ATTO CAMERA

INTERPELLANZA URGENTE 2/00858

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 385 del 19/10/2010
Firmatari
Primo firmatario: CASINI PIER FERDINANDO
Gruppo: UNIONE DI CENTRO
Data firma: 19/10/2010
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
TASSONE MARIO UNIONE DI CENTRO 19/10/2010
OCCHIUTO ROBERTO UNIONE DI CENTRO 19/10/2010
RAO ROBERTO UNIONE DI CENTRO 19/10/2010
RIA LORENZO UNIONE DI CENTRO 19/10/2010


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
  • MINISTERO DELL'INTERNO
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
MINISTERO DELLA GIUSTIZIA 19/10/2010
MINISTERO DELLA GIUSTIZIA 19/10/2010
MINISTERO DELLA GIUSTIZIA 19/10/2010
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 20/10/2010
Stato iter:
21/10/2010
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 21/10/2010
Resoconto TASSONE MARIO UNIONE DI CENTRO
 
RISPOSTA GOVERNO 21/10/2010
Resoconto MANTOVANO ALFREDO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INTERNO)
 
REPLICA 21/10/2010
Resoconto TASSONE MARIO UNIONE DI CENTRO
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 21/10/2010

SVOLTO IL 21/10/2010

CONCLUSO IL 21/10/2010

Atto Camera

Interpellanza urgente 2-00858
presentata da
PIER FERDINANDO CASINI
martedì 19 ottobre 2010, seduta n.385

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:

secondo quanto riportato dagli organi di stampa, è stato un caso di «lupara bianca» quello del rapimento e dell'assassinio di Lea Garofalo, 36 anni, la collaboratrice di giustizia senza più protezione, punita con la morte dal suo ex compagno che, insieme ai fratelli, ha organizzato una vera e propria esecuzione, arrivando a sciogliere il cadavere nell'acido;

cresciuta a Petilla Policastro, paese ad alta densità mafiosa, nel mezzo di una violentissima faida, era riuscita ad infrangere il muro di omertà a seguito dell'omicidio di suo fratello Floriano (considerato un boss), diventando nel 2005 per la direzione distrettuale antimafia di Catanzaro una collaboratrice attendibile, meritevole di tutela: la giovane iniziò infatti a raccontare tutto quello che sapeva sulla faida che in quegli anni opponeva i Garofalo ai Mirabelli;

nel 2006, quando il programma di protezione doveva diventare definitivo, la richiesta dei magistrati catanzaresi venne bocciata dalla commissione centrale;

secondo l'organismo suddetto, le dichiarazioni della donna «non avevano avuto, fino a quel momento, autonomo sbocco processuale e gli elementi informativi raccolti erano insufficienti circa l'attendibilità, l'importanza e la rilevanza del contributo offerto»; la commissione negava «la rilevanza dell'uccisione di un fratello dell'appellante, ritenendola dovuta a fatti estranei alla sua collaborazione»;

nel giro di un anno, la collaboratrice si ritrovava non solo fuori dal programma di protezione, ma addirittura dimenticata da tutti;

dopo svariati ricorsi ed innumerevoli peregrinazioni nei palazzi di giustizia da parte della Garofalo, il Consiglio di Stato aveva confermato per la donna lo stato di pericolo, non seguito però da alcun provvedimento di sorveglianza;

Carlo Cosco, l'uomo da cui Lea ha avuto anche una figlia ora maggiorenne, e Massimiliano Sabatino sono stati arrestati nel febbraio 2010 per un precedente tentativo di sequestrare e uccidere la donna;

già dal 5 maggio 2009, la collaboratrice aveva denunciato ai carabinieri di Campobasso un tentativo di rapimento, per mano dei due criminali;

l'omicidio di Lea Garofalo non costituisce un caso isolato, ma pone seriamente il problema della tutela dei collaboratori di giustizia, il cui apporto si rivela estremamente utile e prezioso per scardinare organizzazioni criminali pericolosamente ramificate non soltanto nell'area del Mezzogiorno, ma in tutto il Paese;

l'assenza di una protezione crea oggettivi sbandamenti ed indebolisce l'azione investigativa che va invece potenziata, lasciando da parte approcci decisamente più burocratici che strategici -:

se non ritenga opportuno adottare ogni iniziativa di competenza per fare luce su quanto gravemente accaduto, attraverso una totale revisione della gestione del sistema delle protezioni.


(2-00858)
«Casini, Tassone, Occhiuto, Rao, Ria».