ATTO CAMERA

INTERPELLANZA URGENTE 2/01742

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 720 del 20/11/2012
Firmatari
Primo firmatario: ALESSANDRI ANGELO
Gruppo: MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO
Data firma: 20/11/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BRUGGER SIEGFRIED MISTO-MINORANZE LINGUISTICHE 20/11/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI delegato in data 20/11/2012
Stato iter:
29/11/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 29/11/2012
Resoconto ALESSANDRI ANGELO MISTO
 
RISPOSTA GOVERNO 29/11/2012
Resoconto BRAGA FRANCO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI)
 
REPLICA 29/11/2012
Resoconto ALESSANDRI ANGELO MISTO
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 29/11/2012

SVOLTO IL 29/11/2012

CONCLUSO IL 29/11/2012

Atto Camera

Interpellanza urgente 2-01742
presentata da
ANGELO ALESSANDRI
martedì 20 novembre 2012, seduta n.720

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, per sapere - premesso che:

i casi di adulterazione della mozzarella di bufala campana DOP, assurti alla massima visibilità nazionale ed internazionale, richiedono un immediato e deciso intervento che riaffermi la volontà del Governo di tutelare un patrimonio alimentare nazionale d'indubbio valore e appeal organolettico apprezzato in tutto il mondo;

le produzioni lattiero-casearie da sempre hanno una radice storico-culturale correlata all'attività costante di micro, piccole e medie imprese artigiane che tramandano con la pratica quotidiana l'arte della caseificazione e l'avventura di fare impresa in contesti difficili dove ogni posto di lavoro deve essere difeso con energia e determinazione;

le inefficienze e le speculazioni lungo la filiera agroalimentare, per l'utilizzo di materie prime a basso costo di dubbia provenienza, determinano una turbativa di mercato nel settore lattiero-caseario, ed in particolare nella filiera bufalina, con notevoli perdite in termini di posti di lavoro per la contrazione del prodotto interno lordo nel settore della produzione primaria e dell'indotto; la produzione di latte e di mozzarella di bufala, correntemente definiti «l'oro bianco», rappresenta senz'altro un comparto produttivo strategico e non assistito. La capacità produttiva dei Paesi emergenti (dovuta all'alto numero di addetti ed al basso costo del lavoro) e la globalizzazione dei mercati (che rende facile la circolazione delle merci e difficile il loro controllo) hanno suscitato nei cittadini dell'Unione europea un giustificato allarmismo su qualità sicurezza e provenienza dei prodotti alimentari;

è stato attivato uno specifico percorso parlamentare che ha 205, di conversione condotto all'approvazione della legge 30 dicembre 2008, n. 171, recante «Misure urgenti per il lancio del decreto-legge 3 novembre 2008, n. competitivo del settore agroalimentare» in cui è contenuto uno specifico articolo;

l'articolo 4-quinquies-decies, intitolato «Disposizioni per la produzione della mozzarella di bufala campana» (DOP) prevede che a decorrere dal lo gennaio 2013 la produzione della mozzarella di bufala campana, registrata come denominazione di origine protetta n. 1107 del 1996 della Commissione del 12 giugno (DOP) ai sensi del regolamento (CE) n. 1996, deve essere effettuata in stabilimenti separati da quelli in cui ha luogo la produzione di altri tipi di formaggi o preparati alimentari. Imponendo nuovi principi per la gestione dei controlli, prevede la tutela degli interessi dei consumatori ed il loro coinvolgimento ed esalta l'approccio di filiera from farm to fork;
le problematiche della filiera, nonostante provvedimenti legislativi come quello menzionato, sono ancora enormi e di vario tipo. Ne è un esempio la turbativa del prezzo del latte che viene posta in essere attraverso la contrazione della mozzarella di bufala. A tal proposito la Coldiretti negli ultimi anni si è impegnata a manifestare pubblicamente, istituendo blocchi alla frontiera del Brennero ed ai porti di Napoli e Salerno, per denunciare l'arrivo in Italia ogni anno di enormi quantità di latte, cagliate e polveri di latte di bufala provenienti dalla Romania e dall'Est-Europa, dall'Egitto e dall'India;

gli allevatori bufalini dell'area DOP vengono costantemente derubati dell'identità e dell'immagine con l'immissione sul mercato di mozzarella di bufala proveniente da chissà quale parte del mondo con un inganno enorme anche nei confronti del consumatori;

