ATTO CAMERA

INTERPELLANZA URGENTE 2/00796

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 357 del 22/07/2010
Firmatari
Primo firmatario: DI PIETRO ANTONIO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 22/07/2010
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MESSINA IGNAZIO ITALIA DEI VALORI 22/07/2010
DONADI MASSIMO ITALIA DEI VALORI 22/07/2010
BORGHESI ANTONIO ITALIA DEI VALORI 22/07/2010
CAMBURSANO RENATO ITALIA DEI VALORI 22/07/2010


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 22/07/2010
Stato iter:
16/09/2010
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 16/09/2010
Resoconto CAMBURSANO RENATO ITALIA DEI VALORI
 
RISPOSTA GOVERNO 16/09/2010
Resoconto PIZZA GIUSEPPE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ISTRUZIONE, UNIVERSITA' E RICERCA)
 
REPLICA 16/09/2010
Resoconto CAMBURSANO RENATO ITALIA DEI VALORI
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 16/09/2010

SVOLTO IL 16/09/2010

CONCLUSO IL 16/09/2010

Atto Camera

Interpellanza urgente 2-00796
presentata da
ANTONIO DI PIETRO
giovedì 22 luglio 2010, seduta n.357

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere - premesso che:

nell'aprile 2008, subito dopo le elezioni, il neosindaco di Roma Gianni Alemanno e la nuova Giunta portarono all'attenzione pubblica il problema del debito del comune, puntando il dito contro l'incauta gestione finanziaria delle precedenti amministrazioni Rutelli e Veltroni e paventando l'ipotesi di dissesto finanziario;

la procedura di dissesto ordinaria, prevista dal titolo VIII del Testo unico sull'ordinamento degli enti locali (decreto legislativo 18 agosto, n. 267) viene deliberatamente evitata per garantire alla città una regolare programmazione economica e finanziaria e per scongiurare, tra l'altro, pesanti conseguenze sul recupero dei crediti delle migliaia di piccole e medie imprese fornitori del comune, con conseguenze sulla loro stabilità e possibili ripercussioni anche sul tessuto socioeconomico della città;

la soluzione per il risanamento del debito pubblico, fortemente voluta dal sindaco Alemanno d'intesa con il Governo, viene attuata per decreto derogando, secondo gli interpellanti, alla ratio delle norme ordinarie sul dissesto finanziario e istituisce un'inedita doppia gestione, commissariale e ordinaria, che si suddivide le competenze a far data dal 28 aprile 2008;

si procede così alla nomina dello stesso sindaco Alemanno a commissario governativo per la ricognizione della situazione economico-finanziaria del Comune e delle società partecipate e la predisposizione di un piano di rientro dal debito pregresso, relativo alla gestione precedente il 28 aprile 2008, così come previsto all'articolo 78 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133;

il piano di rientro, peraltro mai pubblicato in Gazzetta Ufficiale, né notificato ai creditori, viene approvato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri il 5 dicembre 2008;

il suddetto piano di rientro ottiene prima 500 milioni all'anno strutturali, poi trasformati, a causa della crisi economica e del terremoto in Abruzzo, in trasferimenti decisi, anno per anno, attraverso le leggi finanziarie, che assommano complessivamente a 500 milioni di euro per il 2008, 500 milioni di euro per il 2009 e 600 milioni di euro per il 2010, attraverso la cessione di immobili di proprietà del Ministero della difesa;

tra la fine del 2009 e i primi mesi del 2010 il piano di gestione commissariale non sembra funzionare e la stampa riporta un'allarmante situazione di crescita del debito pubblico complessivo: il debito finanziario pregresso in gestione commissariale si somma infatti al debito della gestione ordinaria con prestiti flessibili, alla mole dei contenziosi con i fornitori e non solo, alle partite in sospeso degli strumenti derivati fuori bilancio;

