BARBATO, DONADI, BORGHESI e ANIELLO FORMISANO. -
Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali.
- Per sapere - premesso che:
come è ormai noto, la Fiat Iveco nei giorni scorsi ha comunicato che dal 1
o ottobre 2011 la Irisbus Italia spa, controllata dalla stessa al 100 per cento e quindi dal gruppo Fiat industrial, lascerà lo stabilimento in Valle Ufita (Avellino) e ha annunciato che sono in corso contatti per la cessione del ramo d'azienda alla società Dr group;
l'Irisbus costruisce non solo autobus di linea e da turismo, ma anche filobus di nuova concezione, ed è divenuta oggi il secondo produttore mondiale di autobus dopo la Daimler;
da quando l'amministratore delegato Marchionne ha annunciato il progetto Fabbrica Italia, con investimenti per 20 miliardi di euro, i risultati sono stati: cassa integrazione a Pomigliano d'Arco, cassa integrazione a Mirafiori, cassa integrazione alla Bertone, cassa integrazione in Iveco, chiusura di Termini Imerese e di uno stabilimento di Cnh di Imola e oggi vendita di Irisbus;
la Fiat deve ancora spiegare quali siano le strategie del gruppo a fronte di tutte le risorse pubbliche che ha ricevuto e che riceve, posto che, ad avviso degli interroganti, tale gruppo industriale persegue una politica di svendita del patrimonio industriale nazionale;
nello stabilimento di Grottaminarda lavorano direttamente 700 lavoratori e molti di più nell'indotto che tra il 19 e il 20 luglio 2011 sono stati messi tutti in cassa integrazione;
in provincia di Avellino la situazione occupazionale è pesante: si contano ben 80 mila disoccupati, che rappresentano circa il 35 per cento della popolazione attiva. La chiusura del citato stabilimento aggraverebbe tale difficile situazione;
il Ministero dello sviluppo economico ha convocato proprio per il 21 settembre 2011 la Fiat industrial spa, l'Anfia e i segretari delle confederazioni sindacali Cgil, Cisl, Uil e Ugl per esaminare le problematiche legate alla chiusura dello stabilimento;
a tal proposito, nel corso della seduta di giovedì 15 settembre 2011, il primo firmatario del presente atto di sindacato ispettivo aveva sottolineato, invece, come la questione dell'Irisbus non possa più essere gestita solo dal Ministero dello sviluppo economico e che il tavolo di concertazione si debba spostare presso la Presidenza del Consiglio dei ministri -:
quali siano nello specifico le proposte del Governo per evitare che il secondo produttore mondiale di autobus cessi di esistere e quali garanzie occupazionali ritenga di poter ottenere nel corso del citato incontro con le parti interessate. (3-01830)