MARIO PEPE (Misto-R-A). -
Al Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione.
- Per sapere - premesso che:
secondo i dati diffusi dalla Cgil nel luglio 2011, sarebbero circa 240 mila i contratti precari all'interno della pubblica amministrazione, ai quali dovrebbero aggiungersi i 200 mila precari del mondo della scuola;
nel rispondere ad interrogazioni su analogo tema, il 27 luglio 2011 il Ministro pro tempore Brunetta ha rammentato che la linea maestra del Governo per il reclutamento nel pubblico impiego è il concorso pubblico e che, in ogni caso, il Governo, con il decreto-legge 1
o luglio 2009, n. 78, ha previsto per gli anni 2010-2012, nei limiti del 40 per cento delle risorse finanziarie disponibili per assunzioni di personale, forme di reclutamento speciale nei confronti dei lavoratori con contratti di lavoro flessibile in possesso di un'anzianità pari a tre anni calcolata a settembre 2007;
in base alla relazione sullo stato della pubblica amministrazione del 2008 negli enti di ricerca il 40 per cento dei contratti è a tempo determinato, nell'università il lavoro precario è attorno al 17 per cento, una quota che scende al 3,4 per cento nelle agenzie e all'1,8 per cento negli enti previdenziali;
i dati esposti sembrano adombrare il sospetto che il lavoro precario sia utilizzato non a copertura di situazioni eccezionali, ma per coprire le deficienze di organico delle pubbliche amministrazioni derivanti dalle manovre di contenimento della spesa per il personale;
tuttavia, obbligare i nostri giovani ad un precariato di lunga durata impedisce loro di crearsi un futuro («mettere su» famiglia, acquistare una casa), come risulta evidente dalle statistiche sociali; d'altra parte, se le risorse previste nei bilanci pubblici a copertura delle spese per il precariato sono costanti, esse possono diventare definitive senza che questo produca maggiori oneri per la finanza pubblica -:
quale sia la posizione del Governo sulla questione esposta in premessa e se non ritenga opportuno adoperarsi per favorire l'assorbimento negli organici della pubblica amministrazione dei precari di lunga durata, nonché per rafforzare la quota vincolata di risorse per l'assunzione di personale precario, di cui al decreto-legge 1
o luglio 2009, n. 78, in particolare per quel che riguarda i settori dell'università e della ricerca.(3-01988)