MURO. -
Al Ministro degli affari esteri.
- Per sapere - premesso che:
il giorno 8 febbraio 2011, verso le ore 7, in pieno Oceano indiano la nave battente bandiera italiana denominata Savina Caylin, appartenente alla società armatrice Fratelli D'Amato di Napoli, è stata sequestrata da un gruppo organizzato, nonostante fosse a circa 880 miglia dalla costa somala;
il sequestro è stato molto violento, tenuto conto del fatto che risultano essere stati esplosi colpi di mitra e razzi;
come è noto, le navi con bandiera italiana sono da considerarsi territorio italiano a tutti gli effetti;
sulla detta nave erano imbarcati 5 italiani e, in particolare, il comandante di lungo corso della stessa Giuseppe Lubrano Lavadera;
a circa 580 miglia di distanza dal luogo in cui è avvenuto il sequestro, era in navigazione la nave militare Zeffiro, impegnata nella missione antipirateria «Atlanta», organizzata dall'Unione europea, che raggiungeva i luoghi dei suddetti fatti dopo due giorni;
a tutt'oggi risultano all'interrogante solo quattro occasioni nelle quali è stato consentito ad alcuni membri dell'equipaggio, tra cui il comandante, di parlare con i propri familiari, e l'ultima telefonata risale al lontano 28 febbraio 2011;
nonostante le rassicurazioni provenienti dall'apparato burocratico del Ministero degli affari esteri, il caso sta superando i limiti di ogni ragionevole attesa e, dopo circa due mesi dall'accaduto, non si è a conoscenza di quali iniziative il Ministero degli affari esteri intenda mettere in campo per arrivare ad una rapida soluzione del problema;
le famiglie dei marittimi sono lasciate in uno stato di disinformazione e prostrazione non giustificabile;
la società armatrice, da sola, non è evidentemente in grado di garantire la buona riuscita della trattativa, se di trattativa si sta discutendo -:
in quali condizioni di salute e di sussistenza si trovino i marittimi (in particolare i 5 italiani), per quale motivo le famiglie degli stessi, ancorché informate saltuariamente dalla burocrazia ministeriale, non abbiano notizie con flusso continuo e non conoscano cosa si stia effettivamente facendo per supportare l'azione della società armatrice e se non si ritenga opportuno e necessario intervenire direttamente, tenuto conto che il sequestro è avvenuto, dal punto di vista giuridico e di fatto, come segnalato in premessa, in territorio italiano.(3-01589)