Atto Camera
Interpellanza 2-01713
presentata da
MICHELE POMPEO META
martedì 23 ottobre 2012, seduta n.707
I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
l'11 agosto 2012 nel comune di Affile, alta valle dell'Aniene provincia di Roma veniva inaugurato un monumento funebre. Sempre l'11 agosto, ma del 1882, nasceva in quei territori Rodolfo Graziani. Ufficiale dell'esercito italiano nella Prima Guerra Mondiale, conquistatore e Vicerè d'Etiopia dopo la guerra contro quel Paese, di religione cristiana e membro della Società delle nazioni, voluta dall'Italia fascista, quindi governatore della Libia durante la Seconda Guerra Mondiale infine Ministro della difesa della Repubblica Sociale italiana;
il monumento, come si può evincere dalla registrazione dell'intervento di inaugurazione ad opera del sindaco di Affile, veniva quindi dedicato esattamente a 130 anni dalla sua nascita al generale Graziani con la precisa intenzione di «fare giustizia» della sua memoria. Giova qui brevemente ricordare che il generale Graziani nelle operazioni belliche, bombardamenti, finalizzati all'occupazione dell'Etiopia, dando corso ad espressi ordini provenienti da Mussolini, fece uso dell'Iprite, gas nervino espressamente vietato dalle convenzioni internazionali dopo la Prima guerra mondiale. Questo è un fatto incontrovertibile e non oggetto di discussione;
sempre nel medesimo intervento il primo cittadino di Affile affermava che lo stanziamento per la riqualificazione del parco, il «Parco Radimonte al Soldato» all'interno del quale il manufatto è collocato, era stato accordato dalla giunta regionale presieduta dall'allora presidente Marrazzo nel 2009;
stando alle notizie riportate dalla stampa e non smentite la costruzione sarebbe costata all'incirca 130.000 euro;
è assai grave che un primo cittadino «faccia giustizia» della memoria del generale Graziani, con i soldi dei contribuenti. In questa vicenda non è in gioco la libertà di espressione. Non esiste un divieto di commemorazione del generale Graziani, come non esiste neppure per Benito Mussolini, questo però, se avviene, deve essere un fatto privato e organizzato da privati, non può essere organizzato da cariche pubbliche e deve avvenire senza oneri per lo stato democratico. La dedica ufficiale di un monumento ad una determinata figura infatti da parte di un Sindaco, ovvero di un pubblico ufficiale, in qualche misura impegna integralmente lo Stato democratico. Stabilendo un legame di continuità ideale tra i valori professati e testimoniati da quel personaggio e i valori in cui si riconosce la Repubblica Italiana. Ebbene non ci può essere continuità tra l'azione politica e militare condotta da Rodolfo Graziani e la vita democratica della Repubblica italiana;
è inaccettabile che il primo cittadino di un comune di 1500 abitanti abbia compiuto un gesto tanto offensivo nei confronti di uno stato oggi amico come l'Etiopia e della comunità degli etiopi residenti in Italia, quando l'Italia, con un gesto unilaterale ha restituito al Paese africano l'obelisco di Axum sottratto dall'Italia fascista e collocato in Roma come emblema dell'avvenuta conquista;
ad avviso dell'interrogante sarebbe possibile avvisare nel comportamento di queste cariche amministrative il reato di «falso ideologico», e sarebbe altresì necessario accertare la congruità tra la spesa effettuata e la realizzazione concreta del manufatto -:
cosa intenda fare per dissociare completamente la responsabilità delle istituzioni da quanto avvenuto l'11 agosto scorso nel comune di Affile e cosa si intenda fare per restituire all'Italia quel profilo di affidabilità nei valori della libertà e della democrazia sulla cui conservazione in Italia si è espressa con preoccupazione la stampa internazionale. In special modo quella anglosassone.
(2-01713) «Meta, Touadi, Ventura, Adinolfi, Amici, Argentin, Bachelet, Carella, Coscia, Ferranti, Fioroni, Gasbarra, Gentiloni Silveri, Giachetti, Madia, Morassut, Pompili, Recchia, Rugghia, Sposetti, Tocci, Veltroni».