ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN ASSEMBLEA 3/01805

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 513 del 06/09/2011
Firmatari
Primo firmatario: NAPOLI ANGELA
Gruppo: FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO
Data firma: 06/09/2011


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 06/09/2011
Stato iter:
07/09/2011
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 07/09/2011
Resoconto NAPOLI ANGELA FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO
 
RISPOSTA GOVERNO 07/09/2011
Resoconto FAZIO FERRUCCIO MINISTRO - (SALUTE)
 
REPLICA 07/09/2011
Resoconto NAPOLI ANGELA FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 07/09/2011

SVOLTO IL 07/09/2011

CONCLUSO IL 07/09/2011

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-01805
presentata da
ANGELA NAPOLI
martedì 6 settembre 2011, seduta n.513

ANGELA NAPOLI -
Al Ministro della salute.
- Per sapere - premesso che:
il 18 agosto 2011 il policlinico Agostino Gemelli di Roma comunicava che un'infermiera del reparto di neonatologia si era ammalata di tubercolosi e che nei confronti della dipendente era stata avviata una profilassi antitubercolotica standard (nonché la sospensione dall'incarico a scopo precauzionale), unitamente ad una serie di test di controllo a scopo preventivo su circa 1000 bambini nati nell'ospedale romano;

come ha spiegato il direttore del servizio di igiene e sanità pubblica dell'asl Roma E Enrico Di Rosa, la tubercolosi può assumere «forme subdole e latenti, specie nei neonati che hanno ancora delle risposte immunitarie suscettibili. Il che, tradotto, vuol dire che, se non controllati, oltre alla Tbc, potrebbero purtroppo andare incontro anche a tipi di meningite»;

i primi controlli sono stati ristretti ai soli bambini nati tra marzo e la metà di luglio 2011, poiché si è ritenuto che il contagio fosse avvenuto solo in quell'arco temporale (ossia nel periodo in cui l'infermiera, secondo quanto affermato inizialmente, avrebbe lavorato presso la neonatologia del Gemelli);

Costantino Romagnoli, il responsabile del reparto di neonatologia, a quel punto assicurava che «il rischio non è giudicato elevato», ed altresì che «nel nido, i contatti tra personale sanitario e i piccoli non è frequente e quelli con l'infermiera sono stati sporadici»;

di fronte alla possibilità di contagio di una bambina di 5 mesi, Filippo Berloco, della direzione sanitaria del Gemelli, affermava ancora: «In questo momento nessuno può affermare con certezza che ci sia una relazione» tra la malattia della bimba e quella dell'infermiera, «anzi, piuttosto, alcuni elementi potrebbero far pensare che non ci sia una relazione. Proprio perché parliamo di un caso »vecchio«, cioè di una bambina nata il 22 marzo, pensiamo che potrebbe essere troppo presto perché in quel momento l'infermiera fosse contagiosa»;

lo stesso giorno della diffusione della notizia del primo caso di contagio Renata Polverini, presidente della regione Lazio, dichiarava: «Non bisogna creare allarmismi perché l'allarme non c'è. Le procedure messe in campo sono quelle previste dai codici internazionali, la situazione è sotto controllo». «I dati che abbiamo sono assolutamente confortanti. Il rischio di contagio è molto basso. Sui bambini che sono stati visitati oggi non sono stati riscontrati sintomi clinici. Il Gemelli proseguirà in questa azione: l'ambulatorio agirà per tre mesi, periodo che potrà anche essere prolungato ma credo che non ce ne sarà bisogno. Non è una situazione che richieda l'attivazione di altre strutture, ma stanno supportando l'attività del Gemelli anche il Bambino Gesù, lo Spallanzani e le Asl Roma E e Roma F»;

il 19 agosto 2011 la procura di Roma apriva un fascicolo di indagine in relazione alla vicenda;

il 29 agosto 2011 la stampa diffondeva la notizia che il marito dell'infermiera fosse stato ricoverato, e poi dimesso, già nel 2004 al Policlinico Umberto I per pleurite di natura tubercolare;

la direzione dell'ospedale smentiva immediatamente con una nota di aver mai ricevuto «né da parte della dipendente, cui è stata diagnosticata Tbc, né da parte delle autorità sanitarie competenti segnalazione di patologia tubercolotica, di cui sarebbe stato affetto un familiare dell'infermiera. Tutti gli altri aspetti relativi alla vicenda saranno chiariti nelle opportune sedi con le quali il Policlinico Gemelli sta collaborando fattivamente, fornendo i necessari chiarimenti che di volta in volta vengono richiesti», aggiungendo inoltre che «la struttura si è attivata subito sin dalla insorgenza del problema»;

nel frattempo, uscivano su fonti di stampa notizie che retrodatavano di molto - rispetto alle prime informazioni - la presenza dell'infermiera nel reparto neonatale;

lo stesso 29 agosto 2011 veniva reso noto che diciotto nuovi bambini erano risultati positivi al test, facendo così salire a 52 il numero dei neonati esposti al bacillo della Tbc, fra cui anche cinque nati in febbraio (e rendendo dunque necessario estendere i controlli anche ai nati in gennaio);

