ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN ASSEMBLEA 3/01752

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 499 del 12/07/2011
Firmatari
Primo firmatario: FAVIA DAVID
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 12/07/2011


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PARI OPPORTUNITA'
Attuale delegato a rispondere: PARI OPPORTUNITA' delegato in data 12/07/2011
Stato iter:
13/07/2011
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 13/07/2011
Resoconto FAVIA DAVID ITALIA DEI VALORI
 
RISPOSTA GOVERNO 13/07/2011
Resoconto CARFAGNA MARIA ROSARIA MINISTRO SENZA PORTAFOGLIO - (PARI OPPORTUNITA')
 
REPLICA 13/07/2011
Resoconto FAVIA DAVID ITALIA DEI VALORI
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 13/07/2011

SVOLTO IL 13/07/2011

CONCLUSO IL 13/07/2011

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-01752
presentata da
DAVID FAVIA
martedì 12 luglio 2011, seduta n.499

FAVIA. -
Al Ministro per le pari opportunità.
- Per sapere - premesso che:
l'Italia, seppur con un grave ritardo rispetto ad altri Paesi europei, si è dotata di una normativa specifica - recata dal decreto legislativo n. 151 del 2001 - contenente il «Testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità, a norma dell'articolo 15 della legge 8 marzo 2000, n. 53», con l'obiettivo, tra l'altro, di «garantire una più ampia tutela della maternità e della paternità» medesime (così stabilisce la legge delega);

tra i diritti garantiti alle lavoratrici-madri vi è quello relativo al divieto di licenziamento, di cui all'articolo 54 del decreto legislativo n. 151 del 2001, nel periodo «dall'inizio del periodo di gravidanza fino al termine dei periodi di interdizione dal lavoro previsti, nonché fino al compimento di un anno di età del bambino»;

tali disposizioni trovano integrale applicazione e sono puntualmente recepite dal contratto collettivo nazionale di lavoro valevole per il personale non dirigenziale di Poste italiane s.p.a. (segnatamente dall'articolo 45), laddove si prevede: «L'Azienda garantisce la tutela della lavoratrice madre, che abbia informato il datore di lavoro del proprio stato, in conformità alle previsioni di legge in materia con particolare riferimento alle disposizioni di cui al capo II «Tutela della salute della lavoratrice« del testo unico, alle previsioni del decreto legislativo n. 626 del 1994, e successive modifiche e integrazioni, e al documento di valutazione dei rischi»;

da quanto emerge dalle segnalazioni dei sindacati di categoria, sono sempre più numerosi i casi di lavoratrici che, avendo viste respinte le proprie domande di riavvicinamento lavorativo al luogo di residenza familiare (ciò che si presumerebbe, invece, facilmente possibile per un'azienda tipicamente «a rete» come Poste italiane s.p.a.), sono poste nell'oggettiva impossibilità di prendersi cura dei propri figli minori (specie se questi sono più di uno e in giovanissima età) e costrette, quindi, a rassegnare le proprie «dimissioni volontarie» dall'azienda medesima -:

quali iniziative il Ministro interrogato intenda assumere presso Poste italiane s.p.a. affinché gli obiettivi di cui al decreto legislativo n. 151 del 2001 in tema di tutela della maternità siano pienamente realizzati. (3-01752)