la questione «latte» preoccupa non solo per i dati, ma anche per la poca chiarezza in ambito legislativo, soprattutto comunitario, «non c'è trasparenza sulla tracciabilità del prodotto estero e non è nemmeno possibile reperire l'origine di ingredienti utilizzati per la sua trasformazione». Pertanto è indispensabile che il Governo realizzi gli obiettivi previsti dalla citata legge n. 205 del 30 dicembre 2008 nella parte in cui prevede dal 1o gennaio 2013 l'obbligo di differenziare gli stabilimenti che producono la mozzarella di bufala DOP e, pertanto, disporre che gli stessi siano obbligati all'acquisto di latte proveniente esclusivamente da aree DOP, indipendentemente dalla trasformazione di questo latte in mozzarella di bufala DOP o mozzarella di latte di bufala non DOP dove è possibile utilizzare il latte o la cagliata di latte di bufala;

è necessario tracciare tutto il latte di bufala italiano verificando con opportuni controlli incrociati la produzione di latte alla stalla e la trasformazione in mozzarella di bufala DOP e non DOP così come realizzata nei Caseifici autorizzati, utilizzando gli organismi di controllo del Ministero e delle regioni e delle azienda sanitarie locali per controlli crociati e periodici nei caseifici e negli allevamenti verificando la vera rispondenza fra il latte bufalino italiano e la mozzarella DOP e non DOP prodotta dai caseifici;

i controlli devono essere effettuali in maniera costante, improvvisa e mensile, in modo da tutelare sia i produttori di latte che i caseifici che hanno lavorato e continuano a lavorare onestamente;

solo evitando le frodi si potrà diminuire l'offerta di prodotto alterato sul mercato, fatto questo che garantirà al consumatore la sicurezza e la qualità di ciò che acquista, all'allevatore e al trasformatore onesto il ritorno alla redditività delle loro imprese, ai lavoratori l'innalzamento di posti di lavoro, grazie all'adeguamento dei prezzi di mercato al valore della produzione del latte prodotto;

il Consorzio di tutela del formaggio mozzarella di bufala campana è stato costituito nel 1991 ed il Ministro delle politiche agricole pro tempore con decreto del 24 aprile 2002 definì il riconoscimento del consorzio di tutela mozzarella di bufala campana e gli attribuì l'incarico del svolgere le funzioni di cui all'articolo 14, comma 15, della legge n. 526 del 1999;

continue e comprovate attività di sofisticazione della produzione della mozzarella di bufala DOP, oggetto tra l'altro di una serie di puntate di Striscia la notizia, hanno imposto nel 2010 al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali pro tempore onorevole Luca Zaia di adottare il decreto del 14 gennaio 2010 istituendo un «Comitato di garanzia avente il compito di coordinare e supervisionare l'attività di tutela, promozione, valorizzazione e informazione del consumatore e cura generale degli interessi relativi alla DOP Mozzarella di Bufala Campana», commissariando di fatto il citato consorzio MBC dop, con il comitato di garanzia composto da: il tenente colonnello dei carabinieri Marco Paolo Mantile, vice comandante dei NAC del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, con funzioni di coordinatore; il professore Antonio Sciandone, docente di diritto agrario presso la seconda università degli studi di Napoli; il dottore Emilio Gatto, direttore generale del dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione delle frodi dei prodotti agroalimentari; il vice questore Roberto Miele, dirigente del Corpo forestale dello Stato di Napoli; il maggiore Claudio Gnoni del nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Napoli; il dottore Pietro Quaranta, direttore dell'ufficio di Napoli del dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione delle frodi dei prodotti agroalimentari;
il Comitato di garanzia nominato dal Ministro pro tempore Zaia ha svolto una puntuale attività di controllo e di verifica del Comitato durata 6 mesi, dal 21 gennaio al 14 giugno 2010, conclusa con un'articolata relazione consegnata il 7 luglio 2010 al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, alla direzione distrettuale antimafia della procura di Napoli ed alla «Commissione Parlamentare di inchiesta sui fenomeni della contraffazione e della pirateria in campo commerciale»;

in data 30 giugno 2011 nel corso dell'audizione del tenente colonnello Marco Paolo Mantile, quest'ultimo chiariva:
«...Nel corso dei propri lavori e nel rispetto del mandato conferitogli, il Comitato ha svolto una complessa attività prima di procederà alla stesura della relazione finale... Sono state riscontrate evidenze documentali circa l'utilizzo di latte bufalino congelato e di latte bufalino concentrato per la realizzazione della mozzarella di bufala campana Dop, impieghi vietati espressamente dal disciplinare di produzione»;

