ATTO CAMERA

INTERPELLANZA URGENTE 2/01089

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 477 del 24/05/2011
Firmatari
Primo firmatario: TEMPESTINI FRANCESCO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 08/06/2011
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BERSANI PIER LUIGI PARTITO DEMOCRATICO 08/06/2011
PISTELLI LAPO PARTITO DEMOCRATICO 24/05/2011
BARBI MARIO PARTITO DEMOCRATICO 24/05/2011
FASSINO PIERO PARTITO DEMOCRATICO 24/05/2011
MARAN ALESSANDRO PARTITO DEMOCRATICO 24/05/2011
PARISI ARTURO MARIO LUIGI PARTITO DEMOCRATICO 24/05/2011
VELTRONI WALTER PARTITO DEMOCRATICO 24/05/2011
AMICI SESA PARTITO DEMOCRATICO 24/05/2011
VILLECCO CALIPARI ROSA MARIA PARTITO DEMOCRATICO 24/05/2011
BOCCIA FRANCESCO PARTITO DEMOCRATICO 24/05/2011
LENZI DONATA PARTITO DEMOCRATICO 24/05/2011
ZACCARIA ROBERTO PARTITO DEMOCRATICO 24/05/2011
TURCO LIVIA PARTITO DEMOCRATICO 24/05/2011
FERRANTI DONATELLA PARTITO DEMOCRATICO 24/05/2011
ARGENTIN ILEANA PARTITO DEMOCRATICO 24/05/2011
CUPERLO GIOVANNI PARTITO DEMOCRATICO 24/05/2011
D'ANTONI SERGIO ANTONIO PARTITO DEMOCRATICO 24/05/2011
CAPANO CINZIA PARTITO DEMOCRATICO 24/05/2011
FEDI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 24/05/2011
GARAVINI LAURA PARTITO DEMOCRATICO 24/05/2011
GASBARRA ENRICO PARTITO DEMOCRATICO 24/05/2011
LEVI RICARDO FRANCO PARTITO DEMOCRATICO 24/05/2011
MIGLIAVACCA MAURIZIO PARTITO DEMOCRATICO 24/05/2011
MORASSUT ROBERTO PARTITO DEMOCRATICO 24/05/2011
MOSCA ALESSIA MARIA PARTITO DEMOCRATICO 24/05/2011
ORLANDO ANDREA PARTITO DEMOCRATICO 24/05/2011
POMPILI MASSIMO PARTITO DEMOCRATICO 24/05/2011
SANTAGATA GIULIO PARTITO DEMOCRATICO 24/05/2011
SBROLLINI DANIELA PARTITO DEMOCRATICO 24/05/2011
TOCCI WALTER PARTITO DEMOCRATICO 24/05/2011


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 24/05/2011
Stato iter:
09/06/2011
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 09/06/2011
Resoconto TEMPESTINI FRANCESCO PARTITO DEMOCRATICO
 
RISPOSTA GOVERNO 09/06/2011
Resoconto CESARIO BRUNO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
REPLICA 09/06/2011
Resoconto TEMPESTINI FRANCESCO PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL

NUOVO PRIMO FIRMATARIO IL 08/06/2011

DISCUSSIONE IL 09/06/2011

SVOLTO IL 09/06/2011

CONCLUSO IL 09/06/2011

Atto Camera

Interpellanza urgente 2-01089
presentata da
PIER LUIGI BERSANI
martedì 24 maggio 2011, seduta n.477

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere - premesso che:

gli stanziamenti previsti a favore della legge n. 49 del 1987, in materia di cooperazione allo sviluppo, hanno registrato, come è noto, un trend allarmante negli ultimi 4 anni, passando dai 732 milioni di euro stanziati nel 2007 per l'anno 2008 - ultimo anno del Governo Prodi - fino ai soli i 75 milioni di euro stanziati con l'ultima legge finanziaria per l'anno 2011, che segnano la sostanziale fine della cooperazione bilaterale italiana allo sviluppo;

