ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN ASSEMBLEA 3/01165

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 348 del 06/07/2010
Firmatari
Primo firmatario: DI PIETRO ANTONIO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 06/07/2010
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DONADI MASSIMO ITALIA DEI VALORI 06/07/2010
BORGHESI ANTONIO ITALIA DEI VALORI 06/07/2010
MONAI CARLO ITALIA DEI VALORI 06/07/2010
EVANGELISTI FABIO ITALIA DEI VALORI 06/07/2010


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 06/07/2010
Stato iter:
07/07/2010
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 07/07/2010
Resoconto DI PIETRO ANTONIO ITALIA DEI VALORI
 
RISPOSTA GOVERNO 07/07/2010
Resoconto VITO ELIO MINISTRO SENZA PORTAFOGLIO - (RAPPORTI CON IL PARLAMENTO)
 
REPLICA 07/07/2010
Resoconto DI PIETRO ANTONIO ITALIA DEI VALORI
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 07/07/2010

SVOLTO IL 07/07/2010

CONCLUSO IL 07/07/2010

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-01165
presentata da
ANTONIO DI PIETRO
martedì 6 luglio 2010, seduta n.348

DI PIETRO, DONADI, BORGHESI, MONAI e EVANGELISTI. -
Al Ministro dello sviluppo economico.
- Per sapere - premesso che:

sia la legge n. 249 del 1997, sia la delibera dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni n. 181/09/CONS prevedono espressamente che il piano nazionale di assegnazione delle frequenze (pnaf) riservi almeno un terzo dei programmi irradiabili all'emittenza televisiva locale;

in data 28 giugno 2010, l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha pubblicato la delibera n. 300/10/CONS relativa al piano nazionale di assegnazione delle frequenze, che, all'allegato 2, riporta che la scelta delle frequenze pianificabili sull'intera area tecnica o a livello sub-regionale o provinciale sia stata effettuata tenendo conto dei vincoli di coordinamento internazionale e della presenza di allotment coordinati a Ginevra 2006. E ancora, che l'obiettivo principale sia stato quello di garantire la pianificazione di almeno 13 multiplex a copertura regionale nelle regioni della pianura padana (Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Marche, Friuli Venezia Giulia), che sono le più critiche in termini di orografia e coordinamento internazionale;

in base alle decisioni assunte nella Conferenza di Ginevra del 2006, nell'ambito della fascia adriatica delle aree tecniche 5-6-7, ovvero l'Emilia-Romagna, il Veneto e il Friuli Venezia Giulia, sono stati assegnati all'Italia i seguenti canali: 5, 8, 9, 24, 25, 26, 30, 32, 36, 37, 38, 40, 42, 44, 47, 48, 49, 50, 52, 54, 55, 56, 58, 60, 62, 63, 65. I canali non assegnati, invece, sono stati il 6, il 21, il 22; il 27, il 31, il 33, il 35, il 41, il 51, il 59, il 64, il 66, il 67 (assegnati alla Slovenia) e il 23, il 28, il 29, il 34, il 39, il 43, il 45, il 46, il 53, il 57, il 61, il 68 (assegnati alla Croazia);

l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, nell'ambito del già citato piano di assegnazione delle frequenze pubblicato il 28 giugno 2010, all'allegato 1, prevede la realizzazione di 25 reti nazionali, che, in relazione alle citate aree tecniche del Nord-Est 5-6-7, determina una tipologia di assegnazione tale per cui tutti i canali attribuiti finiscono per essere destinati all'emittenza nazionale, con l'unica eccezione dei canali 62, 63 e 65, che, presumibilmente, potrebbero essere destinati, in linea con gli orientamenti emergenti a livello europeo, ai servizi di telefonia mobile;

ciò appare particolarmente grave e preoccupante, poiché in questo modo non risulterebbe rispettata la riserva di almeno un terzo dei programmi irradiabili all'emittenza televisiva locale, in difformità da quanto previsto dalla legge 31 luglio 1997, n. 249, nonché dalla delibera dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni n. 181/09/CONS. Inoltre, mentre la riserva di almeno un terzo dei programmi irradiabili all'emittenza televisiva locale risulta prevista espressamente per legge, non esiste atto normativo di rango primario o secondario che disponga che le reti nazionali debbano essere necessariamente in numero di 25;