«Con riguardo al latte concentrato, e opportuno precisare che si tratta di un procedimento di lavorazione che consente di contrarre i costi di produzione e di stoccaggio. Il latte viene disidratato, concentrato e successivamente congelato, per un costo che varia dai 12 ai 13 centesimi di euro al litro. La concentrazione, fino al 50 per cento dell'umidità presente, tramite evaporazione, consente anche un aumento della resa produttiva della mozzarella pari al 6-7 per cento»;
«Per tale lavorazione è previsto l'utilizzo di acqua per diluire il prodotto concentrato e l'aggiunta di sieroproteine per ridare il giusto apporto proteico a questo prodotto che io ho chiamato "latte"»;

«... Abbiamo operato, su 31 ispezioni, 31 sequestri, esattamente 21 per violazioni amministrative e dieci per violazioni penali. Vi era un problema di tracciabilità del prodotto e problemi a margine anche di natura sanitaria, in quanto si trattava di un grosso quantitativo di latte: abbiamo sequestrato 12.000 tonnellate di latte, per un valore complessivo di 17 milioni di euro»;

«Di queste, circa 3-4 mila tonnellate (di latte) presentavano, dalle analisi fatte dall'Asl competente una carica batterica di un milione di volte superiore al limite massimo consentito. In mancanza di una tracciabilità del prodotto (non siamo stati in grado di comprendere da dove proveniva questo latte), per dato esperienziale della Asl competente per territorio, ci è stato detto che si trattava sicuramente di latte proveniente dall'estero; segnatamente dalla Romania»;

«...Ricordo a me stesso - lo dico a salvaguardia dell'onorabilità dei miei collaboratori del Nac di Salerno, che hanno operato in quel difficile clima che vi lascio immaginare, anche intimidatorio che sia il Tar, sia il Consiglio di Stato hanno dato pienamente ragione agli operatori. Non solo, anche in sede penale, si è arrivati fino al ricorso in Cassazione da parte della controparte ma l'attività è stata considerata legittima e quindi non ci sono state osservazioni di sorta»;

«...Per completezza, a proposito della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, immagino che stesse svolgendo delle attività nello specifico settore (lo immagino perché con un'esplicita richiesta il dottor Giovanni Conso, della Dda di Napoli, mi ha chiesto copia dell'intera relazione che ho depositato anche agli atti e deduco, dal protocollo della richiesta, che era in atto una procedimento penale verosimilmente afferente a questo argomento). Comunque, noi non siamo stati coinvolti con deleghe ma so che su questo settore operavano anche altri reparti territoriali»;

«Abbiamo inoltre affiancato i Nas nell'attività di acquisizione documentale presso il Ministero a proposito di un'attività svolta sui pane di Altamura, (originata da una serie di controlli fatti dai Nas in esercizi commerciali). Quindi, un lavoro così puntuale non è mai stato fatto su nessun Consorzio, È anche vero che dall'attività degli ordinari controlli svolti nella filiera, criticità così accentuate come quelle che purtroppo - non lo dico con piacere - sono state rilevate nel Consorzio di tutela della mozzarella di bufala campana, non le abbiamo trovate per gli altri consorzi. Certamente, inadempienze ci sono state, truffe ci sono ma non della portata di quelle che abbiamo riscontrato per questo Consorzio...»;

«C'è un sistema dietro - lo abbiamo dimostrato con le nostre attività - che è fuori controllo: sicuramente. C'è un giro d'affari notevole: quando, invece di pagare all'allevatore dell'area Dop, sia esso di Caserta o di Frosinone, il latte 1,20 o 1,30 euro al litro, lo si fa venire dalia Romania o dalla Bulgaria pagandolo 5 centesimi, si capisce bene che invece di guadagnare 30 centesimi o 1 euro, il caseificio ne guadagna 4»;