è appena il caso di notare che per la prima volta con finanziamenti così bassi sulla legge 49 del 1987, l'incidenza dei costi amministrativi di una struttura ormai ridotta ai minimi termini rispetto ad una accettabile capacità operativa, sono percentualmente lievitati, passando dal 6 per cento del 2008 al 10 per cento del 2011, determinando tra l'altro delle diseconomie di scala, in base alle quali qualunque intervento di cooperazione allo sviluppo che aspiri oggi ad avere un minimo di rilievo internazionale, o che ambisca ad avere un qualche impatto effettivo sul territorio di destinazione, obbliga a prevedere interventi ad hoc, potenzialmente altamente costosi;

questi dati, ormai da tempo noti, appaiono allarmanti non solo in relazione alla netta caduta quanto ad efficacia ed impatto della cooperazione allo sviluppo bilaterale italiana, ma anche perché incidono in maniera gravissima sul ruolo dell'Italia nell'ambito della cooperazione allo sviluppo portata avanti dall'Unione europea e dal sistema della Nazioni Unite, e più in generale sulle politiche di vicinato, nelle quali è interesse e dovere dell'Italia essere impegnata, specie, alla luce degli ultimi avvenimenti, nell'area del Mediterraneo;

anche sul piano multilaterale, l'Italia ha ridotto i propri impegni e, per banche e fondi di sviluppo nel 2011, sono state più che dimezzate le risorse disponibili lo scorso anno e già allora inadeguate; il nostro Paese sconta inoltre rinvii e ritardi che sono alla base della perdita di credibilità dell'Italia nei consessi internazionali: basti pensare alla lentezza nel pagamento di obblighi assunti in sede multilaterale, tra i quali è sufficiente citare in questa sede il mancato versamento al Fondo africano di sviluppo e alla Convenzione di Londra sull'aiuto alimentare (nei confronti della quale il nostro debito ammonta a 270 milioni di euro); inoltre la riduzione della quota contributiva dovuta dall'Italia, operata in occasione dell'ultima Conferenza di rifinanziamento dell'Aida tenutasi nel 2010, ha determinato una riduzione del peso del nostro Paese in sede di Consiglio di amministrazione, contribuendo ad una ulteriore perdita di credibilità sul piano internazionale;

il gravissimo ritardo nel pagamento delle quote dovute al Fondo globale per l'Aids, la tubercolosi, e le altre pandemie - quote dovute dall'Italia e mai più versate a partire dall'anno 2009 e che hanno determinato anche la perdita da parte dell'Italia del seggio unico permanente presso il Fondo - non solo sta mettendo a rischio la vita di 2,9 milioni di persone sottoposte a terapia, ma altresì sta vanificando gli sforzi compiuti dall'Italia fino al 2009, mostrando un atteggiamento miope e inefficiente da parte dell'Italia anche sotto il profilo squisitamente economico;

l'unico soggetto a cui l'Italia, per vincoli inderogabili, continua a versare il dovuto è la Commissione europea, dove l'Italia risulta terzo contribuente del bilancio dell'Unione europea in materia di sviluppo e quarto del Fes, contribuendo significativamente a fare sì che la Commissione europea rappresenti il terzo donatore a livello mondiale nel settore della cooperazione allo sviluppo. Appare invece assai ridotta e insufficiente la capacità italiana di influenzare e orientare le politiche di cooperazione europee anche a causa dell'avvenuta chiusura da più di due anni delle strutture italiane specificamente preposte in ambito europeo alla cooperazione allo sviluppo e alla promozione delle istanze italiane nella programmazione europea di cooperazione. Gli Stati membri sono infatti chiamati a concordare con l'Unione europea sia il rispetto di standard quantitativi e l'impegno di risorse, sia l'armonizzazione di procedure e di cornici operative ispirate a princìpi comuni - come quelli del massimo coordinamento e della complementarità e della «divisione del lavoro» per aree e Paesi degli stati membri - che richiedono presenza e competenze assidue;

