CIOCCHETTI, DIONISI, ANNA TERESA FORMISANO, VIETTI, CICCANTI, COMPAGNON, VOLONTÈ e NARO. -
Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali.
- Per sapere - premesso che:
lo stato in cui versa il sistema sanitario del Lazio sta penalizzando esclusivamente i cittadini della regione, che, tra tagli indiscriminati di servizi sanitari, chiusure di ospedali non concertate e ticket, vedono compromessa la tutela della salute quale fondamentale diritto dell'individuo, sancito dalla nostra Costituzione;
la situazione penalizza, altresì, quei cittadini provenienti da altre regioni, che trovano nel sistema sanitario laziale quelle eccellenze che mancano presso le loro regioni;
la sanità laziale presenta caratteri peculiari che la contraddistinguono dalle altre regioni italiane, essendo presenti, contemporaneamente, cinque policlinici universitari, un forte radicamento di ospedali religiosi e numerose strutture private convenzionate;
in tale contesto risulta quanto mai inopportuna la chiusura di un presidio ospedaliero come il San Giacomo, che è l'unica struttura del centro storico di Roma;
è stato operato un taglio lineare di circa 2.200 posti letto, con la chiusura di tutte le strutture pubbliche e private sotto i novanta posti letto e senza una verifica programmatoria, struttura per struttura, e senza alcuna concertazione con le parti sociali, con il rischio di licenziamento per oltre 3.500 addetti;
si è assistito ad un deprecabile rimpallo di responsabilità tra il Governo nazionale e quello regionale, mentre servirebbe uno sforzo comune nell'esclusivo interesse dei cittadini;
mentre il Governo obbliga il commissario ad acta Marrazzo ad operare un indiscriminato taglio lineare sulle strutture sanitarie pubbliche e private, numerosi esponenti della maggioranza si sono schierati contro tali chiusure, evidenziando una divergenza di opinioni sulla questione;
diminuiscono i servizi e aumentano i tempi delle liste di attesa, mentre i malati cronici sono costretti addirittura a pagarsi i ticket e vi è il rischio che i fornitori sanitari, che non vengono pagati da mesi, blocchino le consegne di materiale sanitario, oltre a rischiare il fallimento;
il piano di chiusure di ospedali pubblici e privati così com'è non sembra dare adeguate risposte in termini di razionalizzazione e riorganizzazione della spesa sanitaria;
sembrerebbe che il ministero dell'economia e delle finanze sia propenso a sbloccare soltanto uno, al massimo due, dei miliardi di euro di trasferimenti attesi, mentre per impedire l'entrata in crisi del sistema sanitario laziale è necessario il trasferimento di tutti e cinque i miliardi trattenuti dal ministero -:
se non ritenga di adottare ogni iniziativa di sua competenza perché si pervenga urgentemente allo sblocco totale dei trasferimenti, al fine di evitare pericolose riduzioni dei livelli assistenziali per i cittadini, per far fronte ai pagamenti dei fornitori e per evitare pesanti ricadute occupazionali, e se non si debba, al contrario, operare un vero e primo segnale di discontinuità attraverso il dimezzamento del numero delle aziende sanitarie locali e dei relativi direttori generali e rivedere il piano di chiusure delle strutture sanitarie pubbliche e private. (3-00153)