Atto Camera
Interpellanza urgente 2-00958
presentata da
ANTONIO BORGHESI
martedì 8 febbraio 2011, seduta n.431
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro per i beni e le attività culturali, per sapere - premesso che:
un numero considerevole di artisti interpreti ed esecutori vivono una condizione di disagio economico a causa dell'annosa vicenda relativa all'Imaie;
l'Imaie, ente privato mutualistico per la difesa dei diritti degli artisti, incaricato di raccogliere e ridistribuire i proventi loro dovuti in seguito alla riutilizzazione televisiva delle opere da essi interpretate, è stato estinto con un provvedimento del prefetto di Roma, in data 30 aprile 2009;
al provvedimento di estinzione è seguito un contenzioso legale che ha visto coinvolti da una parte gli artisti che chiedevano la sospensione del provvedimento in quanto illegittimo, e dall'altra il Ministro ed il prefetto che ne chiedevano la conferma;
l'estinzione è stata perfezionata con il decreto-legge 30 aprile 2010, n. 64 (convertito dalla legge n. 100 del 2010), che prevede la costituzione del nuovo Imaie, sotto il controllo del Ministero per i beni e le attività culturali, il Ministero del lavoro e della Presidenza del Consiglio e dei ministri;
i fondi maturati competenza degli artisti sono arrivati alla considerevole cifra di 166 milioni (118 milioni al 31 dicembre 2008, più 24 per il 2009 e 24 per il 2010) e i titolari di questi diritti sono oltre 70.000, ma i diritti maturati non sono stati erogati agli artisti, nonostante il decreto prefettizio dichiarasse che soltanto con la messa in liquidazione dell'Imaie gli artisti avrebbero ricevuto i loro diritti accumulati;
la legge prevedeva l'emanazione di norme sanzionatorie per chi non trasmetteva ogni dato per l'individuazione degli artisti e l'erogazione dei diritti agli stessi; prevedeva altresì che i Ministeri vigilanti, Ministro per i beni e le attività culturali, Presidenza del Consiglio dei ministri e Ministero del lavoro e delle politiche sociali) avrebbero dovuto emettere un decreto di riordino dell'intera materia del diritto connesso; ad oggi nessun atto d'iniziativa del Ministro è stato attuato;
la gestione commissariale del vecchio Imaie ha di fatto sospeso il diritto connesso agli artisti aventi diritto e a molti di loro non è stato corrisposto neanche il 30 per cento dei compensi relativi agli anni pregressi;
il problema della gestione delle risorse spettanti agli artisti è già stato sollevato dagli interpellanti durante lo svolgimento di una interrogazione a risposta immediata al Ministro per i beni e le attività culturali il 19 maggio 2010;
in quell'occasione il Ministro Bondi ha risposto dando ampie rassicurazioni affermando che «uno degli elementi di maggiore novità introdotto dal decreto-legge è costituito dall'espressa previsione della vigilanza ministeriale. Questa previsione, lungi dal voler creare, come ipotizzato dagli onorevoli interroganti, una sorta di inappropriata gestione ministeriale delle funzioni, a peggio dei fondi dell'Imaie, mira proprio a prevenire e ad impedire il ripetersi, per il futuro, di situazioni di paralisi e di inefficacia nello svolgimento dei compiti di interesse generale del nuovo Istituto»;
il 29 settembre 2010 il Ministero per i beni e le attività culturali ha approvato lo statuto del nuovo ente senza consentire un'idonea partecipazione agli artisti che ne avevano fatto richiesta preventiva, anche perché nel nuovo statuto, come denunciano i rappresentati di categoria, sono state introdotte norme assai discutibili, che avrebbero invece meritato un confronto democratico e il conforto del voto degli artisti rappresentati (basti pensare al «voto pesante» e l'obbligo della reiscrizione per tutti gli artisti a fronte del passaggio automatico dal vecchio al nuovo istituto);
la situazione di crisi economica investe il mondo della cultura in modo devastante e gli artisti versano in una condizione di difficoltà, economica senza precedenti -:
se il Ministro non ritenga improcrastinabile intervenire al fine di risolvere definitivamente una situazione oltremodo incresciosa a difesa dell'autonomia e della dignità di una categoria di lavoratori esposti più di ogni altra ai rischi di precarietà in ogni fase del percorso professionale;
se non ritenga altresì di dover fornire agli artisti indicazioni sui tempi entro i quali riceveranno quanto di loro spettanza.
(2-00958)
«Borghesi, Donadi, Zazzera».