«...C'è quindi una movimentazione di soldi e che dietro ci sia anche la criminalità organizzata lo posso intuire per l'esperienza maturata. Ho lavorato infatti anche in contesti operativi di altro genere, come in Sicilia presso il raggruppamento operativo speciale, e so che quando ci sono grosse movimentazioni di denaro, alle spalle c'è sicuramente la criminalità organizzata, non solo nelle aree del sud ma anche in altre aree del territorio nazionale. Potrebbe essere una forma di riciclaggio molto comoda, molto utile, con dei rischi, veramente minimali di essere comunque individuati e contrastati dagli organi di polizia. Se mi consente, approfitto del clima di serenità...»;

«..Abbiamo lavorato in un clima veramente non facile. Noi appartenenti alle forze dell'ordine - così anche il Corpo forestale e la Guardia di finanza - percepivamo la pressione e anche una sorta di intimidazione. Non vi nascondo che sono stato convocato dalla procura di Napoli perché per l'attività tecnica svolta in un determinato contesto, il mio nome riecheggiava e sicuramente non in maniera positiva. Quindi, immagino la situazione di una persona che - sia essa del posto o meno - si trova a rivestire quell'incarico: senza poteri è chiaro che da solo non può fare assolutamente nulla»;

«...Inoltre, è stato disarmante verificare un certa mentalità all'interno del Consorzio, volta soltanto al profitto e finalizzata a spuntare il prezzo più basso per il latte al fine di guadagnare di più. Poi, in realtà, della tutela del marchio, non importava nulla a nessuno...»;

«Lo ripeto: il giro di affari è notevole ma, da parte del Consorzio, non c'è proprio la mentalità. La tracciabilità non sanno neanche che cosa sia, né si ponevano minimamente il problema: questo è il dramma»;

la stampa ha divulgato gli esiti di un'indagine durata due anni dove la procura di Napoli ha chiesto l'arresto di un «gruppo criminale» che per anni avrebbe violato il disciplinare di produzione, grazie a un accordo fraudolento tra controllori e controllati. Questo è quanto emerge da un'inchiesta condotta da alcuni pm della direzione distrettuale antimafia di Napoli (Giovanni Gonzo, Alessandro D'Alessio e Maurizio Giordano), pubblicata da più organi di stampa, che si sono trovati di fronte ad un ulteriore filone di indagine;

la direzione distrettuale antimafia di Napoli ipotizza l'esistenza di un vero e proprio sistema, un'associazione a delinquere tra controllati e controllori I trasformatori hanno realizzato per anni la mozzarella impiegando illecitamente latte congelato e/o proveniente dall'estero. E chi aveva istituzionalmente il compito di vigilare, ha chiuso un occhio. Se non tutti e due. I pm hanno allegato agli atti le trascrizioni di decine di telefonate in cui gli indagati discutono delle loro trasgressioni al disciplinare, dell'uso di materia prima proveniente dalla Lituania, dall'Estonia e dalla Polonia (si accenna persino a latte in polvere in arrivo dall'India) e della necessità di utilizzare decine di migliaia di quintali di latte congelato e stoccato nei depositi, del valore di milioni di euro. Senza il quale - lamentano - i costi si moltiplicherebbero e il fatturato dimezzerebbe;
la procura di Napoli ha chiesto l'arresto in carcere di 38 persone di cui gran parte titolari di caseifici ed il sequestro di una trentina di strutture casearie, mentre il Gip» in una ordinanza di 124 pagine che riassume le tappe dell'inchiesta, ha detto no alle misure cautelari perché non sussisterebbero i gravi indizi di colpevolezza per il reato di associazione a delinquere e mancherebbe l'attualità del reato, constatato che «gli accertamenti svolti dalla polizia giudiziaria si fermano al settembre 2010»; mentre i pm della direzione distrettuale antimafia hanno fatto ricorso al riesame, che lo discuterà a fine novembre 2012;

per fregiarsi del marchio DOP, la mozzarella di bufala campana deve essere prodotta solo con latte fresco proveniente dalle province di Caserta e Salerno, oltre che dei comuni ricompresi tra le province di Napoli, Benevento, Isernia, Frosinone, Latina, Foggia, Roma, Latte che deve essere trasformato entro 60 ore dalla mungitura, acidificato con siero naturale e coagulato con caglio di vitello. Regole che nessuno rispettava, nella continua corsa al ribasso dei prezzi e alla necessità di tamponare in qualche modo gli effetti di alcune epidemie di brucellosi, che hanno decimato i capi di bestiame e la produzione di latte fresco. Quando tutti «barano» è più conveniente impegnarsi per cambiare le regole piuttosto che mettersi a norma;

