ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/02141

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 597 del 05/03/2012
Firmatari
Primo firmatario: BINETTI PAOLA
Gruppo: UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO
Data firma: 05/03/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 05/03/2012
Stato iter:
17/04/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 17/04/2012
Resoconto CARDINALE ADELFIO ELIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE)
 
REPLICA 17/04/2012
Resoconto BINETTI PAOLA UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 17/04/2012

SVOLTO IL 17/04/2012

CONCLUSO IL 17/04/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta orale 3-02141
presentata da
PAOLA BINETTI
lunedì 5 marzo 2012, seduta n.597

BINETTI. -
Al Ministro della salute, al Ministro dell'economia e delle finanze.
- Per sapere - premesso che:

numerosi sono gli atti di sindacato ispettivo e di indirizzo depositati in questo ramo del Parlamento riguardanti l'ampia problematica legata alle malattie rare, da ultimo la mozione bipartisan n. 1-00780 discussa e approvata in Assemblea;

nel contesto generale di trascuratezza nel quale si trovano le malattie rare in Italia, vi è l'obbligo di stipulare un'assicurazione specifica per ogni sperimentazione spontanea, che di fatto impedisce la sperimentazione stessa per mancanza di fondi delle aziende sanitarie;

il decreto ministeriale 14 luglio 2009, con l'articolo 3, impone all'azienda sanitaria od ospedaliera di «estendere la propria copertura assicurativa prevista per l'attività assistenziale della propria struttura o di munirsi, eventualmente tramite una ulteriore polizza, di una specifica copertura assicurativa per la responsabilità civile derivante dalla attività di sperimentazione clinica» e «che la copertura del rischio sia di almeno 10 anni quando si svolge su minori e quando si tratta di terapie geniche, terapie cellulari e radio farmaci»;

la conseguenza dell'entrata in vigore di tale norma, nel marzo 2010, è stata l'arresto dell'attività di ricerca spontanea, quella particolarmente rivolta alle malattie rare e ai bambini malati, perché le aziende sanitarie non hanno fondi per adempiere all'obbligo di cui al citato articolo 3: alcune pongono a carico delle associazioni onlus che promuovono la sperimentazione il costo del premio, che nel caso di pazienti adulti si aggira in media attorno ai 10.000 euro;

l'Agenzia italiana del farmaco (AIFA), interpellata in merito alle difficoltà interpretative dell'articolo 3, nel confermare il disagio generale, non ha fornito diverse indicazioni. Le sperimentazioni spontanee sono bloccate perché le compagnie di assicurazione chiedono premi esagerati, soprattutto quando si tratta di bambini: ad esempio, 75.000 euro sono stati chiesti per sperimentare compresse da 300 milligrammi al giorno di vitamina B6 su 50 bambini con sindromi autistiche. L'autorizzazione del comitato etico che era già stata concessa nella primavera del 2010 è stata sospesa in attesa del finanziamento che non è mai stato trovato dall'AUSL di Bologna. In questo modo si vanifica l'attività delle associazioni di genitori di malati rari e si mortifica la capacità di fare ricerca dei sanitari, in un settore che dovrebbe costituire una delle punte dello sviluppo economico e sociale;

la giunta regionale dell'Emilia Romagna il primo febbraio 2010 ha approvato la delibera n. 107 del 2010 con la quale ha istituito lo screening delle malattie metaboliche rare per tutti i neonati, sul modello di quanto fatto dalla regione Toscana fin dal 2004, ma a differenza della Toscana ha deciso di non comunicare ai genitori l'esito del test per 17 di queste 40 patologie;

al momento attuale non esiste terapia efficace: si dimentica che la gran parte delle terapie per le malattie rare sono state messe in atto per l'interessamento delle associazioni di genitori, che hanno trovato i fondi e la disponibilità di sanitari ad effettuare sperimentazioni spontanee, almeno finché il decreto ministeriale del 14 luglio 2009 non ha imposto il blocco;

la patologia rara è ancora una «non patologia»: si dimentica che la conseguenza di queste «non patologie» è il ritardo mentale lieve, che non è certamente un problema lieve;

i genitori non dovrebbero sapere della patologia finché non si manifesta, godendosi l'illusione che il figlio sia sano: si dimentica che i genitori con un figlio appena nato potrebbero generare un altro figlio, che avrebbe molte probabilità di avere la stessa patologia del fratello maggiore, senza essere avvistati del rischio -:

quali iniziative di competenza, anche normative, intendano assumere per garantire che vengano adottate, uniformemente in tutto il Paese, iniziative volte a tutelare il diritto alla salute e a vedere opportunamente diagnosticata una malattia che, se presa in tempo, potrebbe non avere le drammatiche conclusioni che, con elevate probabilità, si avrebbero se diagnosticata in ritardo;

se non si ritenga necessario assumere, tempestivamente, iniziative volte ad adottare un piano nazionale per le malattie rare, finalizzato ad assicurare prevenzione, sorveglianza, diagnosi tempestiva, trattamento e riabilitazione ai pazienti con malattie rare, e a garantire equo accesso ai servizi socio-sanitari a tutti i pazienti con malattie rare sul territorio nazionale, conformemente agli impegni derivanti dall'approvazione della mozione n. 1-00780.
(3-02141)