DONADI, CAMBURSANO, BORGHESI e MESSINA. -
Al Ministro dell'economia e delle finanze.
- Per sapere - premesso che:
secondo quanto si apprende dalla stampa nazionale, in data 10 giugno 2010, il presidente della regione Lombardia, Roberto Formigoni, commentando le misure introdotte dal decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, recante misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e competitività economica attualmente in discussione al Senato della Repubblica (Atto Senato n. 2228), ha dichiarato quanto segue: «Le regioni sono in grande allarme: i tagli sono iniquamente distribuiti tra i vari livelli di governo. Non contestiamo che la manovra sia fatta, né la sua consistenza. Ma mentre la sforbiciata per i ministeri è dell'1-2 per cento, per le regioni è pari al 14 per cento e se i ministeri decidono di tagliare i trasferimenti alle regioni è ancora superiore. Siamo latori di una proposta - riferendosi ai lavori enucleati dalla riunione della conferenza delle regioni - affinché siano distribuiti i tagli equamente su tutti i livelli di governo. Andremo oggi da Tremonti dicendo che la manovra non è accettabile perché taglia i servizi ai cittadini»;
il giorno successivo, e segnatamente in data 11 giugno 2010, il presidente della regione Lombardia ha, inoltre, dichiarato che: «Così come è la manovra spazza via il federalismo fiscale», perché grava per circa il 50 per cento sulle regioni e, soprattutto, perché i tagli ai finanziamenti proposti dalla manovra incidono sulla «carne viva di ciò che le regioni devono fare: sul trasporto pubblico locale, sulle imprese, sulla scuola ed infine sulle misure di carattere ambientale»;
infine, in data 14 giugno 2010, il presidente della regione Lombardia ha sottolineato, in un articolo apparso su il quotidiano la Repubblica, che: «Se la manovra non cambia saremo costretti a tagliare i servizi o ad aumentare le tasse, cioè a mettere le mani nelle tasche dei cittadini. È il contrario della politica che il centrodestra sostiene»;
il citato provvedimento economico di iniziativa governativa, di fatto, mette in discussione due capisaldi centrali del programma politico dell'attuale Esecutivo, ovvero l'attuazione del federalismo fiscale e la diminuzione della pressione fiscale nei confronti dei cittadini -:
quali iniziative urgenti intenda assumere il Governo al fine di far sì che i sacrifici economici siano previsti in modo equo, con identità di proporzione tra tutti i comparti dello Stato, e, soprattutto, senza scaricare sui servizi pubblici essenziali, e quindi sui cittadini, gli effetti più odiosi ed ingiusti che potrebbero derivare dai risparmi conseguenti ai tagli perpetrati nei confronti delle regioni. (3-01127)