ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN ASSEMBLEA 3/00658

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 214 del 15/09/2009
Firmatari
Primo firmatario: REALACCI ERMETE
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 15/09/2009
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MARIANI RAFFAELLA PARTITO DEMOCRATICO 15/09/2009
SERENI MARINA PARTITO DEMOCRATICO 15/09/2009
BRESSA GIANCLAUDIO PARTITO DEMOCRATICO 15/09/2009
QUARTIANI ERMINIO ANGELO PARTITO DEMOCRATICO 15/09/2009
GIACHETTI ROBERTO PARTITO DEMOCRATICO 15/09/2009
BOCCI GIANPIERO PARTITO DEMOCRATICO 15/09/2009
BRAGA CHIARA PARTITO DEMOCRATICO 15/09/2009
BRATTI ALESSANDRO PARTITO DEMOCRATICO 15/09/2009
ESPOSITO STEFANO PARTITO DEMOCRATICO 15/09/2009
GINOBLE TOMMASO PARTITO DEMOCRATICO 15/09/2009
IANNUZZI TINO PARTITO DEMOCRATICO 15/09/2009
MARANTELLI DANIELE PARTITO DEMOCRATICO 15/09/2009
MARGIOTTA SALVATORE PARTITO DEMOCRATICO 15/09/2009
MARTELLA ANDREA PARTITO DEMOCRATICO 15/09/2009
MASTROMAURO MARGHERITA ANGELA PARTITO DEMOCRATICO 15/09/2009
MORASSUT ROBERTO PARTITO DEMOCRATICO 15/09/2009
MOTTA CARMEN PARTITO DEMOCRATICO 15/09/2009
VIOLA RODOLFO GIULIANO PARTITO DEMOCRATICO 15/09/2009
LAGANA' FORTUGNO MARIA GRAZIA PARTITO DEMOCRATICO 15/09/2009
LARATTA FRANCESCO PARTITO DEMOCRATICO 15/09/2009
LO MORO DORIS PARTITO DEMOCRATICO 15/09/2009
MARINI CESARE PARTITO DEMOCRATICO 15/09/2009
MINNITI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 15/09/2009
OLIVERIO NICODEMO NAZZARENO PARTITO DEMOCRATICO 15/09/2009
VILLECCO CALIPARI ROSA MARIA PARTITO DEMOCRATICO 15/09/2009
SARUBBI ANDREA PARTITO DEMOCRATICO 16/09/2009


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 15/09/2009
Stato iter:
16/09/2009
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 16/09/2009
Resoconto REALACCI ERMETE PARTITO DEMOCRATICO
 
RISPOSTA GOVERNO 16/09/2009
Resoconto VITO ELIO MINISTRO SENZA PORTAFOGLIO - (RAPPORTI CON IL PARLAMENTO)
 
REPLICA 16/09/2009
Resoconto REALACCI ERMETE PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 16/09/2009

DISCUSSIONE IL 16/09/2009

SVOLTO IL 16/09/2009

CONCLUSO IL 16/09/2009

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-00658
presentata da
ERMETE REALACCI
martedì 15 settembre 2009, seduta n.214

