PES, CALVISI, MARAN, AMICI, QUARTIANI, GIACHETTI, FADDA, MARROCU, MELIS, ARTURO MARIO LUIGI PARISI, SCHIRRU e SORO. -
Al Ministro dell'economia e delle finanze.
- Per sapere - premesso che:
da alcuni mesi si stanno verificando in molte aree del Paese proteste popolari aventi lo scopo di bloccare la realizzazione di una potente rete di sensori radar in alcune delle zone incontaminate delle coste italiane;
nel mirino sono finite la Sardegna (Capo Pecora a Fluminimaggiore, Capo Sperone a Sant'Antioco, Punta Foghe a Tresnuraghes e Capo Argentiera nel comune di Sassari), la Puglia (Santa Maria di Leuca), la Sicilia (Capo Murro di Porco a Siracusa), la Calabria e la Liguria;
l'installazione avverrebbe per conto della Guardia di finanza - anche per il tramite del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti - da parte della società romana Almaviva (già Finsiel) ed i radar (nome in codice EI/M-2226) sarebbero di produzione israeliana (Elta system, controllata dalla compagnia statale Aerospace industries);
lo scopo dell'intervento sarebbe quello di prevenire l'immigrazione clandestina, il traffico di droga, gli attacchi terroristici, il contrabbando e la pesca illegale; questi radar a micro-onde, infatti, riuscirebbero a monitorare la superficie del mare a una distanza di 30-40 miglia e ad individuare natanti anche di piccola dimensione;
i siti che sono stati individuati in Sardegna per la posa dei tralicci e delle parabole sono alcuni dei punti più suggestivi dell'intera costa occidentale: Capo Pecora a Fluminimaggiore, Capo Sperone a Sant'Antioco, Punta Foghe a Tresnuraghes e Capo Argentiera nel comune di Sassari;
precedentemente, in occasione del Forum internazionale sull'innovazione tecnologica tenutosi nel 2009 a Genova, l'ammiraglio ispettore Ferdinando Lolli e, in altro contesto, la società Selex sistemi integrati hanno confermato (come da decreto del 28 gennaio 2004) l'installazione di 8 vtsl (vessel traffic service), che prevede il posizionamento di ulteriori radar, presumibilmente a Punta Scomunica e anche nelle zone di Oristano, di S. Antioco e di Pula;
l'installazione dei radar potrebbe comportare rischi per la salute dei cittadini, oltre che creare delle servitù militari permanenti e aggiuntive, che in Sardegna, in particolare, andrebbero ad aggiungersi alle servitù militari già esistenti, le quali hanno prodotto per la popolazione residente già gravi conseguenze;
è forte il rischio che si crei uno «scempio ambientale, urbanistico e paesaggistico», come denunciato pubblicamente tra gli altri da Legambiente Sardegna, che ha chiesto su questi temi l'immediato avvio di un confronto a livello nazionale -:
se non ritenga opportuno e urgente rendere pubblico l'elenco di tutti i progetti in corso che prevedono l'installazione dei radar sulle coste della Sardegna per conto della Guardia di finanza e della Guardia costiera, adoperandosi perché siano valutate tutte le alternative di localizzazione dei radar, al fine di utilizzare siti militari già esistenti sicuramente nella disponibilità di enti anche diversi dalla Guardia di finanza, garantendo l'assenza di pericolo di inquinamento elettromagnetico per la popolazione e le zone interessate, tutelando, altresì, le aree ad elevato valore ambientale ed evitando, infine, che l'installazione di tali strutture crei delle servitù militari permanenti e aggiuntive per la Sardegna.(3-01777)