DI PIETRO, DI GIUSEPPE e ZAZZERA. -
Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca.
- Per sapere - premesso che:
in un recente rapporto stilato da Cittadinanza attiva, intitolato «Sicurezza, qualità e comfort a scuola», pubblicato su diversi organi di stampa, la scuola italiana, dal punto di vista della sicurezza delle strutture e degli impianti dei nostri edifici scolastici, raggiunge risultati poco edificanti;
tre edifici su quattro risultano essere purtroppo fuori norma, un edificio su due è sprovvisto di certificato d'agibilità statica. Più di un terzo non è fornito di impianti elettrici a norma. Mancano le agibilità sanitarie, i certificati di prevenzione degli incendi, le misure di evacuazione in caso di pericolo;
le strutture sono vecchie e inadeguate. Una scuola su dieci è addirittura collocata in una costruzione edificata per altra destinazione d'uso. La metà degli edifici ha ben oltre quaranta anni. Quasi nessun istituto riceve i finanziamenti adeguati per la necessaria manutenzione;
recentemente il Governo ha deciso di assegnare una quota delle risorse nazionali disponibili del fondo aree sottoutilizzate al fondo infrastrutture, anche per la messa in sicurezza degli edifici scolastici;
le risorse previste non paiono, però, sufficienti per l'effettiva e completa messa in sicurezza delle nostre scuole, per la quale era ed è necessario uno sforzo maggiore: gli interventi richiederebbero, secondo il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri Guido Bertolaso, almeno 13 miliardi di euro di investimenti;
oggi di fronte al dramma nazionale che il nostro Paese sta vivendo è il momento della coesione per scelte responsabili e condivise;
appare necessario uno sforzo comune, immediato e soprattutto coerente, con l'obbiettivo di evitare che gli effetti di eventuali nuovi eventi sismici siano così distruttivi, come quelli che abbiamo in questi giorni di fronte;
qualche mese fa il gruppo dell'Italia dei Valori aveva proposto che l'incremento degli interventi per la messa in sicurezza degli edifici scolastici potesse avvenire anche costituendo un fondo rotativo presso la Cassa depositi e prestiti per investimenti, ad interessi ridotti o a tasso zero, degli enti locali finalizzati alla messa in sicurezza degli edifici scolastici, escludendo, altresì, tali investimenti dal calcolo ai fini dei saldi utili per il rispetto del patto di stabilità interno per tutti gli enti locali -:
in quale modo il Governo intenda incrementare gli interventi di immediata messa in sicurezza degli edifici scolastici, in un'ottica di programmazione strutturale finalizzata a limitare nel futuro i danni di eventuali nuove calamità naturali, e se non intenda inserire, quindi, da subito nell'annunciato «piano casa» norme specifiche mirate al suddetto scopo. (3-00474)