ZELLER e BRUGGER. -
Al Ministro dell'economia e delle finanze.
- Per sapere - premesso che:
nelle dichiarazioni programmatiche su cui è stata posta la questione di fiducia all'atto della costituzione del Governo, il Presidente del Consiglio dei ministri ha indicato nella «promozione della famiglia come nucleo di spinta dell'intera organizzazione sociale» e nella semplificazione e sensibile riduzione della pressione fiscale sui redditi familiari le priorità degli indirizzi di politica economica e di bilancio del Governo;
come affermato in una proposta di legge presentata all'inizio della XVI legislatura dai deputati delle Minoranze linguistiche (Atto Camera n. 14 «Delega al Governo per la revisione del trattamento tributario della famiglia mediante l'introduzione del metodo del quoziente familiare»), l'introduzione nel sistema fiscale italiano del metodo del quoziente familiare, sulla base del modello già applicato in altri Paesi, ad esempio in Francia, può essere la misura più efficace di una più generale politica per la famiglia;
l'esigenza di intervenire sulla leva fiscale attraverso l'introduzione del quoziente familiare è obiettivo cui i Ministri competenti in materia e il Presidente del Consiglio dei ministri hanno fatto più volte riferimento, nell'annuncio dei provvedimenti economici sul potere di acquisto dei cittadini, in ordine alla manovra economica e fiscale, ma in realtà ciò non si è mai tradotto in misure organiche inserite nei provvedimenti economici e fiscali adottati in via di urgenza;
al contrario, in numerose dichiarazioni pubbliche l'introduzione del quoziente familiare è stata riformulata dal Presidente del Consiglio dei ministri, onorevole Silvio Berlusconi, quale obiettivo «di medio periodo» da raggiungere con gradualità, sotteso e vincolato, in particolare, ad una riduzione degli sprechi nella spesa pubblica e ad un'evoluzione positiva dei dati di bilancio;
il 6 giugno 2008, in occasione della sua visita in Vaticano, il Presidente del Consiglio dei ministri ha fatto riferimento all'introduzione del quoziente familiare fra le priorità che sarebbero state indicate nel documento di programmazione economico-finanziaria, mentre in effetti nel documento di programmazione economico-finanziaria per gli anni 2009-2013 non vi è riferimento alcuno a tale misura, pur in presenza di riferimenti ad indicatori economici negativi destinati ad incidere in primo luogo sui redditi familiari;
la conversione in legge del decreto-legge 27 maggio 2008, n. 93, recante disposizioni urgenti per salvaguardare il potere di acquisto delle famiglie, ha in parte sostenuto i redditi, con l'esenzione ici, la rinegoziazione dei mutui per la prima casa e la detassazione degli straordinari, ma tuttavia la difesa del reddito familiare richiede ulteriori provvedimenti strutturali;
il 15 e 16 luglio 2008 la Camera dei deputati ha discusso ed approvato alcune mozioni presentate dai gruppi parlamentari del Popolo della libertà, dell'Udc e della Lega Nord e accettate dal Governo per l'introduzione nel sistema fiscale di misure a favore dei nuclei familiari, con riferimento ad una petizione denominata «Firma per un fisco a misura di famiglia», sottoscritta da oltre un milione di cittadini, mentre la maggioranza dell'assemblea ha respinto analoghe mozioni presentate dai gruppi parlamentari del Partito democratico e dell'Italia dei valori non accettate dal Governo in ragione, come sostenuto dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri, onorevole Carlo Giovanardi, della diversità di giudizi in ordine alle deduzioni ed al quoziente familiare «come obiettivi da raggiungere per un'equa politica fiscale per le famiglie» che il Governo ha ribadito essere obiettivi condivisi;
nel bollettino trimestrale n. 53, pubblicato a luglio 2008, la Banca d'Italia ha ribadito quanto già indicato dal Governatore Draghi nelle sue considerazioni finali del 31 maggio 2008 e cioè, per quel che riguarda le famiglie, che «i consumi hanno continuato a risentire negativamente della modesta crescita in termini reali del reddito disponibile delle famiglie, compresso dai forti rincari dei beni energetici e alimentari», aggiungendo che «nel primo trimestre del 2008 la spesa delle famiglie ha sostanzialmente ristagnato (0,1 per cento sul periodo precedente) dopo il calo registrato tra il terzo e il quarto trimestre del 2007 (-0,45). Sui consumi ha continuato a incidere la modesta crescita del reddito disponibile delle famiglie (meno di mezzo punto percentuale in termini reali rispetto al primo trimestre del 2007)», così come ad incidere negativamente sul bilancio delle famiglie appare «il protrarsi dei rincari dei beni alimentari ed energetici» e la sensibile, rispetto alla media europea, «esposizione delle famiglie italiane alle variazioni dei tassi di interesse» sulla quota di finanziamenti a tasso variabile per l'acquisto della casa;
i dati Istat individuano emergenze strutturali e presentano condizioni drammatiche in ordine ai redditi, ai consumi, alla propensione al risparmio ed alle condizioni di vita delle famiglie;
non del tutto unanimi appaiono le valutazioni in ambito del Governo in ordine all'introduzione del quoziente familiare ed ai tempi di attuazione di tale provvedimento. Il Presidente del Consiglio dei ministri, onorevole Silvio Berlusconi (intervista al settimanale Tempi.it del 21 agosto 2008), in riferimento agli impegni a breve del Governo, ha dichiarato che «c'è molto da fare per aiutare le famiglie. L'introduzione di bonus bebè e del quoziente familiare si tradurrà in una fiscalità più vantaggiosa per i nuclei familiari più numerosi»; il Ministro interrogato (intervista al quotidiano Avvenire del 10 settembre 2008), in relazione all'introduzione del quoziente familiare, ha affermato: «l'Italia ha il terzo debito del mondo ma non ha la terza economia del mondo (...) fare il bene comune significa mettere in sicurezza il bilancio dello Stato e, dentro questa operazione, mettere in sicurezza il risparmio delle famiglie. Questo farebbe un padre di famiglia e questa logica di responsabilità abbiamo seguito con la finanziaria. Ciò detto, cinque anni di legislatura sono un tempo sufficientemente lungo per confermare gli impegni presi»; il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, senatore Maurizio Sacconi (intervista al settimanale L'Espresso del 13 agosto 2008), ha sostenuto che: «il quoziente è controverso. Penso si debba tornare alle deduzioni che il centrodestra aveva introdotto e il governo Prodi ha sostituito con le detrazioni. Con le deduzioni ci si avvicina all'idea del quoziente, si riconosce al nucleo familiare il peso delle spese per mantenere i componenti a carico, abbattendo l'imponibile. Le deduzioni, inoltre, rendevano netto l'imponibile e, quindi, la base per la tassazione locale. Le detrazioni, invece, agendo solo sull'imposta, portano a tassazione locale l'intero imponibile lordo, penalizzando le famiglie numerose» -:
quali impegni effettivi il Governo intenda assumere e in che tempi affinché si giunga all'introduzione del metodo del quoziente familiare come indirizzo fiscale a sostegno del reddito e delle opportunità di crescita della famiglia. (3-00133)