ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN ASSEMBLEA 3/02119

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 589 del 21/02/2012
Firmatari
Primo firmatario: COMMERCIO ROBERTO MARIO SERGIO
Gruppo: MISTO-MOVIMENTO PER LE AUTONOMIE-ALLEATI PER IL SUD
Data firma: 21/02/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
LO MONTE CARMELO MISTO-MOVIMENTO PER LE AUTONOMIE-ALLEATI PER IL SUD 21/02/2012
LOMBARDO ANGELO SALVATORE MISTO-MOVIMENTO PER LE AUTONOMIE-ALLEATI PER IL SUD 21/02/2012
OLIVERI SANDRO MISTO-MOVIMENTO PER LE AUTONOMIE-ALLEATI PER IL SUD 21/02/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI delegato in data 21/02/2012
Stato iter:
29/02/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 29/02/2012
Resoconto COMMERCIO ROBERTO MARIO SERGIO MISTO-MOVIMENTO PER LE AUTONOMIE-ALLEATI PER IL SUD
 
RISPOSTA GOVERNO 29/02/2012
Resoconto CATANIA MARIO MINISTRO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI)
 
REPLICA 29/02/2012
Resoconto COMMERCIO ROBERTO MARIO SERGIO MISTO-MOVIMENTO PER LE AUTONOMIE-ALLEATI PER IL SUD
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 29/02/2012

SVOLTO IL 29/02/2012

CONCLUSO IL 29/02/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-02119
presentata da
ROBERTO MARIO SERGIO COMMERCIO
martedì 21 febbraio 2012, seduta n.589

COMMERCIO, LO MONTE, LOMBARDO e OLIVERI. -
Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali.
- Per sapere - premesso che:

il 16 febbraio 2012 il Parlamento europeo, in sessione plenaria e con una votazione sofferta (369 voti favorevoli, 225 voti contrari e 31 astensioni), ha dato il via libera all'accordo sul libero scambio di alcuni prodotti ortofrutticoli ed ittici fra l'Unione europea ed il Regno del Marocco, destinato ad avere gravi ripercussioni sul sistema agricolo siciliano;

il voto sull'accordo, che secondo i favorevoli ha l'obiettivo di sostenere la transizione democratica che è iniziata in seguito alla «primavera araba», svolgendo un ruolo chiave per lo sviluppo economico e la stabilizzazione politica del Marocco, è stato seguito da una risoluzione con la quale i deputati europei chiedono alla Commissione europea di monitorare con molta attenzione il rispetto delle quote, di rafforzare i controlli alle frontiere per evitare frodi e violazioni dei prezzi all'importazione e di valutare l'impatto dell'accordo sugli agricoltori europei;

il Marocco è un Paese amico che negli ultimi anni si è sempre più avvicinato all'Europa ed è legittimo che ricerchi aperture nell'esportazione dei propri prodotti verso i Paese europei. Tutto questo, però, non deve consentire concessioni squilibrate che arrecano pregiudizio alle produzioni del Sud Europa e del Sud Italia, segnatamente al comparto ortofrutticolo, il più colpito da detto accordo bilaterale;

nello specifico il suddetto accordo commerciale stabilisce l'aumento delle quote di scambio per una serie di prodotti che potranno essere importati a tariffe doganali basse o pari a zero. Verrà, infatti, eliminato immediatamente il 55 per cento delle tariffe doganali sui prodotti agricoli e di pesca provenienti dal Marocco (dal 33 per cento attuale) e il 70 per cento delle tariffe sui prodotti agricoli e di pesca dell'Unione europea in 10 anni (rispetto all'1 per cento attuale);

a salvaguardia dei produttori europei, non saranno liberalizzate produzioni di pomodori, zucchine, cetrioli, aglio, clementine e fragole e sono previste delle quote di scambio che tengono conto della produzione stagionale europea per i suddetti prodotti, in modo da evitare distorsioni sul mercato comunitario. Inoltre, il Marocco avrà l'obbligo di rispettare, nell'esportazione dei propri prodotti, gli standard sanitari europei;