sembra definitivamente compromesso lo stesso impianto della doppia gestione commissariale e ordinaria, affidata al sindaco Gianni Alemanno, in quanto la gestione commissariale ha eroso in sostanza le capacità di spesa e di investimento della gestione ordinaria. Il Campidoglio infatti, poiché i trasferimenti dello Stato tardano ad arrivare, paga ratei dei mutui (le rate di ammortamento dei mutui sono pari a 565 milioni l'anno) e dei debiti con i fornitori non differibili, riferiti al periodo antecedente al 28 aprile 2008. La gestione ordinaria ha finora anticipato circa 690 milioni di euro alla gestione del piano di rientro e, complessivamente, dovrebbe recuperare da quella commissariale circa 2,2 miliardi per coprire gli ammanchi certificati nel piano di rientro;

la situazione diviene insostenibile e il sindaco cerca una soluzione in accordo con il Governo, facendo innanzitutto slittare i termini per l'approvazione del bilancio di previsione 2010 e del rendiconto 2009 e dando forma ad un nuovo commissariamento nel disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 2 del 2010 «Interventi urgenti concernenti enti locali e regioni», che all'articolo 4, comma 8-bis, prevede: «Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, da emanare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, è nominato un Commissario straordinario del Governo per la gestione del piano di rientro di cui all'articolo 78 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, e successive modificazioni, gestito con separato bilancio e approvato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 5 dicembre 2008. A partire dalla data di nomina del nuovo Commissario, il sindaco del comune di Roma cessa dalle funzioni di Commissario straordinario del Governo per la gestione dello stesso piano di rientro. Il Commissario straordinario del Governo procede alla definitiva ricognizione della massa attiva e della massa passiva rientranti nel predetto piano di rientro. Per il comune di Roma, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, sono fissati i nuovi termini per la deliberazione del bilancio di previsione per l'anno 2010, per l'approvazione del rendiconto relativo all'esercizio 2009, per l'adozione della delibera di cui all'articolo 193, comma 2, del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, e per l'assestamento del bilancio relativi all'esercizio 2010. Ai fini di una corretta imputazione al piano di rientro, con riguardo ai commi 2, 3 e 4 dell'articolo 248 e al comma 12 dell'articolo 255 del citato testo unico di cui al decreto legislativo n. 267 del 2000, il primo periodo del comma 3 dell'articolo 78 del decreto-legge n. 112 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133 del 2008, si interpreta nel senso che la gestione commissariale del comune assume, con bilancio separato rispetto a quello della gestione ordinaria, tutte le obbligazioni derivanti da fatti o atti posti in essere fino alla data del 28 aprile 2008, anche qualora le stesse siano accertate e i relativi crediti siano liquidati con sentenze pubblicate successivamente alla medesima data»;

con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 5 maggio 2010 viene nominato commissario straordinario il magistrato della Corte di conti Domenico Oriani, già sub-commissario della precedente gestione, a cui spettava il compito di portare a termine entro il 15 giugno 2010, la ricognizione della massa attiva e passiva del debito ereditato dalle precedenti gestioni e di certificare definitivamente le risorse necessarie a garantire il piano di rientro;

la carenza di liquidità continua ad essere il problema principale e il sindaco, dopo aver dichiarato che in mancanza di trasferimenti stabili e strutturali dello Stato, il comune non riuscirà a garantire l'attuazione del piano di rientro, in sede di manovra finanziaria 2011-2012 ottiene solo 300 dei 500 milioni annui previsti allo scopo, secondo quanto previsto dal decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, che costituisce un «fondo con una dotazione annua di 300 milioni di euro, a decorrere dall'anno 2011 per il concorso al sostegno degli oneri derivanti dall'attuazione del piano di rientro». Si prevede inoltre che la restante quota necessaria per il piano di rientro sia a carico della fiscalità locale: «La restante quota delle somme occorrenti a fare fronte agli oneri derivanti dall'attuazione del predetto piano di rientro è reperita mediante l'istituzione, su richiesta del Commissario preposto alla gestione commissariale e del Sindaco di Roma, fino al conseguimento di 200 milioni di euro annui complessivi:

a) di un'addizionale comunale sui diritti di imbarco dei passeggeri sugli aeromobili in arrivo o in partenza dagli aeroporti della città di Roma fino ad un massimo di 1 euro per passeggero;

b) di un incremento dell'addizionale comunale all'imposta sul reddito delle persone fisiche fino al limite massimo dello 0,4 per cento»;

anche per quanto concerne l'equilibrio economico-finanziario della gestione ordinaria nel succitato provvedimento finanziario si prevede il possibile ricorso all'istituzione di nuovi strumenti di fiscalità locale: «in considerazione della specificità di Roma quale Capitale della Repubblica, e fino alla compiuta attuazione di quanto previsto ai sensi dell'articolo 24 della legge 5 maggio 2009, n. 42, per garantire l'equilibrio economico-finanziario della gestione ordinaria, il Comune di Roma può adottare le seguenti apposite misure:

