ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/02049

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 577 del 26/01/2012
Firmatari
Primo firmatario: GALLI DANIELE
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 26/01/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 26/01/2012
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta orale 3-02049
presentata da
DANIELE GALLI
giovedì 26 gennaio 2012, seduta n.577

GALLI. -
Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico.
- Per sapere - premesso che:

un articolo pubblicato sul «Sole 24 Ore» il 1o dicembre 2010, a firma Federico Rendina, dava notizia di una nuova procedura inerente alla semplificazione e sostituzione dei cosiddetti certificati verdi delle energie rinnovabili, in particolare l'articolo segnalava: «è un ribaltone all'insegna di una maggiore efficienza dei sussidi e del contenimento degli oneri che insistono sulle bollette energetiche - così promettono i nostri uomini di Governo - quello varato ieri dal Consiglio dei Ministri con il via libera preliminare al decreto legislativo che recepisce la direttiva Ue sulle rinnovabili (2009/28/Ce) che ci obbliga a produrre così almeno il 17 per cento della nostra energia entro il 2020» e al capoverso successivo il medesimo articolo riporta; «L'Enea ha presentato la nuova edizione del suo rapporto "Energia Ambiente", che conferma una sostanziale stabilità del nostro record di dipendenza dall'estero (85 per cento a fonte di una media europea del 70 per cento) nonostante una contrazione dei consumi (- 5,8 per cento la richiesta di energia primaria nel 2009)»;

in un'intervista al sottosegretario pro tempore onorevole Stefano Saglia nella trasmissione Report in onda il 28 novembre 2010, egli poneva chiaramente in dubbio la veridicità dei certificati verdi di origine e faceva cenno ad un grave danno economico per i contribuenti italiani, i quali risulterebbero ignari dell'origine nucleare dell'energia elettrica importata, a fronte del Gestore servizi Energetici che la dichiara di origine idroelettrica;

nell'interrogazione a risposta immediata in assemblea del 25 gennaio 2011, presentata dall'onorevole Aldo Di Biagio quali risulta una chiara documentazione circa la falsità dei documenti di importazione di energia rinnovabile;

in un'informativa trasmessa all'interrogante da Asso-Consum associazione a tutela dei consumatori riconosciuta dal Ministero dello sviluppo economico - si legge: «Si noti bene che i cosiddetti «certificati di origine», nel caso di acquisto dei diritti di energia da altri produttori e che sono oggetto di contrattazione libera, sono esclusivamente venduti dal fornitore straniero, o dalla eventuale società intermediatrice preposta, ed il tutto non viene attentamente controllato da G.S.E. La problematica si estende alla natura discrezionale della tipologia di energia elettrica da rivendere da parte dell'esportatore straniero, il quale, raggirando la normativa europea circa la produzione di elettricità, rivende all'Italia, con grave ripercussione sul proprio piano economico, energia di ignota provenienza. (...) Il circuito si completa con il riversare questo costo di gravame pagato dagli importatori nella bolletta di fornitura degli utenti dei gestori di energia elettrica italiani. Infatti tali adempimenti comportano rilevanti oneri economici per i produttori di energia e per gli importatori. Il libero arbitrio non regolamentato dall'operatore che rivende l'energia elettrica, atteso che vi è in materia libera contrattazione e mancanza di precisa normativa nazionale, fa ricadere dette incombenze sulla spesa del consumatore-utente, violando dunque i principali dettami del codice del consumo, con serio pregiudizio per se e per le proprie finanze, poiché il pagamento di questi contributi si rivela essere una vera e propria «tassa» mascherata. Si conviene di porre all'attenzione le norme che impongono oneri sull'import dell'energia, le quali sono di assoluto rilievo economico. Si stima in un miliardo di euro annuo un eventuale risparmio di gravame di importazione per le famiglie italiane (...). Il cliente, invece, al contrario, non nota nella propria bolletta elettrica l'applicazione di questi costi, travisando dunque la trasparenza della stessa. In una comune bolletta di energia elettrica non sono evidenziate affatto le voci relativa alla quota di pagamento per la «importazione di energia elettrica verde da paese straniero» -:

se quanto esposto in premessa corrisponda al vero, o se si intenda verificare la veridicità di quanto segnalato;

in caso il comportamento esposto corrisponda al vero, quali siano le iniziative che si intendono attuare per riportare nella piena legalità, ripristinare il rapporto di trasparenza nei confronti degli utenti e riattivare i precisi e profondi controlli dovuti sull'origine dell'energia di provenienza estera da parte del G.S.E.;

se e come si intenda, se riscontrata la veridicità di quanto richiamato in premessa, sanzionare le parti responsabili, sia attive che di controllo, di tale condotta (3-02049)