentare il contenuto tecnologico delle produzioni, garantire concorrenza nei mercati e superare quel deficit infrastrutturale che caratterizza tanta parte del Paese;
tuttavia, non debbono essere sottovalutate le grandi potenzialità di crescita e sviluppo che si concentrano sempre di più nei confini dei comuni, sistemi locali complessi e interdipendenti, in cui si concentrano la produzione, lo scambio e il consumo di beni, dove si sviluppa il capitale umano, dove si addensano servizi pubblici e privati, funzioni strategiche e logistiche necessarie a vivere, a fare impresa, a creare lavoro -:
quali azioni il Governo intenda intraprendere per sostenere la capacità dei comuni di fare investimenti e di stimolare l'economia locale, consentendo a quelli che hanno rispettato il patto di stabilità di effettuare spese in conto capitale per investimenti in opere pubbliche, messa in sicurezza del territorio e degli edifici scolastici e sbloccando una percentuale dei residui presenti nelle casse per poter pagare le imprese che hanno realizzato opere pubbliche. (3-02198)