DI PIETRO, RAZZI, BORGHESI, EVANGELISTI, DI STANISLAO e PALADINI. -
Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali.
- Per sapere - premesso che:
nel giugno 2009 circa un centinaio di pensionati hanno scoperto di essere stati sostanzialmente derubati dall'Inca Cgil di Zurigo;
i pensionati in questione si erano rivolti a quella sede dell'Inca per farsi aiutare nelle pratiche di pensionamento, ma a loro insaputa i soldi della cassa pensione sono stati trasferiti su conti intestati all'Inca-Cgil. Il Comitato per la difesa delle famiglie derubate della pensione stima in più di 30 milioni di franchi svizzeri (quasi 40 miliardi delle vecchie lire) la somma complessivamente mancante;
sul caso sono state presentate numerose interrogazioni a risposta scritta al Ministro interrogato e al Ministro degli affari esteri da parte di deputati e senatori appartenenti a gruppi della maggioranza e dell'opposizione (onorevole Gianni Farina - n. 4-04037, onorevole Razzi - n. 4-04188, onorevole Di Biagio - n. 4-04259, senatore Di Girolamo - n. 4-01972, onorevole Picchi - n. 4-04485, senatore Di Girolamo - n. 4-02497), senza che nessuna di queste abbia ottenuto dai Ministri interrogati alcuna risposta;
sono state riscontrate dalle autorità svizzere numerose irregolarità contabili-amministrative presso il patronato Inca di Zurigo;
un certo numero di nostri connazionali che si erano rivolti al patronato per l'assistenza nei rapporti con gli enti svizzeri gestori di previdenza complementare hanno avuto l'amara sorpresa di perdere tutti i propri risparmi (accumulati in anni di duro lavoro da emigrati in Svizzera), causa gli artifizi e raggiri posti in essere, a loro carico, dalla dirigenza zurighese del patronato Inca, nella persona del signor Giacchetta;
il patronato Inca, nell'accettare l'incarico, faceva sottoscrivere anche un mandato, un'autorizzazione all'incasso degli erogandi importi, pronti ad essere liquidati;
gli enti pensionistici e/o assicurativi svizzeri versavano su un conto corrente, intestato al patronato Inca, via via gli importi di pertinenza dei singoli richiedenti, definendo in tal modo la posizione pensionistica e/o assicurativa;
ricevuti i singoli accrediti sul proprio conto corrente, Inca non li girava all'avente diritto, ma provvedeva a ritenerli in modo indebito, appropriandosene di fatto, senza nemmeno avvertire, in molti casi, l'interessato;
nel corso dell'anno 2009, ed in seguito alle denunce di alcuni connazionali indirizzate alle autorità elvetiche da parte di qualche italiano raggirato e danneggiato, il signor Giacchetta è stato tratto in arresto una prima volta per breve periodo e, di recente, una seconda volta;
il patronato Inca-Cgil è una persona giuridica di diritto privato (anche se svolge servizio di pubblica utilità), che, al pari di tutti gli altri patronati, esercita anche all'estero le funzioni di cui agli articoli 7 e 8 della legge n. 152 del 2001;
il patronato Inca gode dei finanziamenti nella misura elencata dall'articolo 13 della citata legge, per il quale il 2 per cento è riservato esclusivamente alle sedi estere e lo 0,10 per cento è destinato al controllo delle stesse;
ogni patronato ha l'obbligo, ex articolo 14, di fornire entro il 30 aprile di ciascun anno al ministero del lavoro e delle politiche sociali tutti i dati relativi alle strutture organizzative in Italia ed all'estero;
l'attività di vigilanza (sui patronati) spetta - ex articolo 15 - al ministero del lavoro e delle politiche sociali, che, per l'esercizio del controllo delle sedi estere, effettua «ispezioni con proprio personale dipendente, dotato di particolare competenza in materia». In sede di ispezione, in caso di gravi irregolarità amministrative oppure accertate violazioni al proprio compito istituzionale, il Ministro nomina un commissario per la gestione straordinaria delle attività e ricorre allo scioglimento - con nomina di un liquidatore - nel caso siano venuti meno i requisiti di cui agli articoli 2 e 3 della legge;
le operazioni finanziarie condotte dal signor Antonio Giacchetta richiedevano procedure o modalità appropriate, alcune delle quali presso il consolato generale d'Italia in Zurigo -:
quali attività abbia intrapreso il Governo italiano - a seguito di quanto esposto in premessa - per controllare i tempi, la frequenza, le modalità, eventuali omissioni e responsabilità nelle ispezioni condotte presso le sedi estere dei patronati, in particolare quello Inca di Zurigo, e presso i consolati generali d'Italia, in special modo quello di Zurigo, a tutela dei diritti dei cittadini italiani residenti all'estero e per prevenire ulteriori truffe come quella di Zurigo. (3-00918)