COMPAGNON. -
Al Ministro degli affari esteri.
- Per sapere - premesso che:
il 28 novembre 2009 veniva compiuto un sanguinoso attentato terroristico sul treno veloce «Nevskij Express» lungo la tratta Mosca-San Pietroburgo;
l'esplosione di una bomba di 7 chilogrammi di tritolo posta sul convoglio faceva deragliare il treno, causando 27 morti od una novantina di feriti, tra i quali l'imprenditore friulano, Armando Noacco;
dopo l'attentato, il signor Noacco veniva trasportato nella clinica ortopedica di San Pietroburgo Dzhanelidze - ove è attualmente ricoverato nel reparto di terapia intensiva - per essere sottoposto ad un delicato intervento chirurgico al femore, complicato da una grave emorragia;
a quanto consta all'interrogante i familiari del Noacco che, nel frattempo, lo hanno raggiunto a San Pietroburgo riscontrano, per un verso, un'assistenza sanitaria inadeguata e, per altro verso, una incomprensibile leggerezza da parte del personale addetto dell'unità di crisi della Farnesina relativamente allo specifico caso, sul quale, tuttavia, è stato aperto un fascicolo;
nonostante la versione ufficiale tenda a ridimensionarne il quadro clinico, il signor Noacco versa in condizioni molto serie, destando la comprensibile preoccupazione dei familiari che raccontano di un comportamento abnorme da parte dei sanitari russi, oltremodo inaccettabile se si considera che è praticato nei confronti di un cittadino straniero rimasto vittima di un attentato terroristico, peraltro il secondo accaduto in tre anni sulla stessa linea ferroviaria -:
se risponda al vero che ai famigliari del signor Noacco venga sistematicamente denegata la visione della cartella clinica del proprio congiunto;
se risponda al vero che gli stessi debbano provvedere direttamente all'alimentazione del paziente;
se risponda al vero che gli stessi debbano acquistare in proprio il materasso ospedaliero;
se per quanto consti alle autorità diplomatiche, le prime prestazioni ospedaliere e quelle continuative siano conformi a standard accettabili in campo sanitario;
se l'unità di crisi della Farnesina sia operativa anche durante i fine settimana;
se il Ministro non ritenga, comunque, nell'interesse del nostro connazionale provvedere a riportarlo immediatamente in Italia. (3-00807)