REALACCI, MARIANI, SERENI, BRESSA, QUARTIANI, GIACHETTI, BOCCI, BRAGA, BRATTI, ESPOSITO, GINOBLE, IANNUZZI, MARANTELLI, MARGIOTTA, MARTELLA, MASTROMAURO, MORASSUT, MOTTA, VIOLA, LAGANÀ FORTUGNO, LARATTA, LO MORO, CESARE MARINI, MINNITI, OLIVERIO, VILLECCO CALIPARI e SARUBBI. -
Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.
- Per sapere - premesso che:
il 12 settembre 2009 è stata scoperta una grossa nave mercantile adagiata sul fondale antistante Cetraro (Cosenza). Il ritrovamento è stato effettuato dal mezzo telecomandato sottomarino della nave che la regione Calabria sta utilizzando per fare luce sulla vicenda relativa al fatto che quel tratto del Mar Tirreno sia un possibile deposito di scorie tossiche o, con tutta probabilità, anche radioattive. Il sospetto da parte degli inquirenti è che si tratti della Cursky, segnalata da un pentito, Francesco Fonti, e descritta come una nave che trasportava 120 fusti di materiale tossico. Secondo Fonti, la nave farebbe parte di un gruppo di tre imbarcazioni, fatte sparire grazie all'aiuto della cosca Muto di Cetraro;
l'importante ritrovamento del relitto affondato a largo di Cetraro costituisce un elemento determinante per affrontare con nuovo vigore le inchieste chiuse, ad avviso degli interroganti forse troppo frettolosamente, e le indagini mai correttamente approfondite su una pratica assai diffusa che ha visto, tra gli anni '80 e '90, una quarantina di navi affondare misteriosamente nei punti più profondi del Mediterraneo. È il caso della motonave Nikos I, sparita nel 1985 durante un viaggio iniziato a La Spezia per giungere a Lomé (Togo), probabilmente affondata a largo tra il Libano e la Grecia; della Mikigan, partita nel 1986 dal porto di Marina di Carrara e affondata nel Mar Tirreno calabrese con tutto il suo carico sospetto. Il 21 settembre del 1987, a 20 miglia da Capo Spartivento in Calabria, naufragò invece la Rigel, unico caso in cui, grazie alle denunce delle associazioni ambientaliste, è stata ricostruita almeno in parte la verità giudiziaria. Nel dicembre del 1990 è la motonave Rosso (ex Jolly Rosso) a spiaggiarsi lungo la costa tirrenica in provincia di Cosenza. Nel 1989 sarà la motonave maltese Anni ad affondare a largo di Ravenna in acque internazionali, mentre nel 1993 sarà la Marco Polo a sparire nel Canale di Sicilia e ancora nel novembre del 1995 affonda a largo di Ustica la nave tedesca Koraline;
il 31 agosto 2009 il Tg1, nell'edizione delle ore 20, ha aperto con la notizia di una forte contaminazione radioattiva in un'area molto vasta in provincia di Cosenza, tra i comuni di Aiello Calabro e Serra d'Aiello, lungo il greto del fiume Oliva. Dalle mappe pubblicate dai giornali, la contaminazione interessa l'intera provincia di Cosenza e parte di quella di Catanzaro. Nel lungo servizio del Tg1 si parla di aumenti esponenziali di malattie tumorali, che stanno investendo le popolazioni locali. Il rischio attuale per gli abitanti è confermato dallo stesso dipartimento calabrese per la salute che in un documento di oltre 300 pagine segnala «l'esistenza di un pericolo attuale per la popolazione residente nei territori dei comuni di Amantea, San Pietro in Amantea e Serra d'Aiello, circostante al letto del fiume Oliva a sud della località Foresta (centri di Campora San Giovanni, Coreca e Case sparse, comprese tra il mare e Foresta)». Un allarme, che secondo le affermazioni del dirigente Giacomino Brancati, è «dovuto alla presenza di contaminanti ambientali capaci di indurre patologie tumorali e non», a cui va sommato «un consistente danno ambientale»;
le analisi scientifiche che da tempo stanno interessando quest'area del cosentino sono state richieste dal procuratore capo di Paola, Bruno Giordano, per indagare se l'area in esame è stata utilizzata in passato per occultare rifiuti tossici e nucleari. Di questi traffici si sono occupati nel tempo diversi uffici giudiziari (le procure di Reggio Calabria, di Paola, di Catanzaro, di Matera, di Potenza, di Padova, di La Spezia, di Bari e di Asti), che hanno individuato diversi filoni di indagini tutti riconducibili ad un network criminale dedito professionalmente allo smaltimento illegale di rifiuti tossici e radioattivi in mare, lungo le coste di Paesi africani (Somalia, Libia ed altri) o nelle montagne dell'Aspromonte e della Lucania);
tutte le indagini condotte negli anni portano alle stesse persone e vedono il coinvolgimento di soggetti appartenenti al mondo imprenditoriale e delle professioni, armatori, esponenti di spicco di organizzazioni criminali di stampo mafioso, faccendieri e soggetti legati anche ai servizi segreti deviati. Purtroppo fino ad oggi nessuna indagine è riuscita a fare chiarezza: mentre indagavano su queste vicenda hanno perso la vita il capitano di corvetta della capitaneria di porto di Reggio Calabria, Natale de Grazia, e i giornalisti Ilaria Alpi e Miran Hrovatin;
