ATTO CAMERA

INTERPELLANZA URGENTE 2/01588

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 663 del 10/07/2012
Firmatari
Primo firmatario: FORMISANO ANNA TERESA
Gruppo: UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO
Data firma: 09/07/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
GALLETTI GIAN LUCA UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO 09/07/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 09/07/2012
Stato iter:
12/07/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 12/07/2012
Resoconto FORMISANO ANNA TERESA UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO
 
RISPOSTA GOVERNO 12/07/2012
Resoconto MALINCONICO SABATO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (GIUSTIZIA)
 
REPLICA 12/07/2012
Resoconto FORMISANO ANNA TERESA UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 12/07/2012

SVOLTO IL 12/07/2012

CONCLUSO IL 12/07/2012

Atto Camera

Interpellanza urgente 2-01588
presentata da
ANNA TERESA FORMISANO
martedì 10 luglio 2012, seduta n.663

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere - premesso che:

l'articolo 1 della legge 14 settembre 2011, n. 148, di conversione del decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138, contiene una delega a riorganizzare la distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari al fine di realizzare risparmi di spesa e incremento di efficienza;

la lettera a) dell'articolo citato, dispone che, nell'opera di riduzione degli uffici giudiziari di primo grado, deve essere garantita la permanenza del tribunale ordinario nei circondari di comuni capoluogo di provincia alla data del 30 giugno 2011;

la lettera f) dell'articolo 1, tuttavia, precisa che occorre «garantire che, all'esito degli interventi di riorganizzazione, ciascun distretto di corte d'appello, incluse le sue sezioni distaccate, comprenda non meno di tre degli attuali tribunali con relative procure della Repubblica»;

dal combinato disposto dei due princìpi, però, possono derivare conseguenze che vanno nella direzione opposta a quella della ratio della norma: il risparmio di spesa e l'efficienza;

in effetti, vi sono molti tribunali ubicati nelle province che sono dimensionalmente molto più piccoli di tanti altri, così come vi sono tanti tribunali, che andrebbero a formare i tre di una corte d'appello, che sono molto più modesti di tanti altri. In entrambi i casi il rischio è che, senza alcuna logica dettata dal risparmio di spesa o dall'efficienza, permarrebbero in vita tribunali piccoli e piccolissimi a danno di tribunali medi e in qualche caso anche grandi;

per fare un esempio concreto, e avendo a riferimento la relazione che il gruppo di studio del Ministero della giustizia ha preparato al Ministro basandosi proprio sulla legge delega n. 148 del 2011, il tribunale di Cassino rischierebbe la soppressione pur collocandosi, su un totale di 165 tribunali, all'83o per popolazione (sopravanzando ben 36 tribunali capoluogo di provincia), al 60o per superficie (sopravanzando ben 53 tribunali capoluogo di provincia), all'81o per numero di magistrati (sopravanzando ben 40 tribunali capoluogo di provincia), all'81o per numero di amministrativi (sopravanzando ben 40 tribunali capoluogo di provincia), al 107o per numero amministrativi/magistrati (sopravanzando ben 37 tribunali capoluogo di provincia), al 77o per sopravvenienze medie (sopravanzando ben 42 tribunali capoluogo di provincia), al 71o per carico di lavoro unitario (sopravanzando ben 52 tribunali capoluogo di provincia), al 78o per definiti medi (sopravanzando ben 41 tribunali capoluogo di provincia), al 79o per produttività (sopravanzando ben 46 tribunali capoluogo di provincia);

ovviamente in questa classifica non si tiene conto di tanti tribunali che formano il terzo di una corte d'appello, ma tutti inferiori al tribunale di Cassino;

nonostante la fonte di questi dati inoppugnabili sia il Ministero della giustizia, secondo la relazione del gruppo di studio del Ministero e secondo quando emerso dal recente Consiglio dei ministri, il tribunale di Cassino dovrebbe essere soppresso;

dalla relazioni stilata dal gruppo di studio del Ministero, inoltre, si evincerebbe che, secondo gli interpellanti, la delega non è stata applicata pienamente, perché in essa è stata prevista esclusivamente la soppressione di tribunali esistenti (facendo sempre riferimento ai parametri della legge delega) ma non è stato attuato un principio che la delega stessa aveva posto come possibilità all'articolo 1 comma 2-b, e cioè la ridefinizione dell'assetto territoriale degli attuali uffici giudiziari mediante attribuzione di porzioni di territori a circondari limitrofi;

questa possibilità, che concretizzerebbe al tempo stesso sia un risparmio di spesa sia l'efficienza, non è stata presa in considerazione mentre per il tribunale di Cassino, secondo i parametri utilizzati dal gruppo di studio del Ministero, sarebbe auspicabile l'accorpamento del territorio del sud pontino (sede distaccata di Gaeta), un territorio che peraltro fino all'anno 1927 faceva già parte dello storico tribunale di Cassino, che proprio l'anno passato ha festeggiato, insieme alla nazione, i suoi 150 anni di vita;

la lettera g) dell'articolo 1, inoltre, stabilisce che i magistrati e il personale amministrativo entrino di diritto a far parte dell'organico dei tribunali e delle procure accorpanti. Nel caso del tribunale di Cassino, ma in tutti gli altri casi di eventuale soppressione di tribunali di rilevante dimensione, il tribunale accorpante (Frosinone) vedendosi raddoppiare da un giorno all'altro l'organico non avrebbe alcuna possibilità infrastrutturale di accogliere magistrati ed amministrativi, per non parlare degli avvocati, delle parti processuali, e altro, per cui si dovrebbe necessariamente far luogo al reperimento di nuovi locali con vin aggravio di spesa per il Ministero;

la delega prevede, oltre a ciò, di tener conto delle specificità territoriali del bacino di utenza anche in riferimento al tasso d'impatto della criminalità organizzata. Nel caso del tribunale di Cassino (e della procura) la sua presenza è stata un baluardo contro la minaccia camorristica ed ha garantito fino ad oggi un bassissimo tasso di infiltrazione della criminalità organizzata, che, nel caso di soppressione, si vedrebbe spianare la strada per una immediata «colonizzazione»;

la soppressione di un tribunale di rilevante dimensione come quello di Cassino comporterebbe un forte e negativo impatto anche dal punto di vista socio-economico su tutto il territorio provinciale e del basso Lazio, venendo così a determinarsi un impoverimento del tessuto sociale con forte e rilevante impatto economico per una popolazione che va ben oltre le 222.000 persone circa che «serve» direttamente il tribunale, coinvolgendo un bacino d'utenza molto più grande (Cassino è sede di una università, tra cui la facoltà di giurisprudenza, di un importante stabilimento industriale come la FIAT, di un importantissimo centro di culto come l'Abbazia di Montecassino) -:

per quali ragioni, alla luce delle considerazioni suesposte e dei dati forniti dal gruppo di studio del Ministero, non si sia ritenuto di escludere il tribunale di Cassino dal processo di riorganizzazione degli uffici giudiziari in atto, in quanto la sua chiusura, oltre a non realizzare risparmi di spesa e incremento di efficienza, produrrebbe un negativo impatto socio-economico e costituirebbe un segnale inopportuno nella lotta alla criminalità organizzata.

(2-01588)
«Anna Teresa Formisano, Galletti».