Atto Camera
Interpellanza urgente 2-00843
presentata da
MARIA LETIZIA DE TORRE
martedì 5 ottobre 2010, seduta n.378
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, per sapere - premesso che:
da oltre 30 anni con la legge «Falcucci» n.517 del 1977 il nostro Paese conduce una straordinaria esperienza educativa e didattica, studiata ed invidiata dagli altri Paesi europei che si stanno orientando a questa stessa scelta, che vede tutti gli alunni con disabilità a scuola con i loro compagni;
nella «Relazione conclusiva della commissione Falcucci, concernente i problemi scolastici degli alunni handicappati» (1975), che ha preceduto e preparato l'estensione delle legge sopra citata, sono contenuti importanti indicazioni, di seguito riportate in alcuni passaggi solo esemplificativi: «La scuola proprio perché deve rapportare l'azione educativa alle potenzialità individuali di ogni allievo, appare la struttura più appropriata per far superare la condizione di emarginazione in cui altrimenti sarebbero condannati i bambini handicappati, anche se deve considerarsi coessenziale una organizzazione dei servizi sanitari e sociali finalizzati all'identico obiettivo»; la condizione della piena integrazione scolastica «passa attraverso un nuovo modo di concepire e di attuare la scuola, cosi da poter veramente accogliere ogni bambino ed ogni adolescente per favorirne lo sviluppo personale, precisando peraltro che la frequenza di scuole comuni da parte di bambini handicappati non implica il raggiungimento di mete culturali minime comuni»; si dovrebbe giungere per questa via ad allargare il concetto di apprendimento affinché, accanto ai livelli di intelligenza logica-astrattiva, venga considerata anche l'intelligenza sensorio-motrice e pratica e siano soprattutto tenuti presenti i processi di socializzazione». Non vi si nascondevano le difficoltà per cui «La Commissione mentre considera la realizzazione di un nuovo modo di essere della scuola, un obiettivo fondamentale, generale e irrinunciabile, ritiene che esso costituisca il punto di arrivo di un processo necessariamente graduale e realistico»;
questo percorso è stato solo parzialmente intrapreso, per quanto attiene sia alla formazione di tutti i docenti e di quelli specializzati (erroneamente trasformatisi in docenti dedicati al solo allievo con disabilità invece che all'intera azione della scuola), sia l'organizzazione generale del sistema scolastico e delle singole autonome istituzioni scolastiche, sia all'integrazione tra servizi scolastici, sociali e sanitari;
il 20 marzo 2008 è stata firmata in sede di Conferenza unificata l'intesa tra il Governo, le regioni, le province autonome di Trento e Bolzano, le province, i comuni e le comunità montane in merito alle modalità e ai criteri per l'accoglienza scolastica e la presa in carico dell'alunno con disabilità» (rep. N.39/cu), «finalizzata a stabilire modalità e criteri per ricondurre la complessa materia dell'integrazione scolastica dell'alunno con disabilità all'interno di un progetto complessivo idoneo a ridefinire principi e criteri su cui fondare gli interventi di sostegno e assistenza, di coordinamento e funzionalità dei momenti accertativi e di integrazione delle azioni di tutti i soggetti istituzionali coinvolti»;
maggiori conoscenze sulle difficoltà specifiche di apprendimento consentono oggi di intervenire precocemente ed efficacemente anche per ridurre le difficoltà degli alunni con difficoltà specifiche di apprendimento, per le quali la VII Commissione della Camera ha approvato in sede legislativa con modificazioni il progetto di legge recante nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico (atto Camera n. 2459), attualmente in corso di esame in seconda lettura presso la VII Commissione Senato (atto Senato n. 1006-1036-B);