complessivamente, l'Italia con appena lo 0,15 per cento sul PIL di risorse attribuite alla cooperazione è ormai collocata in posizione lontanissima dal raggiungimento di quegli obiettivi fissati nel Consiglio europeo del maggio 2005, che prevedevano il raggiungimento dello 0,51 per cento del PIL entro il 2010 e dello 0,70 per cento entro il 2015, e nell'anno della scadenza di questi obiettivi, l'Italia è il Paese responsabile per il 40 per cento del loro mancato raggiungimento, con un ammontare di risorse complessivo destinato all'Aps, in percentuale al Pil, inferiore persino alle risorse impegnate a questo scopo dalla Grecia;

è evidente che l'attuale situazione dei fondi destinati alla cooperazione allo sviluppo italiana, sia bilaterale che multilaterale, nonché l'andamento fortemente negativo registratosi nell'ultimo quadriennio non costituiscono certo un adeguato biglietto da visita, anche sotto il profilo della credibilità internazionale, per partecipare con successo alle attività di cooperazione dell'Unione europea e del sistema delle Nazioni Unite a partire dal prossimo Forum sull'efficacia dell'aiuto che si terrà a Busan in Corea nel prossimo mese di novembre;

tra gli strumenti innovativi introdotti a livello europeo in questo settore, va certamente menzionato l'istituto della cooperazione delegata - affidata dall'Unione europea ad enti di Stati membri ritenuti idonei, e per i quali l'Italia ha candidato la direzione generale Cooperazione e sviluppo del Ministero degli affari esteri -, che presuppone, tra gli altri, l'applicazione di un principio di reciprocità, costituito da un impegno da parte degli Stati membri a trasferire alla Commissione un importo pari almeno alla metà di quanto è già stato ad essi delegato: quindi la capacità potenziale di gestione di fondi delegati è strutturalmente collegata alla quantità di Fondi disponibili a livello nazionale, benché questo strumento sia ancora in fase di sviluppo e non risulta che tale principio sia stato finora rigorosamente applicato;

tuttavia, con gli attuali fondi messi a disposizione dall'Italia sulla legge 49, pari a meno di 100 milioni di euro per nuovi progetti da finanziarsi nel 2011, una volta a regime la macchina europea, potremmo sperare di gestire non più di 200 milioni di fondi europei delegati, mentre, solo per fare un esempio, i fondi attribuiti per il 2008 pari a 732 milioni di euro avrebbero permesso all'Italia di aspirare a gestire un ammontare di fondi europei delegati pari a circa 1 miliardo e quattrocento milioni di euro;

va altresì sottolineato che le risorse dell'aiuto pubblico allo sviluppo, nelle percentuali indicate a livello internazionale come obiettivi da rispettare, dovrebbero aggiungersi, e non essere semplicemente sostituita dalle nuove forme di finanziamento allo sviluppo, fondate anche su eventuali partnership pubblico/privato secondo il cosiddetto «whole of cuntry approach», che sia pur molto interessanti e assai utili, necessitano ancora di sperimentazione e adeguato approfondimento, e certamente sono da sviluppare, ma in maniera rigorosamente addizionale, rispetto alla componente più squisitamente pubblica dell'aiuto pubblico allo sviluppo, oggetto degli impegni internazionali sottoscritti dal nostro Paese nelle sedi internazionali;