a fine agosto si insediava una commissione di indagine istituita dalla regione Lazio, composta da 7 esperti e presieduta dal professore di malattie infettive dell'università La Sapienza di Roma, Vincenzo Vullo, con l'obiettivo, entro 90 giorni, «di fare chiarezza da un punto di vista sanitario e amministrativo sulla questione che riguarda il Policlinico Gemelli rispetto al caso dell'infermiera affetta da tubercolosi». A margine di tale insediamento Renata Polverini, presidente della regione Lazio, dichiarava: «La commissione non presuppone alcuna epidemia, è una parola che in questo momento non è assolutamente necessario né utile usare. Non c'è alcuna epidemia»;

il 30 agosto stesso il procuratore aggiunto Leonardo Frisani ed il pubblico ministero Alberto Pioletti sentivano, come persone informate dei fatti, quattro dirigenti dei settori medico e amministrativo del policlinico Agostino Gemelli, per avere spiegazioni riguardanti «quali precauzioni vengano adottate per impedire l'insorgere di infezioni, quali visite vengano disposte per i dipendenti e quali controlli periodici vengano adottati», al fine di capire se la donna è stata sottoposta di recente a visite di controllo o almeno a quelle previste dalla normativa sulla sicurezza sui posti di lavoro;

il 31 agosto 2011, contestualmente alla comunicazione da parte della regione Lazio che il numero dei bambini risultati positivi al test «è salito a 79», il Codacons chiedeva ai pubblici ministeri romani di procedere per i reati di epidemia e disastro colposo; secondo il Codacons, «proprio l'elevato numero di soggetti ad oggi risultati positivi ai controlli escludono la fattispecie di lesioni colpose: i reati per cui procedere sono quelli di epidemia e di disastro colposo»;

il 1o settembre 2011 veniva reso noto che, secondo quanto confermato dalla stessa infermiera del Gemelli nel corso dell'audizione svolta con i magistrati della procura di Roma, la donna era risultata positiva alla Tbc già tra il 2004 e il 2005;

Fernando Aiuti, immunologo, infettivologo e presidente della commissione capitolina politiche sanitarie ha dichiarato: «Ci sono alcune anomalie. Si tratta del caso con il più alto numero di bimbi neonati contagiati in ambiente ospedaliero almeno da 50 anni. Inoltre l'epidemia non ha precedenti rispetto alla durata e all'estensione del contagio, cioè sette mesi, un tempo infinito se consideriamo che normalmente il contagio avviene in un periodo compreso tra una settimana e un mese e mezzo. Anomalo il lungo periodo intercorso prima che si scoprisse la malattia nell'infermiera. Il fatto che poi la signora in questione sia ancora ricoverata allo Spallanzani ormai dalla fine di luglio mi fa pensare che il suo sia un caso particolarmente grave. Se c'è qualcosa da imputare al policlinico è forse il fatto di avere aspettato tre settimane prima di attivare il programma di controlli e richiamare i bambini in ospedale. Se è vero che ci sono stati contagi anche nei piccoli nati a gennaio, non si sa se agli inizi o alla fine del mese comunque, secondo me, bisognerebbe fare i test anche ai bambini nati a dicembre e novembre 2010. E non solo. Il test quantiferon che ha una certezza del 95 per cento non è stato sperimentato sui bimbi al di sotto dei cinque anni. Potrebbe esserci un buon 20 per cento di falsi negativi. Per cui sarebbe necessario riproporre a distanza di qualche mese un controllo a tutti i negativi».

al 3 settembre 2011 risultano 115, su 1.266 risultati pervenuti, i bambini positivi al test della tubercolosi, di cui uno nato il 27 luglio 2011, due giorni dopo l'allontanamento dell'infermiera malata;

molti genitori dei piccoli nati nel periodo sotto esame, come riportato e documentato da interviste apparse sui diversi mezzi di informazione, hanno protestato per non essere stati avvertiti tempestivamente dall'ospedale; alcuni di loro, nonostante i figli fossero inseriti nella lista dei bambini «a rischio», non hanno ricevuto alcuna chiamata da parte della asl ed hanno scoperto di dover sottoporre il figlio al test di controllo solo perché si sono attivati autonomamente, dovendo altresì superare resistenze, silenzi ed omissioni da parte del personale dell'ospedale;

il 2 settembre 2011, con una nota ufficiale, il policlinico Gemelli ha preso posizione sul caso Tbc sottolineando che: «In piena serenità d'animo e con fermezza il Policlinico respinge l'accusa di "aver mentito". Da parte del Gemelli non vi è stata, mai, alcuna menzogna ai genitori, di cui ogni lavoratore del Policlinico sinceramente comprende e condivide ansie e motivi di disagio»;

il 5 settembre 2011 si è avuta notizia delle prime iscrizioni sul registro degli indagati in relazione alla vicenda: la procura sembra ipotizzare il reato di epidemia colposa e omissione di atti d'ufficio, per i mancati, o insufficienti, controlli;

a fronte delle minimizzazioni circa i rischi effettivi e delle rassicurazioni fornite inizialmente dagli stessi vertici del Gemelli sta, invece, lentamente emergendo una situazione estremamente preoccupante e confusa, che va assolutamente chiarita - anche al fine di valutare eventuali responsabilità - in quanto è in gioco la salute pubblica -:
se non ritenga opportuno, per quanto di sua competenza, fornire ulteriori elementi utili a ricostruire quanto sia effettivamente accaduto al policlinico Gemelli e chiarire se la stessa struttura sanitaria abbia attivato, in maniera tempestiva ed adeguata, tutte le procedure di sicurezza previste dalla normativa vigente in materia nonché le eventuali misure necessarie per garantire l'incolumità dei pazienti.
(3-01805)