dall'anno 2007 è in corso il progetto I CARE (imparare, comunicare, agire in una rete educativa) per promuovere nelle istituzioni scolastiche sistematiche azioni e attività di formazione dei docenti e dei dirigenti sugli snodi delle politiche di integrazione, il cui filo conduttore è il diritto all'apprendimento di tutti gli alunni;
in sede di espressione del parere sul regolamento concernente la formazione iniziale degli insegnanti della scuola dell'infanzia, della scuola primaria e della scuola secondaria di primo e secondo grado (atto n. 205, il 18 maggio 2010 la VII Commissione della Camera ha posto la seguente condizione: «occorre valutare rinserimento dell'insegnamento di didattica e pedagogia speciale, attualmente previsto solo nell'ambito del tirocinio formativo attivo, anche nel corso di laurea magistrale e all'articolo 13 è necessario prevedere, durante la specializzazione post abilitazione per il sostegno all'integrazione agli alunni con disabilità, percorsi differenziati volti ad acquisire specifiche competenze per i diversi ambiti di disabilità» (condizione n. 9);
martedì 21 settembre 2010 a Chieri - comune del Torinese di 36 mila abitanti - durante una seduta del Consiglio comunale aperto, l'assessore comunale all'istruzione è intervenuto sul tema degli alunni disabili nelle classi ed ha affermato: «Basta disabili a scuola. Non imparano e disturbano. Meglio per tutti una comunità, dove mandarli seguiti da personale specializzato»;
nonostante la legittima indignazione dei genitori con figli disabili che desiderano per i loro figli un futuro fatto di integrazione e non di isolamento e nonostante il tentativo del sindaco di Chieri di prendere le distanze dalle parole dell'assessore, pur scusandolo in quanto forse frainteso, l'assessore ha ribadito, in una successiva intervista, la propria posizione, rincarando la dose. «Qualche genitore si è sentito offeso? E perché mai? Ho detto soltanto quel che pensano tutti: quei ragazzi a scuola disturbano(...) bisognerebbe creare luoghi adeguati ai reali bisogni di questi ragazzi. Oggi ci sono comunità specializzate. Non sempre mamma e papà sono d'accordo, ma è nostro compito convincerli (...). Lasciarli in classe con gli altri compagni è inutile! Ci sono ragazzi, qui da noi, che passano la mattina a dare calci e pugni ad un muro. Disturbano e non imparano nulla». E riguardo agli insegnati di sostegno ha aggiunto: «Non possono fare nulla. E questi ragazzi con l'istruzione non hanno nulla a che fare»;
negli ultimi giorni si è pericolosamente ripetuta qualche dichiarazione sulla presenza di «troppi alunni disabili nelle scuole», arrivando ad invocare addirittura la reintroduzione della «Rupe Tarpea», senza che il Ministro intervenisse sulle vicende richiamate -:
quali iniziative il Ministro interrogato intenda assumere per:
a) promuovere con ogni utile iniziativa, una politica dell'integrazione in favore degli alunni portatori di handicap, in modo da contrastare una cultura discriminatoria pericolosamente dilagante, che va a minare profondamente la natura inclusiva della scuola-italiana;
b) implementare e consolidare competenze organizzative, formative, valutative sia nella struttura centrale del Ministero, sia a livello delle singole istituzioni scolastiche autonome;
c) procedere alla concreta applicazione dell'intesa in Conferenza unificata del 20 marzo 2008, citata in premessa;
d) dare continuità al progetto di formazione I Care o presentare al Parlamento altri analoghi progetti di formazione in servizio.
(2-00843)
«De Torre, Ghizzoni, Coscia, De Pasquale, Melandri, Nicolais, Pes, Siragusa, De Biasi, Bachelet, Levi, Rossa, Antonino Russo, Mazzarella, Lenzi, Tocci, Verini, Bossa, Agostini, Schirru, Realacci, Froner, Zampa, Corsini, Miotto, Argentin, Albonetti, Concia, Pierdomenico Martino, Narducci, Melis, Bellanova, Baretta, Cavallaro, Ferranti, Ferrari, Sereni, Veltroni, Zaccaria».