ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN ASSEMBLEA 3/00720

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 235 del 20/10/2009
Firmatari
Primo firmatario: DONADI MASSIMO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 20/10/2009
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PALOMBA FEDERICO ITALIA DEI VALORI 20/10/2009
FAVIA DAVID ITALIA DEI VALORI 20/10/2009
CAMBURSANO RENATO ITALIA DEI VALORI 20/10/2009


Destinatari
Ministero destinatario:
  • RAPPORTI CON IL PARLAMENTO
Attuale delegato a rispondere: RAPPORTI CON IL PARLAMENTO delegato in data 20/10/2009
Stato iter:
21/10/2009
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 21/10/2009
Resoconto CAMBURSANO RENATO ITALIA DEI VALORI
 
RISPOSTA GOVERNO 21/10/2009
Resoconto VITO ELIO MINISTRO SENZA PORTAFOGLIO - (RAPPORTI CON IL PARLAMENTO)
 
REPLICA 21/10/2009
Resoconto CAMBURSANO RENATO ITALIA DEI VALORI
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 21/10/2009

SVOLTO IL 21/10/2009

CONCLUSO IL 21/10/2009

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-00720
presentata da
MASSIMO DONADI
martedì 20 ottobre 2009, seduta n.235

DONADI, PALOMBA, FAVIA e CAMBURSANO. -
Al Ministro per i rapporti con il Parlamento.
- Per sapere - premesso che:

Raimondo Mesiano, giudice della decima sezione civile del tribunale di Milano, è stato oggetto, in data 15 ottobre 2009, di un servizio di Mattino 5, trasmissione in onda su una rete Mediaset;

il presidente della Federazione nazionale giornalisti ha parlato di «pestaggio mediatico dalle tv del Premier», sottolineando che Berlusconi di questo affondo mediatico al giudice della sentenza «lodo Mondatori» aveva già dato preavviso nei giorni precedenti;

da Benevento, in data 11 ottobre 2009, il Presidente del Consiglio dei ministri aveva affermato «presto ne sentirete delle belle» sul conto del giudice Mesiano;

mentre il Presidente del Consiglio dei ministri continua a deprecare «l'uso criminoso» della televisione, dal video in questione risulta il «pedinamento» del giudice, filmato abusivamente nei suoi spostamenti privati (mentre passeggia per le vie di Milano, si fa radere dal barbiere o fuma una sigaretta su una panchina di un giardino pubblico), peraltro assolutamente normali, mentre vengono definiti nel servizio andato in onda «strani» e «stravaganti» tali comportamenti e addirittura ne viene commentato ironicamente l'abbigliamento;

un servizio, oltretutto, realizzato da un'emittente televisiva di proprietà del Presidente del Consiglio dei ministri su un giudice che aveva emesso da poco tempo una sentenza in una causa civile nei confronti di una società dello stesso gruppo imprenditoriale: una circostanza che testimonia del persistente conflitto di interessi del Presidente del Consiglio dei ministri in un settore delicato per la vita democratica del nostro Paese, quale quello dell'informazione;

si tratta, senza ombra di dubbio, di un servizio dal sapore di linciaggio politico e avente oltretutto movente denigratorio e delegittimante di una funzione essenziale per la civile convivenza in uno Stato di diritto, specchio della grave tensione che coinvolge le istituzioni del Paese;

si tratta non solo di una violazione inaudita della privacy di un privato cittadino, ma soprattutto risulta evidente che il servizio insinui una presunta devianza dello stesso Mesiano;

inoltre, sempre su Mesiano, il quotidiano Il Giornale, in spregio a tutte le regole deontologiche, ha pubblicato il racconto di un anonimo avvocato che tre anni fa avrebbe carpito in un ristorante alcune frasi dello stesso giudice a commento dei risultati delle politiche del 2006;

si sta assistendo ad una «denigrazione mediatica», che coinvolge le istituzioni del Paese, con il paventato rischio di alterare l'equilibrio tra i poteri dello Stato;

il presidente e il segretario dell'Associazione nazionale magistrati, Luca Palamara e Giuseppe Cascini, si sono detti «esterrefatti e indignati della gravissima campagna di denigrazione e di aggressione del giudice Mesiano, da parte dei giornali e delle televisioni del gruppo Mediaset e della famiglia Berlusconi» e in una lettera inviata al Presidente della Repubblica hanno dichiarato: «la magistratura italiana e l'Associazione nazionale magistrati sono vivamente preoccupate per la grave tensione che coinvolge le istituzioni del Paese e rischia di alterare l'equilibrio tra i poteri dello Stato»;

l'articolo 6, comma 2, del codice di deontologia relativo al trattamento dei dati personali nell'esercizio dell'attività giornalistica (provvedimento del Garante per la protezione dei dati personali del 29 luglio 1998) sancisce che: «la sfera privata delle persone note o che esercitano funzioni pubbliche deve essere rispettata se le notizie e i dati non hanno alcun rilievo sul loro ruolo o sulla loro vita pubblica» -:

essendo stata lesa, anche in base a quanto ricordato in premessa, la dignità personale e professionale di un magistrato, i cui comportamenti del tutto normali vengono derisi e sbeffeggiati dal commentatore del servizio andato in onda, quali iniziative intenda assumere il Governo in merito all'esigenza ormai improcrastinabile di una regolamentazione adeguata del conflitto di interessi. (3-00720)
Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

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associazione

comunicazione dei dati

conseguenza economica

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deontologia professionale

funzione pubblica

giudice

gruppo di societa'

moralita' della vita economica

programma audiovisivo

televisione