ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN ASSEMBLEA 3/01983

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 564 del 21/12/2011
Firmatari
Primo firmatario: DI BIAGIO ALDO
Gruppo: FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO
Data firma: 21/12/2011


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA DIFESA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA DIFESA delegato in data 21/12/2011
Stato iter:
22/12/2011
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 22/12/2011
Resoconto DI BIAGIO ALDO FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO
 
RISPOSTA GOVERNO 22/12/2011
Resoconto DI PAOLA GIAMPAOLO MINISTRO - (DIFESA)
 
REPLICA 22/12/2011
Resoconto DI BIAGIO ALDO FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 22/12/2011

SVOLTO IL 22/12/2011

CONCLUSO IL 22/12/2011

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-01983
presentata da
ALDO DI BIAGIO
mercoledì 21 dicembre 2011, seduta n.564

DI BIAGIO. -
Al Ministro della difesa.
- Per sapere - premesso che:

l'articolo 2, comma 627, della legge 24 dicembre 2007, n. 244 (legge finanziaria per il 2008), le cui previsioni sono ora confluite nell'articolo 297, comma 1, del decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, ha stabilito che il Ministero della difesa predisponesse, con criteri di semplificazione, di razionalizzazione e di contenimento della spesa, un programma pluriennale per la costruzione, l'acquisto e la ristrutturazione di alloggi di servizio;

in ottemperanza a tale previsione, l'articolo 306, comma 3, del citato decreto legislativo n. 66 del 2010 ha disposto che «il Ministero della difesa provvede all'alienazione della proprietà, dell'usufrutto o della nuda proprietà di alloggi non più ritenuti utili nel quadro delle esigenze dell'amministrazione, in numero non inferiore a tremila»;

l'individuazione degli alloggi da alienare è stata già parzialmente operata, giusto decreto direttoriale n. 14 del 22 novembre 2010 della direzione generale dei lavori del genio del Ministero della difesa. Sono stati così individuati 3.022 alloggi, numero che, peraltro, non va ritenuto definitivo;

va ricordato che l'amministrazione della difesa dispone di un patrimonio immobiliare ad uso abitativo di circa 18.500 alloggi, di cui 4.000 alloggi sono non occupati. Esistono, inoltre, circa 5.000 alloggi utilizzati da utenti cosiddetti sine titulo. Tale condizione interessa personale militare in quiescenza, che usufruisce degli alloggi in base a contratti regolarmente registrati e pagando un canone mensile, fissato annualmente dal Ministero;

la corresponsione dei canoni di locazione menzionati garantisce attualmente all'amministrazione della difesa entrate non trascurabili, pari a circa 35 milioni di euro annui. Viceversa, i sopra citati 4.000 alloggi non occupati e quelli che saranno tali a breve, a causa degli annunciati sfratti, provocano un evidente e sensibile danno all'erario, per mancata riscossione canoni, spese condominiali comunque correnti e progressivo degrado per mancanza di manutenzione;

la normativa inerente la permanenza degli utenti sine titulo, con particolare riferimento alla legge n. 244 del 2007, ha sempre inteso adottare misure che favorissero una conciliazione in grado di tutelare anche il diritto, sancito per legge, degli inquilini residenti. Tuttavia, il regolamento attuativo della legge n. 244 del 2007, a parere dell'interrogante, ha stravolto il dettato normativo, determinando condizioni oggettivamente critiche per gli utenti stessi;

a partire dal 2009, con quanto tracciato nel progetto noto come «obiettivo 9», veniva predisposto il recupero delle unità abitative attraverso la sottoposizione degli utenti a dei canoni locativi di libero mercato, di fatto volutamente antieconomici e quindi insostenibili per moltissime delle famiglie interessate;

su tali questioni si sono avvicendati nel corso degli ultimi due anni interventi legislativi e parlamentari di natura trasversale, al fine di scongiurare il rischio di colpire inopinatamente le famiglie di tanti militari o comunque di personale in forza al Ministero della difesa, che hanno servito lo Stato;

la mozione n. 1-00559, concernente iniziative in materia di concessione degli alloggi di servizio del Ministero della difesa, sottoscritta dai rappresentanti di tutti i gruppi parlamentari e sulla quale il Governo in data 8 febbraio 2011 ha espresso parere favorevole, stabilisce che «in ogni caso, non si procederà al recupero degli alloggi nelle aree ove non sussistano impellenti esigenze non altrimenti risolvibili», con ciò lasciando emergere un preciso orientamento amministrativo finalizzato al recupero degli alloggi in relazione alla loro localizzazione e definendo la procedura di alienazione della proprietà, dell'usufrutto o della nuda proprietà di alloggi non più ritenuti utili, nel quadro delle esigenze dell'amministrazione ai sensi del citato decreto legislativo;