del resto, proprio le vicende che negli ultimi quattro mesi hanno attraversato i vicini Paesi del Nord Africa hanno riproposto con forza il tema delle potenzialità connesse ad una efficace attività di cooperazione allo sviluppo, e della necessità di avere una forte cooperazione bilaterale in queste aree da mettere in sinergia con l'attività e il finanziamento dello sviluppo portato avanti dall'Unione europea (come nel caso dei fondi Bei e delle politiche di vicinato, peraltro da ripensare), che dovrebbero produrre un significativo impatto in queste realtà sociali, senza dimenticare che anche dalla mancanza di efficaci politiche di sviluppo derivano oggi i forti e inattesi flussi migratori, innanzitutto verso l'Italia;

l'assenza di fondi adeguati sulla legge 49 del 1987 per il finanziamento di nuovi progetti ha determinato, proprio in alcuni Paesi del Nord Africa, l'utilizzo da parte dell'Italia di strumenti inadeguati a finanziare progetti di sviluppo in senso proprio, quali il Fondo rotativo per i crediti di aiuto o l'utilizzazione di strutture dello Stato alternative a quelle deputate alla cooperazione allo sviluppo, quale la protezione civile;

non stupisce allora che secondo i dati diffusi lo scorso 6 maggio dalla Commissione europea l'Italia, pur essendo un Paese che vantava relazioni privilegiate con la Libia, figura solamente all'ottavo posto per ammontare di aiuti destinati alla crisi libica, con soli 3 milioni di euro, su un totale dei 100 milioni di euro impegnati dai ventisette Stati membri dell'Unione per azioni di intervento umanitario in Libia, un dato non confrontabile con i 13 milioni versati dall'Inghilterra, i 7 milioni versati dalla Germania ed inferiore persino ai 4 milioni versati dalla Spagna;

pur senza considerare la cooperazione allo sviluppo come l'unico strumento possibile atto a contenere i flussi migratori, non vi è dubbio che una cooperazione efficace, trasparente e posta in sinergia con quella portata avanti dall'Unione europea - e pensata all'interno di rinnovate politiche di sviluppo comunitarie -, può produrre un significativo impatto nei Paesi della sponda sud del Mediterraneo attualmente impegnati in difficili e complesse transizioni verso la democrazia;

l'attuale situazione dei fondi destinati alla cooperazione allo sviluppo è, ad avviso degli interpellanti, in forte contraddizione con la posizione espressa da membri del Governo appartenenti alla Lega in merito alla condivisibile necessità, proprio in relazione ai Paesi della sponda sud del Mediterraneo, di aiutare lo sviluppo degli stessi Paesi di origine dei migranti;

in conclusione l'attuale situazione di carenza di fondi in relazione alla cooperazione bilaterale e di grave ritardo nel pagamento di alcuni impegni assunti a livello multilaterale ha già gravemente compromesso la credibilità dell'Italia a livello internazionale e le sue legittime aspirazioni a diventare Paese leader anche nella cooperazione delegata europea;

peraltro solo una visione non miope oggi potrà consentirci un domani di mettere proprio l'Italia nelle condizioni di avanzare una forte candidatura in Europa quale Paese adeguato ad essere leader in quest'area -:

alla luce della quasi totale eliminazione di fondi e risorse come, con quali strumenti e in quali tempi intenda il Ministro interpellato finanziare una cooperazione bilaterale pubblica italiana, ritenuta l'importanza di questo settore per il futuro dei nostro Paese;

se, in particolare, intenda finanziare una programmazione di riallineamento pluriennale (piano di rientro) che favorisca anche gradualmente, in tempi diversi da quelli inizialmente previsti, il rispetto degli impegni internazionali, come chiesto anche dall'OCSE-DAC.

(2-01089)
«Bersani, Tempestini, Pistelli, Barbi, Fassino, Maran, Arturo Mario Luigi Parisi, Veltroni, Amici, Villecco Calipari, Boccia, Lenzi, Zaccaria, Livia Turco, Ferranti, Argentin, Cuperlo, D'Antoni, Capano, Fedi, Garavini, Gasbarra, Levi, Migliavacca, Morassut, Mosca, Andrea Orlando, Pompili, Santagata, Sbrollini, Tocci».