GHIZZONI, LENZI, MARAN, QUARTIANI, GIACHETTI, BACHELET, COSCIA, DE BIASI, DE PASQUALE, DE TORRE, LEVI, LOLLI, MAZZARELLA, MELANDRI, NICOLAIS, PES, ROSSA, ANTONINO RUSSO e SIRAGUSA. -
Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca.
- Per sapere - premesso che:
dopo l'ormai nota gaffe relativa al presunto tunnel tra il Cern di Ginevra con il laboratorio dell'Istituto nazionale di fisica nucleare ad Assergi, presso il Gran Sasso, attraverso il quale avrebbe viaggiato il fascio di neutrini, e al quale «l'Italia ha contribuito con uno stanziamento oggi stimabile intorno ai 45 milioni di euro», la notizia delle dimissioni del dottor Massimo Zennaro da capo ufficio stampa del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca appaiono come un atto dovuto;
appare, tuttavia, incomprensibile che il suddetto dottor Zennaro mantenga l'incarico di direttore della direzione generale per lo studente, l'integrazione, la partecipazione e la comunicazione, incarico che ricopre dal 2009 per designazione del Ministro interrogato. Il gruppo del Partito democratico, con un atto di sindacato ispettivo (n. 5-02216) del dicembre 2009, aveva già messo in dubbio le caratteristiche culturali e i titoli professionali del dottor Zennaro e aveva espresso grandi perplessità al doppio ruolo assunto come portavoce del Ministro interrogato in concomitanza all'incarico di direttore generale della detta direzione;
l'annuncio delle dimissioni dal solo incarico di capo ufficio stampa e il mantenimento della dirigenza della citata direzione generale appaiono poi del tutto inaccettabili, soprattutto dopo la diffusione della notizia, pubblicata dai maggiori quotidiani, della contemporanea assunzione di un nuovo incarico di consulente culturale offertogli da Barbara Berlusconi;
l'incarico di direttore generale di una direzione ministeriale è di tale responsabilità e impegno che difficilmente si concilia con lo svolgimento di altre funzioni. Peraltro, la possibilità che un dipendente pubblico possa svolgere altre attività lavorative, sia per enti pubblici sia per soggetti privati, è rigorosamente disciplinato dal nostro ordinamento con il decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e, in particolare, con l'articolo 53, il quale, per un verso ribadisce il regime di incompatibilità generale previsto dall'articolo 60 del decreto del Presidente della Repubblica 10 gennaio 1957, n. 3, e, dall'altro, al comma 9, prevede che «gli enti pubblici economici e i soggetti privati non possono conferire incarichi retribuiti a dipendenti pubblici senza la previa autorizzazione dell'amministrazione di appartenenza dei dipendenti stessi»;
da fonti di stampa, infine, al dottor Zennaro è attribuita la scelta di non rendere noti i dati relativi agli esiti degli esami di Stato dell'anno scolastico appena concluso; una scelta, questa, che sarebbe giustificata dalla volontà di non rendere nota la lieve flessione del numero dei bocciati, perché questo elemento avrebbe dimostrato un minor rigore della scuola italiana. Ad avviso degli interroganti, questo è un fatto destituito di fondamento e contestabile culturalmente perché una maggiore percentuale di promossi ha il solo significato di comprovare l'aumento del livello di apprendimento e conseguentemente il raggiungimento dell'obiettivo che ha la scuola, cioè di istruire e formare i giovani -:
se il Ministro interrogato non ritenga opportuno revocare al dottor Massimo Zennaro l'incarico di direttore generale, che appariva già anomalo in concomitanza con il ruolo di capo ufficio stampa e che appare oggi agli interroganti inopportuno e incompatibile rispetto al ruolo di consulente culturale di un soggetto privato.
(3-01869)