la notizia del Tg1 segue un'inchiesta de L'Espresso della settimana del 28 agosto 2009, che rende pubblici i risultati delle analisi fatte dall'Arpacal e dal Cnr, su richiesta della procura di Paola, per valutare se quell'area sia stata oggetto di traffici illeciti di rifiuti tossici e nucleari. E i risultati sono stati, purtroppo, molto allarmanti. Dopo un primo monitoraggio nei mesi scorsi, che ha permesso di individuare «limitate seppur significative anomalie di radioattività», il 2 marzo 2009 l'Arpacal ha trasmesso alla procura «l'esito delle analisi radiometriche campali» attorno al fiume Oliva. Ed è giunta l'ennesima conferma, supportata dai rilievi in una vecchia cava che «si estende per 200-300 metri dalla provinciale 53, al chilometro sei», di fianco all'Oliva. Il risultato è che ci sono tracce di contaminazione. Non solo: sono stati rivelati «radionuclidi artificiali», che «non dovrebbero normalmente essere presenti nel terreno». L'Arpacal ha, perciò, suggerito ai magistrati di svolgere ancora accertamenti, per «escludere un qualsiasi aumento del rischio alla popolazione, soprattutto di inalazione e/o ingestione»;
in un articolo apparso nel quotidiano La Gazzetta del Sud del 1o settembre 2009, il procuratore capo di Paola, Bruno Giordano, afferma di aver disposto rilievi satellitari che hanno confermato lo sconcertante esito degli accertamenti: nella zona il livello della radioattività è cinque volte superiore alle fonti naturali. E i satelliti rilevano dall'alto escursioni termiche che testimoniano della presenza delle sostanze sospette. È poi lo stesso procuratore Giordano che considera «altamente probabile» che i rifiuti radioattivi finiti nella collina cosentina siano da attribuire alla motonave Jolly Rosso. Così come riportano gli organi di stampa, l'area investita dalla forte presenza di radioattività si trova proprio nella collina che sovrasta la spiaggia di Formiche: la stessa dove si arenò la motonave Jolly Rosso;
sulla vicenda la stessa Commissione di indagine sul ciclo illegale dei rifiuti della XIV legislatura, presieduta dall'onorevole Paolo Russo, nella relazione finale, ebbe modo di sottolinearne i notevoli dubbi rimasti irrisolti;
Legambiente, sin dalla fine degli anni '80, ha prodotto una corposa documentazione in dossier, studi e rapporti dettagliati, che ricostruiscono il legame tra la criminalità organizzata e la pratica dello smaltimento illecito dei rifiuti con il sistema dell'affondamento delle navi. Grazie ad un esposto/denuncia di Legambiente, è emerso un presunto traffico via mare di rifiuti tossici e nucleari che finivano per essere occultati nei fondali marini, anche grazie agli strani affondamenti in mare di intere carrette, o nelle montagne subito a ridosso delle coste calabresi: un quadro questo che pare essere confermato dalle ultime indagini;
a queste attività criminali fanno riferimento anche importanti documenti istituzionali, come le relazioni approvate dalle diverse commissioni parlamentari d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti, succedutesi dal 1995 ad oggi, e le testimonianze raccolte dalle stesse commissioni. A questo proposito si ricorda quanto affermato nel 1999 dall'allora procuratore di Reggio Calabria, Antonio Catanese, secondo il quale, in base agli elementi probatori fino ad allora acquisiti, si poteva affermare che colui che era considerato a capo della rete aveva provveduto ad affondare circa trentadue navi, grazie alla complicità delle cosche reggine;
sempre sul tema, in un articolo apparso su La Gazzetta del Sud del 4 settembre 2009, il sostituto procuratore antimafia Alberto Cisterna, titolare dopo il 1996 dell'inchiesta sugli affondamenti sospetti di navi, a proposito della Rigel, la nave affondata al largo delle coste calabresi il 21 settembre 1987, il cui relitto con il misterioso carico non è mai stato trovato, nonostante gli organizzatori del finto naufragio siano stati condannati, afferma che «oggi probabilmente potrebbero essere compiute ricerche con metodi ancora più moderni ed efficaci. Si potrebbero infatti utilizzare sommergibili in grado di scendere a 1400 metri di profondità, radar e sonar di ultima generazione. Trovata la Rigel e stabilito con certezza cosa trasportava, avremo in questa indagine un punto fermo. Credo, perciò, che occorra fare di tutto per rimettere in moto la macchina delle ricerche» -:
quali iniziative, per quanto di competenza, intenda adottare per fare luce sulla vicenda e per verificare l'esistenza di rischi per le popolazioni ivi residenti e se non ritenga opportuno avviare urgentemente un piano di bonifica, a tal fine dando seguito alle richieste del «Comitato per la verità sui traffici nazionali e internazionali di rifiuti e materiali radioattivi», che da tempo chiede, oltre al pieno sostegno alla magistratura, un'approfondita campagna di monitoraggio nei siti marini dove si presuma siano avvenuti gli affondamenti delle navi e dei loro carichi tossici.
(3-00658)
Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

Calabria

eliminazione dei rifiuti

inquinamento marino

inquinamento radioattivo

mare

protezione dell'ambiente

radioattivita'

rifiuti pericolosi

sostanza tossica

trasporto internazionale