DI PIETRO e BORGHESI. -
Al Ministro per i rapporti con il Parlamento.
- Per sapere - premesso che:
a quanto consta agli interroganti, esiste il testo di una bozza di decreto-legge, recante «Norme urgenti per la cessazione dello stato di emergenza in materia di rifiuti nella regione Campania, per l'avvio della fase post-emergenziale nel territorio della regione Abruzzo, per la predisposizione e la realizzazione di un piano di messa in sicurezza idrogeologica in relazione alle eccezionali avversità atmosferiche verificatesi il 1
o ottobre 2009 nel territorio della provincia di Messina ed altre disposizioni urgenti di protezione civile e per la Presidenza del Consiglio dei ministri», che prevede la costituzione, per lo svolgimento delle funzioni strumentali del dipartimento della protezione civile, di una società per azioni con capitale interamente pubblico;
le attività di tale società potrebbero riguardare - sempre secondo il testo citato - anche la progettazione, la scelta del contraente, la direzione dei lavori, la vigilanza degli interventi strutturali ed infrastrutturali, l'acquisizione di forniture o servizi rientranti negli ambiti di competenza del dipartimento della protezione civile, ivi compresi quelli concernenti le situazioni di emergenza socio-economico-ambientale, sia per quanto concerne le emergenze dovute a calamità naturali ed antropiche e per i grandi eventi, sia per quanto attiene allo svolgimento di attività di formazione e ricerca;
tale previsione comporterebbe l'esternalizzazione di quasi tutte le attività di protezione civile, con effetti, ad avviso degli interroganti, negativi sulla trasparenza e la rintracciabilità delle gare d'appalto e sulle attività di previsione e prevenzione dalle calamità, che coinvolgono tutto il territorio nazionale, ed escluderebbe dal controllo diretto sul territorio in prima istanza i sindaci, l'unica autorità di protezione civile riconosciuta dalla legge n. 225 del 1992, nonché le regioni e le province, mentre in capo all'attuale dipartimento resterebbero compiti di gestione dell'emergenza e di pianificazione speditiva;
inoltre, preoccupano le ripercussioni prevedibili sul personale del dipartimento e sulla delicatissima materia della ricostruzione post-calamità, che nel testo citato si prefigura sconnessa, se non avversa a tutti i controlli previsti per legge;
in presenza della dichiarazione di stato di calamità emanata dal Presidente del Consiglio dei ministri nella gestione dell'emergenza sul territorio, si potrebbero prevedere conflitti di competenza tra la predetta società, che si avvarrà presumibilmente in maniera forzosa del know how dei dipendenti del dipartimento, ed il dipartimento stesso;
nel citato testo si prefigura anche la stabilizzazione di tutti i precari attualmente presenti al dipartimento, i cui dipendenti negli ultimi 8 anni sono lievitati da 350 a circa 1.200 persone, tra personale di ruolo, a tempo determinato, collaboratori coordinati e continuativi e comandati, ed è prevista anche l'assunzione di 50 dirigenti;
apprezzando la stabilizzazione del personale precario ed auspicando quella dei comandati, non si può non esprimere perplessità circa le modalità di assunzione fuori dalle procedure previste dalle norme vigenti in materia di concorsi pubblici, modalità che potranno consentire, secondo gli interroganti, favoritismi e chiamate ad personam -:
qualora corrispondesse al vero la notizia dell'imminente emanazione del decreto-legge in questione, nei termini sopra evidenziati, se il Ministro interrogato non ritenga pregiudizievole per l'efficiente e corretta gestione della protezione civile e del personale pubblico le disposizioni citate in premessa. (3-00792)