COMPAGNON. -
Al Ministro dello sviluppo economico.
- Per sapere - premesso che:
l'articolo 13 della direttiva 2002/58/CE, relativa al trattamento dei dati personali e alla tutela della vita privata nel settore delle comunicazioni elettroniche, stabilisce che: «Gli Stati membri adottano le misure appropriate per garantire che, gratuitamente, le comunicazioni indesiderate a scopo di commercializzazione diretta non siano permesse se manca il consenso degli abbonati interessati oppure se gli abbonati esprimono il desiderio di non ricevere questo tipo di chiamate»;
il decreto del Presidente della Repubblica 7 settembre 2010, n. 178, istituisce il registro pubblico delle opposizioni, introducendo il corretto equilibrio tra le esigenze degli abbonati che hanno scelto di non ricevere più telefonate commerciali e le esigenze delle imprese che, in uno scenario di maggior ordine e trasparenza, possono utilizzare gli strumenti del marketing telefonico;
dal 1
o febbraio 2011 l'abbonato (cittadino, persona giuridica, ente o associazione) può, al fine di non essere contattato dagli operatori di tele-marketing, iscriversi nel registro pubblico delle opposizioni ovvero non iscriversi, facendo valere il principio del «silenzio-assenso»;
la gestione del registro è stata affidata dal Ministero dello sviluppo economico - dipartimento per le comunicazioni alla Fondazione Ugo Bordoni, attraverso un contratto di servizio che ne sottolinea la natura di ente terzo, indipendente e impegnato in attività di pubblico interesse;
ad oggi, la situazione non sembra essere risolta, dal momento che molti abbonati, nonostante iscritti al registro, lamentano di ricevere ancora un discreto numero di telefonate commerciali da numeri riservati -:
quali iniziative intenda adottare al fine di rendere il registro pubblico delle opposizioni un effettivo sistema in grado di tutelare concretamente la vita privata dei cittadini, preservandola da inaccettabili turbative della loro privacy.(3-01984)