notizie riportate da L'Espresso del 29 ottobre 2012 hanno riferito come l'ordinanza del tribunale di Napoli abbia chiarito che, quasi nessuno ottemperava alle regole scritte, che venivano continuamente calpestate. Ed allora la preoccupazione di tutti, di fronte ai controlli sempre più stringenti dei Nas, sembra essere quella di «uscire dall'illegalità». Non certo, però, cominciando finalmente ad utilizzare solo latte fresco prodotto nell'area Dop; «Bisogna modificare il disciplinare e consentire ai caseifici di utilizzare una percentuale di latte congelato o cagliata congelata - si legge in un'intercettazione - sono 20 anni che lo facciamo tutti quanti. Questa è la posizione. È la stessa posizione l'avrà Assolatte, l'avrà l'Unione industriali, l'avranno tutti quanti». In un'altra conversazione «Siamo in difficoltà, questi qua ci fanno chiudere; noi facciamo tutti quanti delle frodi»; ed un altro «Se non utilizziamo il latte congelato il fatturato scende del 50 per cento. Il problema è che negli anni tutti hanno ammassato enormi quantità di latte congelato». Il titolare di un caseificio, ammette di averne «10 mila quintali» stoccati; valore di mercato 1,3 milioni di euro, un altro ancora parla di «1 milione 750 mila litri nelle celle»;

gli allevatori bufalini, ovviamente, si oppongono con decisione alla modifica del disciplinare. Perché il prezzo pagato alle stalle è irrisorio, e il timore è che precipiti ulteriormente; anche pochi mesi fa, nonostante il cambio di gestione, il Consorzio ha provato nuovamente a far passare la modifica, con una delibera approvata in assemblea il 27 giugno; cioè solo pochi giorni prima che esplodesse l'inchiesta. Infatti, le proposte di modifica del disciplinare di produzione della mozzarella di bufala campana dop, avanzate dal Consorzio di tutela, sono entrate nei meccanismi della concertazione agricola; il tavolo verde, anche se le regioni amministrativamente interessate alla dop non hanno ancora una posizione ufficiale;

ad oggi nessuna regione ha ancora espresso il parere da rendere al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, loro richiesto dall'articolo 6 del decreto ministeriale del 21 maggio 2007, con il quale il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali regolamenta la procedura a livello nazionale sia per la registrazione che per le modifiche del disciplinare delle DOP e IGP, come definite dal regolamento dell'Unione europea 2006/510;

trattandosi della modifica di un disciplinare per la produzione di formaggio dop, le regioni Campania, Lazio, Puglia e Molise devono valutare la documentazione a suffragio delle novità da introdurre ed esprimere un parere sia sulla legittimità dell'ente proponente che sul merito delle modifiche il parere va trasmesso dalle regioni al Ministero entro i 120 giorni dalla notifica delle richieste di modifica del disciplinare consegnate dal Consorzio di tutela: termine che scadeva a fine luglio 2012;

il Consorzio, a quanto consta all'interrogante, avrebbe approvato le modifiche prima in consiglio di amministrazione, quindi le avrebbe notificate a fine marzo a regioni e Ministero, infine solo il 24 giugno 2012 queste sarebbero state ratificate dall'assemblea del Consorzio della mozzarella di bufala campana DOP, mentre lo statuto consortile prevede invece una procedura inversa: un mandato dell'assemblea al consiglio di amministrazione per procedere alle modifiche del disciplinare di produzione;

le questioni di merito da affrontare sono di sostanza. Una su tutte: la cagliata condizionata secondo il Consorzio di tutela si può produrre, purché il latte sia trasformato in cagliata entro 60 ore dall'ultima mungitura; e sempre secondo il Consorzio ciò non significa che sia possibile congelare la cagliata. Il Consorzio, inoltre, sottolinea che con il nuovo disciplinare ha fatto divieto ai caseifici di commerciare in latte e semilavorati tra loro, anche freschi, e che di conseguenza è così scongiurata ogni possibilità che si formi una qualche posizione di dominio tale da interferire con la formazione del prezzo del latte;

di diverso avviso Confagricoltura e CIA, mentre Coldiretti non ha ancora formalizzata la sua posizione;

infatti il 5 novembre 2012 Giuseppe Politi (presidente Nazionale della confederazione italiana agricoltori) e Mario Guidi (presidente nazionale di Confagricoltura) hanno scritto una nota congiunta al Ministro interrogato chiarendo che:

