VIETTI, TASSONE, MANTINI, MANNINO, VOLONTÈ, CICCANTI, COMPAGNON, NARO, RAO, GALLETTI, OCCHIUTO, RIA, LIBÈ e BOSI. -
Al Ministro per la semplificazione normativa.
- Per sapere - premesso che:
il 19 novembre 2009 il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge di riforma degli organi e delle funzioni degli enti locali, di semplificazione e razionalizzazione dell'ordinamento e che contiene la cosiddetta Carta delle autonomie locali, già approvato in via preliminare nella seduta del 15 luglio 2009, il testo non è stato ancora presentato alle Camere;
secondo il Ministro interrogato «il disegno di legge individua in maniera puntuale e disciplina le funzioni fondamentali di comuni, province e città metropolitane. Razionalizza e riordina, anche al fine del contenimento della spesa pubblica e della riduzione degli assetti organizzativi delle amministrazioni statali, gli uffici periferici dello Stato e il sistema dei controlli interni»;
il provvedimento, tuttavia, secondo gli interroganti, non favorisce un reale decentramento dallo Stato alle regioni, alle province e ai comuni, quale premessa di un vero federalismo, e si risolve in un restyling della pubblica amministrazione - come hanno rimarcato anche le associazioni degli enti locali - non in grado, quindi, di fornire le risposte attese dai cittadini;
l'impianto normativo rischia di entrare in rotta di collisione con il meccanismo del federalismo fiscale e di non garantire un equilibrio tra i diversi livelli della Repubblica, determinando - come gli interroganti hanno da sempre affermato - l'insostenibilità dei federalismo stesso;
non è stato ancora chiarito con quali risorse il federalismo fiscale verrà attuato e con quali tempi, visto che, con il decreto-legge n. 135 del 2009, cosiddetto «decreto Ronchi», il cui disegno di legge di conversione è stato recentemente approvato dalla Camera dei deputati, sono stati prorogati i termini per l'emanazione del primo decreto attuativo;
il provvedimento sottrae sovranità ai comuni su materie di loro competenza e svuota il ruolo del sindaco;
è singolare, ad avviso degli interroganti, che il Ministro interrogato abbia giustificato la mancata soppressione delle province con l'eliminazione di altri enti intermedi inutili;
l'articolo 14 della nuova disciplina prevede una delega - peraltro assolutamente generica - per la riduzione del numero delle circoscrizioni provinciali (e conseguentemente delle prefetture), ma nel contempo ne potenzia i compiti;
il tema della soppressione delle province, ritenute costose ed inutili, era stato fortemente sbandierato nel corso della campagna elettorale da tutti i partiti, per poi sparire pian piano, fino a giungere al voto favorevole sulla questione sospensiva della proposta di legge costituzionale per la soppressione delle province presentata dal gruppo dell'Udc -:
quali siano l'impianto e le finalità complessive sottese al provvedimento, che, nonostante fosse molto atteso dagli enti interessati e dai cittadini, anche perché strettamente connesso con la realizzazione del federalismo fiscale, ha già riscosso notevoli critiche e rivela, a giudizio degli interroganti, significativi punti oscuri e contraddittori. (3-00795)