MORONI. -
Al Ministro della salute.
- Per sapere - premesso che:
Farmindustria ha stipulato un accordo con Poste italiane per la consegna a domicilio di farmaci destinati ai pazienti affetti da particolari patologie, che devono oggi ritirarli presso le farmacie ospedaliere;
l'accordo sembra garantire un vantaggio per i cittadini, ma presenta, al contrario, molteplici profili di rischio: per i malati, per i conti pubblici e per l'efficienza del mercato farmaceutico;
la consegna domiciliare di farmaci non può essere esposta agli inconvenienti ricorrenti nei servizi di recapito, che Poste italiane gestisce direttamente o affida ad operatori terzi; un farmaco non può - come un pacco qualsiasi - finire «non consegnato» per assenza del destinatario, smistato in un magazzino decentrato, difficilmente raggiungibile e inadatto a conservarlo, e infine, magari, «recuperato» fuori tempo massimo, con possibili rischi di interruzione delle terapie;
la consegna a domicilio non verrebbe, comunque, effettuata da operatori sanitari e, dunque, i dubbi e le richieste di informazioni dei pazienti rimarrebbero senza risposta;
la privacy dei pazienti non sarebbe comunque salvaguardata, perché i portieri degli stabili, i vicini di casa, i corrieri e quanti altri potrebbero essere coinvolti dalle procedure di consegna dei prodotti farmaceutici: sarebbero, di fatto, informati delle condizioni di salute del destinatario e ciò appare gravemente in contrasto con i numerosi adempimenti cui gli operatori sanitari sono sottoposti per garantire la privacy dei pazienti;
se i costi della consegna fossero a carico dei produttori, ciò comporterebbe un'illegittima integrazione verticale del mercato dei farmaci, censurata dalla stessa Corte di giustizia europea; se fossero, invece, a carico del servizio sanitario nazionale sarebbero decisamente superiori a quelli della consegna - ben più sicura, da tutti i punti di vista - tramite le farmacie;
questa modalità di consegna rende più complesso l'effettivo monitoraggio dell'efficacia del farmaco e i risultati terapeutici delle cure -:
se non condivida le perplessità esposte in premessa e se non ritenga di intervenire, per quanto di competenza, nell'interesse dei pazienti, per evitare i rischi connessi alla situazione rappresentata in premessa.(3-01434)