ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN ASSEMBLEA 3/01418

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 423 del 25/01/2011
Firmatari
Primo firmatario: DI STANISLAO AUGUSTO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 25/01/2011
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DONADI MASSIMO ITALIA DEI VALORI 25/01/2011
EVANGELISTI FABIO ITALIA DEI VALORI 25/01/2011
ORLANDO LEOLUCA ITALIA DEI VALORI 25/01/2011


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA DIFESA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA DIFESA delegato in data 25/01/2011
Stato iter:
26/01/2011
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 26/01/2011
Resoconto DI STANISLAO AUGUSTO ITALIA DEI VALORI
 
RISPOSTA GOVERNO 26/01/2011
Resoconto LA RUSSA IGNAZIO MINISTRO - (DIFESA)
 
REPLICA 26/01/2011
Resoconto DI STANISLAO AUGUSTO ITALIA DEI VALORI
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 26/01/2011

SVOLTO IL 26/01/2011

CONCLUSO IL 26/01/2011

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-01418
presentata da
AUGUSTO DI STANISLAO
martedì 25 gennaio 2011, seduta n.423

DI STANISLAO, DONADI, EVANGELISTI e LEOLUCA ORLANDO. -
Al Ministro della difesa.
- Per sapere - premesso che:
lunedì 3 gennaio 2011 il Governo afghano ha affermato che il numero di poliziotti afghani uccisi nel corso del 2010 è diminuito di circa il 7 per cento, nonostante la violenza diffusa in tutto il Paese all'inizio del decimo anno di guerra;

le vittime straniere, invece, militari e civili, sono a livelli record, nonostante la presenza di circa 150.000 truppe a guida Nato. Il 2010 è stato l'anno più sanguinoso da quando i talebani sono stati cacciati dalle forze afghane sostenute dagli Stati Uniti alla fine del 2001;

Bashary, il portavoce del Ministero dell'interno, ha dichiarato che 2.447 poliziotti afghani sono stati feriti, mentre 5.225 ribelli sono stati uccisi e 949 feriti;

si è registrato un totale di 6.716 incidenti di sicurezza nel 2010, come agguati, bombe su strada, attentati suicidi e lanci di razzi;

la rivolta si è spostata, nel corso degli ultimi due anni, dalle sue tradizionali roccaforti nel sud-est in zone un tempo pacifiche del nord-ovest del Paese. Il nord, in particolare, è diventato un nuovo cruento fronte di guerra;

le Nazioni Unite hanno detto che 2.412 civili sono stati uccisi e 3.803 feriti tra gennaio e ottobre del 2010, il 20 per cento in più rispetto al 2009;

il Ministero della difesa ha detto che 821 soldati afghani sono stati uccisi nel 2010. Il generale di brigata Josef Blotz, un portavoce della Nato - International security assistance force (Isaf), ha dichiarato che l'alto numero di vittime tra le forze di sicurezza afghane «è un testamento al loro sacrificio, ai loro sforzi, al loro impegno, stanno combattendo per il loro Paese»;

Blotz ha dichiarato, inoltre, che l'aumento del numero di truppe straniere in guerra in Afghanistan avvenuto nel 2010 aveva portato ad una prevedibile ripresa della violenza, «ma ovviamente questo era un passo necessario nella strategia globale»;

le forze straniere hanno subito un numero di decessi record nel 2010, con 711 soldati uccisi, circa i due terzi dei quali americani, secondo www.iCasualties.org, che svolge attività di monitoraggio di siti web. È stato di gran lunga l'anno più letale per le truppe straniere;

una revisione della strategia di guerra portata avanti dal Presidente Usa Barack Obama nel mese di dicembre 2010 rileva come siano stati fatti progressi contro i talebani e Al Qaeda, ma che permangono gravi problemi;

i leader della Nato hanno convenuto al vertice di Lisbona nel mese di novembre 2010 di porre fine alle operazioni di combattimento e di sicurezza e di lasciare la responsabilità in mano a forze afghane entro la fine del 2014. Obama ha promesso di iniziare a ritirare le truppe Usa a partire dal luglio 2011;

ma i critici sostengono che la data del 2014, fissata dal Presidente Hamid Karzai, è troppo ambiziosa, che vi sono carenze in Afghanistan e nelle sue forze di sicurezza e che la fissazione di una data per il ritiro delle truppe rende più forti e temerari gli insorti;

nella relazione inviata nei giorni scorsi alle Nazioni Unite da parte di Staffan De Mistura, responsabile della missione Onu di assistenza all'Afghanistan, viene riportato che i «prossimi mesi saranno duri e ci sarà un peggioramento delle condizioni di sicurezza». I talebani «sono ancora là e programmano spettacolari attentati» a macchia di leopardo in tutto il Paese;

il momento che si accinge a vivere l'Afghanistan è uno dei più difficili e, soprattutto, pericolosi in assoluto da quasi dieci anni a questa parte;

sebbene gli altri alleati, a cominciare da Obama, hanno convenuto di attuare una revisione della strategia di guerra, l'Italia non si è affatto posta il problema;

Anders Fogh Rasmussen, Segretario generale della Nato, ha rilasciato dichiarazioni preoccupate nel corso del primo incontro del 2011 con la stampa, il 24 gennaio 2011, affermando: «Permettetemi di dire che non mi aspetto che il 2011 sarà facile. Continueremo a entrare nei territori degli insorti. E ci aspettiamo che le violenze continueranno mentre il nemico ci combatte» e che i primi passaggi di consegne fra forze Nato e forze afghane «è un processo che dipende dalle condizioni sul terreno» -:
quali azioni il Governo intenda adottare per stabilire tempi e modi per l'effettivo e immediato disimpegno del nostro contingente da quel teatro di guerra, come sempre più si va configurando l'Afghanistan, con un particolare riferimento alla zona che vede impegnati i nostri militari.(3-01418)