VOLONTÈ. -
Al Presidente del Consiglio dei ministri.
- Per sapere - premesso che:
l'Italia ha sottoscritto la Convenzione sui diritti delle persone con disabilità, approvata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel dicembre 2006, la quale obbliga gli Stati firmatari a «prevenire il rifiuto discriminatorio di assistenza medica o di prestazione di cure e servizi sanitari o di cibo e liquidi in ragione della disabilità»;
tale Convenzione vincola tutti gli organi dello Stato italiano;
il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali ha, di conseguenza, emanato un atto di indirizzo che ha lo scopo di garantire uniformità di trattamenti sul territorio nazionale e rendere omogenee le pratiche in campo sanitario con riferimento alla nutrizione e all'alimentazione delle persone in stato vegetativo persistente, ribadendo il divieto di discriminare queste ultime rispetto alle persone non in stato vegetativo e invitando le Regioni e le Province autonome a prendere le misure necessarie perché le strutture sanitarie pubbliche e private si adeguino a tali principi;
è stato promosso un giudizio sull'atto di indirizzo suddetto di fronte al TAR (Tribunale Amministrativo Regionale) per il Lazio;
presso il Tribunale suddetto sono stati organizzati incontri sul diritto alla vita ai quali hanno partecipato anche magistrati incardinati nello stesso Tribunale;
per la garanzia del giusto processo è fondamentale che la funzione giurisdizionale sia esercitata con indipendenza e imparzialità da parte dei giudici;
l'indipendenza e l'imparzialità rischiano di apparire compromesse nel momento in cui i magistrati hanno espresso pubblicamente opinioni personali sull'argomento su cui si trovano a decidere;
i magistrati che abbiano comunque manifestato, al di fuori dell'esercizio delle funzioni giurisdizionali, il proprio parere su un caso sottoposto al loro giudizio hanno il dovere di astenersi;
va, in ogni caso, presa ogni misura per assicurare il rispetto delle suesposte garanzie di indipendenza e imparzialità dei giudici;
è accaduto sovente che i giudizi sul diritto alla vita siano stati assegnati in anni recenti allo stesso giudice relatore, come anche la causa relativa all'atto di indirizzo del Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali;
l'affidamento dei giudizi allo stesso relatore può rispondere a esigenze di celerità, ma al tempo stesso può apparire come un ostacolo a un obiettivo scrutinio degli stessi -:
se, nel quadro dei poteri di alta sorveglianza sugli uffici e sui magistrati della giustizia amministrativa, non ritenga di acquisire elementi sulle problematiche esposte. (3-00452)