Atto Camera
Interpellanza urgente 2-00818
presentata da
MARIO TASSONE
martedì 14 settembre 2010, seduta n.367
I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'interno, il Ministro della giustizia, per sapere - premesso che:
l'azione criminale nei confronti del procuratore generale di Reggio Calabria, Salvatore di Landro, costituisce soltanto l'ennesimo episodio di una lunga serie di seri atti intimidatori che hanno alimentato un forte clima di tensione non solo a Reggio Calabria, ma nell'intera regione;
secondo quanto ampiamente diffuso dagli organi di stampa, il 3 gennaio 2010 due motociclisti avevano fatto esplodere un ordigno alla procura generale;
giorni dopo, un'auto carica di armi era stata ritrovata nel tragitto percorso dal Capo dello Stato giunto in città per testimoniare la sua solidarietà a Di Landro e ai suoi colleghi, Giuseppe Pignatone e Antonio De Bernardo, destinatari anch'essi di minacce, insieme al sostituto procuratore Lombardo e al procuratore della Repubblica dì Palmi, Creazzo;
la sfida alle istituzioni, attraverso minacce alle toghe, è proseguita a giugno con il sabotaggio dell'auto del procuratore generale nel parcheggio degli uffici giudiziari;
questi fatti dimostrano la fragilità di un sistema che non riesce a tutelare in modo efficace, magistrati che, attraverso un impegno quotidiano ed un coraggioso lavoro, operano in queste difficili realtà, combattendo per l'affermazione dei princìpi di legalità e di giustizia;
infatti, nonostante la gravità della situazione, nel tribunale penale, sempre in prima linea contro le cosche, manca un terzo dell'organico (16 in meno tra giudici e pubblici ministeri) e del personale di cancelleria;
ancora peggio nelle sezioni di appello: sulle spalle di 5 magistrati pesano 33 processi per mafia e narcotraffico con 320 imputati, dei quali 111 detenuti, più 3.000 processi ordinari;
parimenti gravi, perché indicatori di un clima ormai intollerabile, risultano le minacce rivolte al presidente e al vice presidente della giunta regionale, al presidente del consiglio regionale, al sindaco di Catanzaro, a giornalisti, a sacerdoti come il parroco di Cittanova, nonché a diversi amministratori locali che, pur svolgendo un ruolo fondamentale in uno Stato di diritto, vengono così umiliati nell'espletamento della loro funzione di rappresentanza degli interessi della collettività;
eclatanti le efferate esecuzioni di Soverato, Gagliato e Palermiti che testimoniano una radicata presenza della criminalità organizzata in Calabria -:
quali urgenti e soprattutto efficaci misure (rispetto a quelle annunciate più volte sia a Reggio Calabria, sia in sede parlamentare) intendano adottare, al fine di assicurare operatività e tutela agli uffici giudiziari, nonché sottrarre l'intero territorio regionale da un attivismo criminale sempre più preoccupante e minaccioso, dal momento che le indagini non hanno prodotto risultati apprezzabili.
(2-00818) «Tassone, Occhiuto, Casini»