FONTANELLI, REALACCI, VENTURA, MARAN, LENZI, QUARTIANI, GIACHETTI, GATTI, GHIZZONI e MELANDRI -
Al Ministro per i beni e le attività culturali.
- Per sapere - premesso che:
nel 1998 a Pisa, in occasione della costruzione di un nuovo centro direzionale delle Ferrovie dello Stato, ubicato poco all'esterno delle mura della città medievale e in seguito al rinvenimento nel suolo sottostante di importanti parti di manufatti lignei, si decise di procedere all'esplorazione del sito ferroviario, allestendo un cantiere di carattere estensivo, denominato cantiere delle «Navi antiche di Pisa»;
lo straordinario ritmo incalzante di rinvenimenti, sedici relitti, interi o parzialmente conservati, individuati in pochi mesi portò, nell'estate del 1999, alla decisione di destinare l'intera area alla ricerca archeologica. Dal dicembre 1999, stipulato l'accordo che passava alla soprintendenza la piena responsabilità dello scavo, si è proceduto con una nuova strategia di intervento, che, secondo i principi della stratigrafia archeologica, permettesse il recupero e il trasferimento dei relitti individuati in luoghi adatti alla conservazione e al restauro;
lo scavo archeologico, all'avanguardia sia per le attrezzature impiegate per il recupero sia per il restauro dei materiali, agibile e visitabile anche da parte del pubblico, costituisce un esempio di straordinaria rarità e unicità nel panorama degli scavi archeologici mondiali;
come lamenta l'articolo di Giovanni Parlato, pubblicato il 5 dicembre 2010 su Il Tirreno, il prezioso sito archeologico delle «Navi antiche di Pisa» si trova in stato di semiabbandono e di limbo senza alcuna certezza per il suo futuro, in ragione degli scarsissimi fondi messi a disposizione dal Ministero per i beni e le attività culturali, che rendono ancora più incerto il prosieguo dello scavo e del progetto del Museo delle navi, che dovrebbe essere ospitato negli arsenali medicei alla Cittadella;
dal 1998, anno della scoperta in occasione dei lavori per l'ampliamento della stazione di San Rossore, al 2010 sono stati stanziati 13 milioni di euro, ma già uno studio di fattibilità dell'epoca indicava come necessari 25 milioni di euro. Attualmente si sopravvive con 300 mila euro del finanziamento per il mantenimento del cantiere aperto, che non permette, però, altra attività e per il 2011 sono previsti solo 20 mila euro, come denunciato dall'articolo de la Repubblica del 13 dicembre 2010, che parla di «rischio collasso» entro pochi mesi -:
quali iniziative urgenti intenda assumere per mettere a disposizione fondi sufficienti al prosieguo dell'importante scavo archeologico delle «Navi antiche di Pisa» e se non ritenga opportuno farsi parte attiva per l'inserimento del sito fra i beni tutelati dall'Unesco, come altri gioielli artistici della città di Pisa e d'Italia. (3-01454)