PAGLIA. -
Al Ministro della difesa.
- Per sapere - premesso che:
per il funzionamento dei suoi servizi in tempo di pace, di guerra o di grave crisi internazionale, la Croce rossa italiana dispone di un corpo militare, ausiliario delle Forze armate, il cui personale è disciplinato dal titolo V del decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, «Codice dell'ordinamento militare», nonché dal libro V del decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 90, «Testo unico delle disposizioni regolamentari in materia di ordinamento militare, a norma dell'articolo 14 della legge 28 novembre 2005, n. 246»;
gli iscritti nel corpo militare della Croce rossa italiana, chiamati in servizio, sono militari e sottoposti alle norme del regolamento di disciplina militare e dei codici penali militari;
a difendere il carattere militare del suddetto corpo ausiliario, di cui nel 2011 ricorrono i 145 anni dalla fondazione, sono stati negli ultimi anni tutti i Governi che si sono succeduti, sia di centrodestra, sia di centrosinistra, e da ultimo, per voce del Sottosegretario Crosetto, anche l'Esecutivo in carica;
ipotesi relative alla più generale trasformazione della natura della Croce rossa italiana, che oggi è un ente di diritto pubblico, sono state avanzate nella discussione sulla manovra correttiva dei conti pubblici, ma sono state oggi, a quanto pare, escluse dalle misure del decreto-legge inviate al vaglio del Presidente della Repubblica -:
se corrisponda al vero che è in atto da parte del commissario straordinario della Croce rossa italiana - nominato tre anni fa dal Presidente del Consiglio dei ministri e per due volte prorogato nell'incarico - la presentazione al Consiglio dei ministri di un progetto di smilitarizzazione del corpo militare della Croce rossa italiana, nell'ambito di un processo di riorganizzazione dell'ente, e se e come questa ipotesi si integri con il progetto di più generale «privatizzazione» della Croce rossa italiana.(3-01736)