«dopo un'attenta analisi delle proposte di modifiche al Disciplinare di produzione avanzate dal Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana, si ritiene di dover ribadire con forza e convinzione le perplessità indotte dagli elementi innovativi proposti a sostanziale modifica del vigente articolato che si ricorda ha ottenuto la conferma con il regolamento n. 103 del 2008 della registrazione protezione e tutela comunitaria ai sensi del regolamento n. 510 del 2006 del 20 marzo 2006 relativo alla protezione delle indicazioni geografiche e delle denominazioni d'origine dei prodotti agricoli e alimentari»;

«Le innovazioni proposte modificando sostanzialmente il processo produttivo farebbero difatti, a nostro avviso, perdere al prodotto la sua caratteristica di formaggio fresco e potrebbero pericolosamente volgarizzare e dequalificare il prodotto - con evidenti riflessi negativi sulla valorizzazione economica della materia prima - nell'immaginario del consumatore. Si ritiene pertanto opportuno ribadire quanto più volte abbiamo avuto modo di manifestare in merito alla nostra contrarietà rispetto:

a) alla proposta di sostituire l'obbligo di concludere il processo produttivo entro la 60a ora dalla prima mungitura, con la possibilità d'interromperlo consentendo il condizionamento e di fatto il congelamento della cagliata; una tale ipotesi da un lato apre a nostro avviso - con pericolosi decadimenti d'immagine - alla possibilità d'utilizzo di cagliate congelate, ma sembra rendere anche possibile la pratica d'inaccettabili forzature del normale andamento dei corsi mercantili del latte bufalino;

b) alla previsione normativa di una diversificazione della produzione (artigianale, normale, per usi industriale) che non solo arrecherebbe confusione e disorientamento nei consumatori, ma anche ufficializzerebbe un'inaccettabile diversificazione ed il decadimento qualitativo di gran parte del prodotto;

come è noto abbiamo sempre sostenuto la necessità di una contestuale attuazione delle vigenti normative inerenti la tracciabilità della produzione del latte di bufala e la separazione fisica delle strutture finalizzate alla produzione della Mozzarella di bufala Campana (DOP). Riteniamo altresì necessario che entrambe le norme siano portate alla completa applicazione in modo graduale per consentire sia agli allevatori che ai trasformatori di adeguarsi alle prescrizioni in esse previste» -:

se intenda prendere una posizione rigida sulla vicenda sopra richiamata ed in tali circostanze rigettare qualunque richiesta che avesse come fine la modifica, peggiorativa, del disciplinare della mozzarella di bufala Campana DOP;

se corrisponda al vero che il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali stiano valutando l'approvazione della modifica del disciplinare del DOP nel senso di ammettere la pratica del congelamento del latte o della cagliata congelata di latte di bufala per permetterne il relativo uso differito nella produzione della mozzarella DOP e, se al verificarsi di tali circostanze, intenda fermamente rigettare una tale, a giudizio dell'interpellante inaccettabile, richiesta;

se intenda provvedere all'attuazione senza proroghe della normativa sulla separazione dei luoghi di produzione della mozzarella di bufala campana DOP e della mozzarella non DOP;
se intenda adottare iniziative normative d'urgenza che impongano al Consorzio di tutela della mozzarella di bufala campana DOP l'attività obbligatoria di controllo e di verifica mensile incrociata tra la produzione di latte di ciascuno allevamento bufalino dell'area DOP e l'effettiva trasformazione e resa quantitativa nei caseifici che ritirano per la produzione di mozzarella di bufala campana DOP e mozzarella di bufala campana non dop, prevedendo altresì misure dissuasive integrative ed aggiuntive a quelle ordinarie già previste a carico delle strutture casearie che violano i vincoli normativi di riferimento, al fine di scoraggiare le frodi in commercio;
se ritenga utile e necessario adottare iniziative in favore degli allevatori di bufale dell'area DOP della mozzarella di bufala campana, volti a permettere una più ampia e diffusa applicazione della tecnica della destagionalizzazione dei parti.

(2-01742)
«Alessandri, Brugger».