ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN ASSEMBLEA 3/02082

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 582 del 07/02/2012
Firmatari
Primo firmatario: PIONATI FRANCESCO
Gruppo: POPOLO E TERRITORIO (NOI SUD-LIBERTA' ED AUTONOMIA, POPOLARI D'ITALIA DOMANI-PID, MOVIMENTO DI RESPONSABILITA' NAZIONALE-MRN, AZIONE POPOLARE, ALLEANZA DI CENTRO-ADC, LA DISCUSSIONE)
Data firma: 07/02/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 07/02/2012
Stato iter:
15/02/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 15/02/2012
Resoconto PIONATI FRANCESCO POPOLO E TERRITORIO (NOI SUD-LIBERTA' ED AUTONOMIA, POPOLARI D'ITALIA DOMANI-PID, MOVIMENTO DI RESPONSABILITA' NAZIONALE-MRN, AZIONE POPOLARE, ALLEANZA DI CENTRO-ADC, LA DISCUSSIONE)
 
RISPOSTA GOVERNO 15/02/2012
Resoconto BALDUZZI RENATO MINISTRO - (SALUTE)
 
REPLICA 15/02/2012
Resoconto PIONATI FRANCESCO POPOLO E TERRITORIO (NOI SUD-LIBERTA' ED AUTONOMIA, POPOLARI D'ITALIA DOMANI-PID, MOVIMENTO DI RESPONSABILITA' NAZIONALE-MRN, AZIONE POPOLARE, ALLEANZA DI CENTRO-ADC, LA DISCUSSIONE)
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 15/02/2012

SVOLTO IL 15/02/2012

CONCLUSO IL 15/02/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-02082
presentata da
FRANCESCO PIONATI
martedì 7 febbraio 2012, seduta n.582

PIONATI. -
Al Ministro della salute.
- Per sapere - premesso che:

il decreto-legge 24 gennaio 2012, n. 1, relativo alle liberalizzazioni avrà un effetto devastante sulle imprese farmaceutiche del Paese, che deriverà dalla norma inserita nel «decreto liberalizzazioni», che di fatto - deviando la quasi totalità delle prescrizioni mediche sui soli generici - cancella ex lege uno dei settori più hi-tech della nostra economia;

la misura, di fatto, costringerebbe il medico a prescrivere e il farmacista a dispensare solo farmaci generici, innescando, in questo modo, un'inaccettabile distorsione della concorrenza a danno del prodotto con marchio;

una decisione che potrebbe causare il trasferimento delle produzioni, oggi realizzate in un sistema che conta 165 stabilimenti produttivi in Italia, in altri Paesi, con la conseguente chiusura di questi impianti, proprio ora che le imprese industriali farmaceutiche potrebbero rappresentare parte della soluzione ai problemi del Paese, in quanto motore effettivo di crescita;

le conseguenze potrebbero essere gravissime:

a) per l'occupazione di 65.000 dipendenti diretti, per il 90 per cento laureati o diplomati,

b) per i 64.000 che lavorano in un indotto di eccellenza;

c) per l'export, pari al 60 per cento della produzione e per gli investimenti annui pari a 2,4 miliardi di euro in produzione e ricerca;

le liberalizzazioni si fondano sulla trasparenza e puntano giustamente ad accrescere la competizione per migliorare l'efficienza del sistema a vantaggio dei cittadini, un obiettivo assolutamente condivisibile, che va correttamente perseguito attraverso una maggiore informazione del paziente;

quanto previsto dal decreto-legge sulle liberalizzazioni realizza ed impone, invece, trasferimenti di quote di mercato a danno di imprese che da anni investono sul territorio in innovazione, ricerca e produzione;

una conseguenza della misura, prevista dal decreto-legge sulle liberalizzazioni in materia di farmaci potrebbe essere la delocalizzazione di milioni di confezioni prodotte nei nostri stabilimenti a stabilimenti di altri Paesi, soprattutto l'India e la Cina, dove i costi di produzione sono più bassi; con un colpo di penna si rischia di trasferire le nostre produzioni alle fabbriche indiane;

negli ultimi anni si è assistito nel settore farmaceutico alla riduzione di 8.000 posti di lavoro, che il mercato del generico non è riuscito ad assorbire. In questo quadro economico si dovrebbe fare di tutto per difendere le fabbriche italiane dalle industrie che producono in Cina e India;

viene così leso il diritto del paziente di curarsi con il prodotto che già usa, a cui è abituato e di cui si fida, rendendo marginale il suo potere decisionale e di scelta;

con quanto previsto dal decreto-legge sulle liberalizzazioni si lede il diritto del medico di prescrivere in scienza e coscienza quello che ritiene utile e ciò che è il meglio per i suoi pazienti;

a causa di quanto previsto dal decreto-legge sulle liberalizzazioni in materia di farmaci non avrà più senso mandare gli informatori farmaceutici dal medico a promuovere prodotti scaduti di brevetto, perché si finirebbe per promuovere la vendita della molecola generica; il senso si limiterebbe a promuovere i prodotti ancora sotto brevetto;

non si tratta di salvare i profitti delle aziende, in quanto, ai prezzi a cui si vendono i prodotti off-patent, i margini sono quasi inesistenti. Si tratta di salvare occupazione, di mantenere in Italia una produzione di alta qualità che occupa lavoratori qualificati e crea valore aggiunto con quote di esportazione in crescita;

non bisogna dimenticare che i gruppi farmaceutici, oltre alla ricerca, hanno in Italia sia gli stabilimenti produttivi che quelli chimici per la produzione di intermedi e materie prime farmaceutiche. Mentre i genericisti producono, in buona parte, fuori dall'Italia o dall'Europa, senza fare sostanziale informazione al medico. Appare evidente che sarà ben difficile competere con loro se il prezzo sarà per legge l'unico parametro di valutazione per il medico. L'unica arma di competizione per le aziende farmaceutiche italiane sarà seguire le orme delle aziende straniere e, quindi, spostare la produzione all'estero;

la norma in materia di farmaci prevista dal decreto-legge sulle liberalizzazioni ha portato la Fimmg e lo snami a prendere posizione contro la norma, minacciando di apporre sulla ricetta la dicitura «non sostituibile» -:

se il Ministero della salute abbia svolto uno studio sulle ricadute in termini di costi-benefici derivanti dall'introduzione della norma relativa all'obbligo di prescrizione e vendita di farmaci generici di cui al decreto-legge 24 gennaio 2012, n 1, anche in relazione alle possibili ricadute occupazionali di tale norma sulle produzioni in Italia che interessano 165 stabilimenti produttivi. (3-02082)