il Governo marocchino si farà trovare preparato all'appuntamento avendo già lanciato, con l'aiuto della stessa Unione europea, un «piano verde» per l'agricoltura che prevede una serie di misure, tra le quali la spesa di un miliardo di euro l'anno per almeno 10 anni, che ha già consentito al Paese, per il solo settore agrumicolo, di realizzare 1.200 ettari di nuovi impianti per la produzione di agrumi, e che contribuiranno per il 2012 ad aumentare del 6 per cento l'offerta rispetto alla stagione precedente, per un totale di 1,86 milioni di tonnellate. Tale trend dell'offerta di agrumi marocchini si tradurrà in un incremento dell'8 per cento delle esportazioni, andando così a migliorare il risultato della produzione di arance marocchine, a tutt'oggi stimata in 975.000 tonnellate, pari al 52,3 per cento del totale della produzione agrumicola;

quest'accordo, che giunge in un contesto già particolarmente difficile dal punto di vista economico e sociale per il settore agricolo siciliano, così concepito avrà un impatto catastrofico sugli agricoltori, in particolare nel sensibile settore dell'ortofrutta, con ripercussioni drammatiche sull'occupazione nelle zone rurali e nelle aree interne della regione, spingendo oltre l'orlo del baratro praticamente il 90 per cento delle imprese agricole siciliane;

infatti, il rischio per i produttori siciliani sarà quello di ritrovarsi a dover competere con arance che dal Marocco approdano a Palermo a 30-35 centesimi al chilo. Un prezzo che, grazie agli attuali dazi doganali, equivale più o meno a quello applicato sulle arance siciliane. Di contro, in futuro, in virtù del suddetto accordo, potrebbero arrivare a 17-18 centesimi al chilo: una corsa al ribasso insostenibile per i produttori dell'isola. Un discorso simile varrà per i limoni, il cui prezzo al chilo potrebbe scendere a 15 centesimi al chilo contro i 30 attuali, e le zucchine, la cui quotazione precipiterebbe anche a 40 centesimi contro i 90 centesimi attuali;

l'accordo prevede l'apertura delle frontiere del Paese ad un'economia, quella marocchina, che non è chiamata a rispettare le stesse regole in materia di scambi commerciali e di tutela della salute del consumatore, che, invece, devono rispettare gli operatori dei settori agricolo e ittico in Europa. Non sarebbe, pertanto, opportuno, a parere degli interroganti, permettere che i mercati italiani, giustamente sottoposti a rigide regole di controllo e di sicurezza alimentare per il rispetto e la tutela della salute dei consumatori, competano con altri che queste regole non sono chiamati a rispettare;

con l'approvazione dell'accordo, i nostri mercati saranno invasi da prodotti realizzati con standard produttivi, ambientali e fitosanitari molto distanti da quelli italiani. Il costo del lavoro in Marocco, infatti, è molto più contenuto di quello medio europeo e, in particolare, di quello italiano e nel Paese l'applicazione dei diritti fondamentali ha ancora molte lacune e non ci sono garanzie che la sicurezza alimentare sia basata su principi e procedimenti del tutto analoghi a quelli italiani;

l'obiettivo di favorire l'export dei Paesi mediterranei, rimuovendo gli ostacoli tariffari a carico delle merci, dovrebbe piuttosto essere perseguito reintroducendo con determinazione chiari principi di reciprocità delle condizioni produttive, adottando idonee misure compensative a vantaggio degli agricoltori europei che ne subiscono le conseguenze;

le regioni euromediterranee devono insistere perché l'Unione europea dia la priorità ai negoziati commerciali multilaterali piuttosto che ai negoziati bilaterali, quali quello con il Marocco -:

come il Governo intenda correggere gli effetti distorsivi e fortemente penalizzanti per il settore agricolo italiano, in particolar modo per il settore agrumicolo siciliano, e tutelare le produzioni tipiche di quest'ultimo e se non ritenga di dover introdurre misure compensative in favore degli agricoltori delle regioni meridionali pesantemente danneggiati dagli effetti dell'accordo in premessa.(3-02119)