successivamente, nell'ambito di approvazione del cosiddetto decreto milleproroghe, in data 25 febbraio 2011 il Governo si è impegnato a non avviare azioni di recupero forzoso nei confronti degli utenti cosiddetti sine titulo, fermi restando i canoni allora vigenti;

la situazione relativa agli alloggi della difesa, assai complessa sotto molteplici profili, è materia di quattro mozioni attualmente oggetto dei lavori del Senato della Repubblica: la n. 1-00463 Germontani ed altri; la n. 1-00467 Scanu ed altri; la n. 1-00471 Ramponi ed altri; la n. 1-00472 Caforio ed altri. La discussione è iniziata in Assemblea il giorno 28 settembre 2011 ed è stata rinviata al fine di consentire ulteriori approfondimenti anche nell'ambito dell'attività delle Commissioni competenti per materia;

nonostante i citati impegni del Governo, anche di natura normativa, è da evidenziare che recuperi forzosi nei confronti degli alloggi di cui in premessa, non inclusi fra quelli di prevista alienazione, sono già stati avviati da qualche ramo del Ministero della difesa su tutto il territorio nazionale;

inoltre, una grave criticità si sta determinando in queste ore a dispetto e in direzione avversa rispetto al lavoro attualmente in corso presso il Senato della Repubblica e alle determinazioni a cui sono giunti i lavori parlamentari;

alla luce di quanto sopra indicato, mentre sono ancora in discussione le mozioni che, se approvate, impegnerebbero il Governo a predisporre una dinamica di ridefinizione della gestione degli alloggi, le associazioni di inquilini lamentano che molti utenti hanno ricevuto, da parte degli stati maggiori di forza armata, lettere raccomandate che stabiliscono da subito canoni del tipo «provvisori», incrementati fino al triplicare dell'equo canone attualmente corrisposto, fatti salvi futuri conguagli;

la misura evidenziata sarebbe, ad avviso dell'interrogante, palesemente illegittima, atteso che secondo l'articolo 3, comma 3, del decreto ministeriale del 16 marzo 2011, non è contemplata alcuna applicazione di canoni «provvisori», ma la determinazione dei nuovi canoni definitivi, a decorrere dalla data ufficiale della notifica formale;

tale misura, adottata mentre ancora sono al vaglio soluzioni alternative e confronti parlamentari, oltre a presentare un profilo di dubbia costituzionalità, costituisce una mancanza di rispetto nei confronti del lavoro parlamentare, attuale e pregresso. Essa sembra corrispondere pienamente a quanto ventilato nel citato «obiettivo 9» e mette in condizione di seria criticità migliaia di famiglie che, avendo servito con onestà e abnegazione lo Stato italiano, già si apprestano a lasciare le proprie case;

va, poi, osservato che l'aumento improvviso ed esponenziale dei canoni rappresenta una misura altamente incomprensibile anche dal punto di vista finanziario e amministrativo: il rischio è, infatti, quello di mandare via i vecchi inquilini, che pagano regolarmente il canone di locazione, per trovarsi con appartamenti vuoti, senza alcun vantaggio per il bilancio del Ministero interessato;

in data 14 dicembre 2011 il tribunale amministrativo regionale del Lazio ha accolto il ricorso presentato da 115 inquilini sine titulo degli alloggi militari, sospendendo l'efficacia dell'applicazione del canone di libero mercato, che risultava insostenibile a fronte del reddito familiare dei conduttori;

malgrado la sopra indicata pronuncia, il Ministero della difesa sta di fatto proseguendo la procedura di trattenimento dei canoni di mercato dalla pensione degli utenti -:
se non ritenga opportuno assumere le necessarie iniziative per sospendere gli aumenti di canoni «provvisori», che sono, a parere dell'interrogante, improvvisi, iniqui e normativamente non previsti, e condannati dalla recente sentenza del tribunale amministrativo regionale del Lazio, e ogni atto di recupero forzoso degli alloggi in questione, così come da impegno del Governo, in attesa della rettifica della normativa e almeno fino al completo espletamento dei lavori parlamentari attualmente in corso nelle Commissioni competenti, e quale intervento intenda predisporre - in considerazione dell'evidente urgenza della questione - al fine di ottemperare agli impegni presi dal Governo, tutelando concretamente e doverosamente la categoria degli inquilini sine titulo, anche tenendo in dovuto conto le esigenze delle famiglie interessate. (3-01983)