DI PIETRO, DONADI, EVANGELISTI e BORGHESI. -
Al Ministro dell'interno.
- Per sapere - premesso che:
da un articolo di stampa pubblicato sul Il Fatto Quotidiano del 3 novembre 2010 emergono ulteriori particolari relativi alle feste che si svolgono nella residenza ad Arcore e a villa Certosa, di proprietà del Presidente del Consiglio dei ministri Berlusconi;
nell'articolo si racconta del disagio che avrebbero espresso alcuni carabinieri membri della scorta del Presidente del Consiglio dei ministri per il lavoro che svolgono, ovvero «scortare» talvolta anche ragazze ospiti delle feste nelle residenze del Presidente del Consiglio dei ministri; in particolare, si racconta di carabinieri «costretti a proteggere interi convogli di ragazze» ospiti del Presidente del Consiglio dei ministri;
sempre dall'articolo citato emerge che «alle feste che si svolgono ad Arcore dal venerdì al lunedì e che nell'estate si moltiplicano, arrivano numerosissime ragazze, con ogni mezzo, auto a noleggio o anche accompagnate da ospiti illustri; alcune restano per la notte e altre vanno via a fine festa»;
secondo l'articolo, alcuni carabinieri si sarebbero lamentati del fatto che, pur essendo addestrati a difendere le più alte personalità dello Stato, si ritrovano a fare da scorta e da accompagnatori agli ospiti e alle ragazze che partecipano ai festini;
nell'articolo si legge anche che, durante queste feste, il Presidente del Consiglio dei ministri qualche volta è uscito fuori dalla villa a scherzare e a scambiare battute con i militari, facendosi a volte accompagnare da ragazze, e, inoltre, risulta che una volta ha mandato una ragazza che ha ballato per loro la danza del ventre;
i carabinieri di scorta, che operano con orari massacranti e con innumerevoli ore di straordinario non pagate, si ritrovano a lavorare, anziché per le istituzioni e in difesa dello Stato, fuori dalle ville «in attesa di riaccompagnare ragazze nei residence o anche personalità con la ragazze di turno, a volte fino all'ingresso del loro appartamento»;
l'Italia ha un apparato di scorte che non ha paragoni col resto d'Europa e che - secondo un calcolo molto approssimativo - costa circa 100 milioni di euro ogni anno; infatti, dagli ultimi dati disponibili (relativi al gennaio 2009) risulta che nel nostro Paese sarebbero circa 2.500 gli uomini (tra poliziotti, carabinieri e finanzieri) impegnati quotidianamente nei servizi di scorta e tutela e in quelli di vigilanza ai luoghi sensibili;
il servizio scorte è certamente utile ed in alcuni casi (come, per esempio, la tutela dell'incolumità personale del Presidente del Consiglio dei ministri) estremamente necessario, ma tale necessità non può fungere da paravento per far svolgere al personale addetto compiti impropri rispetto al suo ruolo: appare, pertanto, opportuno verificare in concreto sia l'uso effettivo che viene assegnato ai vari servizi di scorta, sia l'esistenza e la persistenza in capo alle varie personalità scortate della necessità di ricorrere a tale mezzo di tutela -:
se, alla luce di quanto esposto in premessa, non ritenga urgente intervenire, al fine di limitare il servizio scorte solo ai casi effettivamente necessari, e, soprattutto, se non ritenga utile diramare ulteriori specifiche direttive (oltre a quelle già in essere che evidentemente vengono disattese) al personale addetto ed alle personalità scortate, al fine di inquadrare esattamente i compiti istituzionali del servizio e di ribadire il divieto assoluto di utilizzare tale servizio per finalità e personalità diverse da quelle a cui è stato assegnato (prevedendo anche - in caso di inosservanza - la rimozione del servizio e l'addebito del danno erariale). (3-01324)