VERINI, MORASSUT, POMPILI, TOUADI, MARAN, LENZI, QUARTIANI, GIACHETTI, ARGENTIN, BACHELET, CARELLA, COSCIA, GASBARRA, GENTILONI SILVERI, MADIA, META, RECCHIA e TOCCI. -
Al Ministro per i beni e le attività culturali.
- Per sapere - premesso che:
con un'interrogazione a risposta immediata in Assemblea, la n. 3-00259 del 2008, si denunziava il pericolo di gravi ripercussioni sulla tutela del patrimonio artistico, archeologico, paesaggistico e architettonico della città di Roma, derivante dallo smantellamento dell'ufficio antiabusivismo del comune, ufficio nato con l'obiettivo di reprimere gli abusi edilizi;
da allora il comune di Roma non dispone più di uno strumento fondamentale che negli anni passati ha consentito di rilevare qualsiasi variazione, anche prospettica, realizzata sul territorio: l'ufficio lavorava in stretta sinergia con gli enti parco, la polizia municipale e la procura;
in occasione della discussione in Assemblea dell'interrogazione di cui sopra, l'allora Ministro per i beni e le attività culturali, onorevole Sandro Bondi, assumeva l'impegno di «monitorare con particolare attenzione il sistema dei beni culturali, paesaggistici, architettonici e archeologici della città di Roma» e riportava all'Assemblea le dichiarazioni che in proposito il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, gli aveva fatto pervenire: «la lotta all'abusivismo edilizio continuerà con più determinazione di quanto sinora sia stato fatto»;
nella risposta l'allora Ministro per i beni e le attività culturali riferiva anche della «determinazione nella lotta all'abusivismo a Roma evidenziata dall'assessore all'urbanistica, Marco Corsini, che, appunto, ha sottolineato come la lotta all'abusivismo a Roma non si ferma anzi si rafforza, ed il segnale è dato dall'istituzione di un ufficio di coordinamento operativo per la repressione dell'abusivismo edilizio che avrà un organico adeguato, per numero e qualità di tecnici e impiegati e risorse che verranno raddoppiate»;
il quotidiano la Repubblica ha pubblicato, il 9 aprile 2011, un articolo dal titolo «Tangenti per sanare gli abusi edilizi a Roma. Il supertestimone: ogni mattina arriva un uomo con le mazzette dai 5 ai 30 mila euro»;
nell'articolo si legge che: «all'interno dell'ufficio condono edilizio - dice il supertestimone - esiste un clan, una cupola composta da alcuni inamovibili funzionari comunali e da almeno sette dipendenti di Gemma. Gemma è la società pubblico/privata che ha gestito per conto del Campidoglio le pratiche del condono fino al giugno del 2010. Il potere di dare o rifiutare una concessione è tutto nelle mani del clan che quindi gestisce la tangente». E ancora: «il pagamento della tangente è solo metà dell'opera. Perché poi bisogna saper aggiustare la pratica. E qui si entra nel campo dell'arte. In generale il sistema migliore è quello delle pratiche in bianco, buono per tutti gli abusi. Negli ultimi giorni utili per presentare le domande, il dirigente G. si era inventato di »protocollare« alcune pratiche in bianco. Cioè dei fogli bianchi col timbro certificato del comune ai quali aggiungere successivamente i dettagli dell'abuso. In teoria si potrebbe costruire una villa in un parco domani mattina e farla apparire condonata nel 2004. Ancora oggi esiste un mercato di queste pratiche pre datate. Costano 50 mila euro l'una. Una notte, sotto i miei occhi ne vennero fabbricate 500»;
il valore del patrimonio culturale della città di Roma è inestimabile e necessita di un'attenta tutela, in particolare contro ogni forma di abusivismo edilizio: come ben sottolineato dall'allora Ministro per i beni e le attività culturali, sempre in occasione della discussione dell'interrogazione in questione: «del resto, come ho avuto modo di osservare in più occasioni, in Italia, storia e paesaggio si fondono in un tutt'uno armonico. Tutelare i beni culturali senza tutelare il territorio, ossia il paesaggio, sarebbe opera vana e inconcludente. Se distruggiamo il nostro paesaggio, distruggiamo la nostra ricchezza più importante per noi e per il futuro del Paese e in questo modo distruggiamo anche la possibilità stessa dello sviluppo del turismo» -:
se, anche in base alle informazioni in possesso del Ministero per i beni e le attività culturali, in seguito al «monitoraggio» a suo tempo annunciato, rispondano al vero i gravissimi fatti citati e denunciati dagli organi di informazione, i quali, qualora verificati, rappresenterebbero una conferma del fatto che la lotta all'abusivismo edilizio nella città di Roma non solo sta subendo una pericolosissima battuta d'arresto, ma sta anche conoscendo inquietanti fenomeni di corruzione nella pubblica amministrazione, e quali iniziative di verifica e controllo di competenza il Ministero per i beni e le attività culturali abbia ritenuto di intraprendere in merito ai fatti riportati dalla stampa e, più in generale, in relazione alla lotta all'abusivismo edilizio nella città di Roma, al fine di garantire un'adeguata ed efficace tutela del patrimonio culturale, paesaggistico, architettonico ed archeologico ubicato a Roma, fatte ovviamente salve le competenze comunali nel rispetto dei principi costituzionali in materia.
(3-01672)