non si comprendono i motivi per i quali l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni abbia deciso di pianificare comunque 25 reti nazionali, quando appare decisamente evidente che nelle citate aree tecniche 5-6-7 relative alla fascia adriatica del Nord-Est, ma anche in tutto il territorio nazionale, erano pianificabili al massimo 18 reti nazionali, in modo tale da garantire la riserva di un terzo (ovvero 9 frequenze coordinate) all'emittenza locale;

appare quanto mai chiaro che la situazione descritta dalla presente interrogazione non fa altro che avvantaggiare la posizione delle emittenti televisive nazionali, tra cui Mediaset s.p.a., a discapito di quelle locali, che potrebbero ottenere molte più reti rispetto a quelle attualmente possedute in analogico;

se si intendessero comunque mantenere 25 reti televisive nazionali, il Ministero dello sviluppo economico, al quale spettano le attività di coordinamento delle frequenze in sede internazionale e le competenze sulle modifiche del piano nazionale di ripartizione delle frequenze, potrebbe adottare gli opportuni provvedimenti nei confronti degli Stati della Slovenia e della Croazia, al fine di coordinare ulteriori 13 risorse frequenziali (in questo modo si determinerebbero 25 reti nazionali e 13 locali, ovvero più di un terzo, per un totale di 38 canali tra nazionali e locali) nell'area del Nord-Est per un utilizzo da parte dell'Italia che sia tale da rendere attuabile il piano nazionale di assegnazione delle frequenze, recentemente approvato dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, con l'effettiva riserva di un terzo dei programmi irradiabili all'emittenza televisiva locale ad oggi non prevista dal suddetto piano;

nel nostro Paese, il Presidente del Consiglio dei ministri concentra nella propria persona una molteplicità di poteri politici, economici e mediatici, che ha determinato nel tempo un costante conflitto di interessi in capo al Presidente stesso, che, attraverso i propri parenti e sodali, gestisce numerosi e importanti gruppi societari imprenditoriali, tra i quali Mediaset s.p.a., concessionario di frequenze televisive nazionali;

in data 4 maggio 2010 il Ministro dello sviluppo economico Claudio Scajola ha presentato le dimissioni dal suo incarico, in coincidenza con un'inchiesta giudiziaria riguardante il pagamento effettuato da terzi con fondi in nero per l'acquisto di un immobile a suo favore. Dal 5 maggio 2010 ad oggi tale ministero è stato assegnato ad interim al Presidente Silvio Berlusconi e, come noto, la legge n. 121 del 2008 assegna al ministero sopra citato le competenze dell'ex Ministero delle comunicazioni, ivi compresa la gestione delle concessioni delle frequenze televisive e dell'intero settore delle televisioni -:

se al Governo risultino i motivi per i quali l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni abbia deciso di pianificare comunque 25 reti nazionali, quando appare decisamente evidente che nelle aree tecniche 5-6-7 relative alla fascia adriatica del Nord-Est, ma anche in tutto il territorio nazionale, erano pianificabili al massimo 18 reti nazionali, in modo tale da garantire la riserva di un terzo (ovvero 9 frequenze coordinate) all'emittenza locale, e quali iniziative urgenti il Ministero dello sviluppo economico, al quale spettano le attività di coordinamento delle frequenze in sede internazionale e le competenze sulle modifiche del piano nazionale di ripartizione delle frequenze, intenda assumere in relazione alla situazione descritta dalla presente interrogazione, che, ad avviso degli interroganti, ha di fatto avvantaggiato la posizioni delle emittenti televisive nazionali, quali Mediaset, che potrebbero ottenere molte più reti rispetto a quelle attualmente possedute in analogico, a discapito dell'emittenza locale.(3-01165)
Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

acquisto della proprieta'

garanzia

inchiesta giudiziaria

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