ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN ASSEMBLEA 3/01776

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 507 del 26/07/2011
Firmatari
Primo firmatario: SCANDEREBECH DEODATO
Gruppo: UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO
Data firma: 26/07/2011
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DELFINO TERESIO UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO 26/07/2011
CALGARO MARCO UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO 26/07/2011
FORMISANO ANNA TERESA UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO 26/07/2011
PEZZOTTA SAVINO UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO 26/07/2011
RUGGERI SALVATORE UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO 26/07/2011
CICCANTI AMEDEO UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO 26/07/2011
COMPAGNON ANGELO UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO 26/07/2011
NARO GIUSEPPE UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO 26/07/2011
VOLONTE' LUCA UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO 26/07/2011


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 26/07/2011
Stato iter:
27/07/2011
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 27/07/2011
Resoconto SCANDEREBECH DEODATO UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO
 
RISPOSTA GOVERNO 27/07/2011
Resoconto VITO ELIO MINISTRO SENZA PORTAFOGLIO - (RAPPORTI CON IL PARLAMENTO)
 
REPLICA 27/07/2011
Resoconto SCANDEREBECH DEODATO UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO
Fasi iter:

RITIRO FIRME IL 27/07/2011

DISCUSSIONE IL 27/07/2011

SVOLTO IL 27/07/2011

CONCLUSO IL 27/07/2011

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-01776
presentata da
DEODATO SCANDEREBECH
martedì 26 luglio 2011, seduta n.507

SCANDEREBECH, DELFINO, CALGARO, ANNA TERESA FORMISANO, PEZZOTTA, RUGGERI, CICCANTI, COMPAGNON, NARO e VOLONTÈ. -
Al Ministro dello sviluppo economico.
- Per sapere - premesso che:

la sentenza «salomonica» emessa dal tribunale di Torino il 14 luglio 2011 non incide negativamente, ma, anzi, avvalora l'esito del referendum con cui la maggioranza degli operai della Fiat si è espressa a favore dell'accordo, definendo legittimo il percorso attivato da Fiat per Pomigliano d'Arco;

è, al contrario, censurabile il comportamento del management della Fiat, che, secondo gli interroganti con sconcertante disinvoltura, alla luce della sentenza e con la scusa di attendere le motivazioni scritte dal giudice, avrebbe annunciato sospensioni e complicazioni nell'attuazione del programma di investimenti previsti da Fiat-Chrysler in Italia;

la sentenza non dovrebbe in alcun modo intralciare o addirittura bloccare trattative verso azioni di investimento che, in caso di fallimento, potrebbero portare la Fiat all'impensabile decisione di chiudere lo «stabilimento madre» di Torino;

occorre, invece, pretendere dall'azienda torinese di procedere con la realizzazione del progetto Fabbrica Italia, attuando le promesse fatte al Governo con chiarezza e senza strumentalizzare una sentenza indiscutibile che dà maggior peso decisionale all'azienda del Lingotto;

nella provincia di Torino, già oggi epicentro della disoccupazione a livello europeo, vi sono circa 220 mila disoccupati, che corrispondono ad una percentuale del 10 per cento della popolazione;

se a questi si dovessero aggiungere i lavoratori della Fiat e della ex Bertone, si registrerebbe, sul fronte occupazionale, una crisi profonda che colpirebbe l'intera economia piemontese, andando ad aggravare ulteriormente la già difficile situazione delle popolazioni locali;

appare del tutto evidente agli interroganti che il gruppo Fiat-Chrysler, nonostante gli impegni verbali assunti sulla volontà di mantenere gli impianti produttivi nel nostro Paese, non abbia nessuna intenzione di rafforzare, né mantenere tali produzioni e si accinga a ridimensionare e chiudere molti dei suoi stabilimenti, a vantaggio di nuove sedi in Nord America, America latina e Asia, come annunciato in queste ore;

è necessario che i vertici Fiat, responsabilmente, si pronuncino in maniera definitiva, con impegni scritti e chiarimenti, sul futuro di Mirafiori e della ex Bertone e sui 20 miliardi annunciati per Fabbrica Italia -:

se non ritenga di convocare urgentemente un tavolo di concertazione con le parti sociali e le imprese coinvolte, al fine di conoscere il piano industriale e i relativi investimenti e di salvaguardare i livelli occupazionali, il futuro e la sicurezza del reddito per tutti i lavoratori coinvolti loro malgrado in questo processo di dismissioni, compresi quelli legati all'indotto degli stabilimenti Fiat. (3-01776)