[...]

e) introduzione di un contributo di soggiorno a carico di coloro che alloggiano nelle strutture ricettive della città, da applicare secondo criteri di gradualità in proporzione alla loro classificazione fino all'importo massimo di 10 euro per notte di soggiorno;

f) contributo straordinario sulle valorizzazioni immobiliari, mediante l'applicazione del contributo di costruzione sul valore aggiuntivo derivante da sopravvenute previsioni urbanistiche; a tali fini, il predetto valore aggiuntivo viene computato fino al limite massimo dell'80 per cento»;

il piano di rientro è stato gestito in maniera irrituale, con ampio ricorso alla decretazione di urgenza, rimodulando in maniera singolare le forme del commissariamento per ben due volte, nonché nominando commissario straordinario lo stesso Sindaco Alemanno, proprio mentre portava avanti una campagna politica contro le precedenti amministrazioni di centrosinistra, con largo scontro di cifre tra maggioranza e opposizione sull'entità del debito e permettendogli di trasformare uno strumento di natura tecnico-contabile in un'operazione politica;

il piano di rientro si è rivelato, secondo gli interpellanti, inadeguato sotto il profilo degli strumenti, essendo essenzialmente basato sull'attesa di fondi statali;

il piano straordinario, sempre ad avviso degli interpellanti, si è rivelato inefficace ed inefficiente rispetto agli obiettivi raggiunti, essendo ancora migliaia i fornitori del comune che attendono di essere pagati, né, ad oltre un anno e mezzo dall'approvazione del piano, è ancora nota la massa attiva e la massa passiva rientranti nel piano;

tale inefficienza si rivela anche rispetto agli obiettivi di primo livello per i quali il piano era stato fortemente promosso rispetto ad una procedura di dissesto ordinaria, ossia garantire alla città una regolare programmazione economica e finanziaria, mentre il risultato è stato l'erosione della capacità di spesa e di investimento della gestione ordinaria e la crescita del debito ordinario con un necessario slittamento dei termini per l'approvazione del bilancio di previsione 2010;

il piano di rientro è stato gestito, secondo gli interpellanti, dall'amministrazione comunale in maniera non trasparente, non è mai stato pubblicato il bilancio straordinario del comune, né c'è stata ancora una comunicazione ufficiale ai fornitori in merito ai crediti commissariati, con grave danno per tante piccole e medie aziende, che non solo non riescono ancora a riscuotere i loro crediti ma non possono neppure approntare un loro piano di rientro aziendale;

il piano di rientro, così come si profila con la recente approvazione del decreto di manovra finanziaria, graverà per un 40 per cento sulla fiscalità locale -:

in considerazione di quanto esposto in premessa e del grande peso che il piano di rientro ha sui cittadini, in termini di fiscalità e di adeguatezza dei servizi erogati dal comune di Roma e, soprattutto, sulla sopravvivenza di tante piccole e medie aziende fornitrici del comune, come siano state spese le annualità già trasferite dallo Stato, quali siano stati i risultati finora ottenuti dai commissari straordinari per la ricognizione della situazione economico-finanziaria del comune di Roma e delle sue società partecipate, in sede di attuazione del piano di rientro dall'indebitamento pregresso, approvato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri il 5 dicembre 2008, e quale tempistica sia possibile prevedere per lo sblocco dei pagamenti per i fornitori del comune.

(2-00796)
«Di Pietro, Messina, Donadi, Borghesi, Cambursano».
Classificazione EUROVOC:
GEO-POLITICO:

ROMA, ROMA - Prov, LAZIO

EUROVOC :

amministrazione locale

bilancio

bilancio di societa'

comune

conseguenza economica

debito

ente locale

fiscalita'

fornitore

imposta locale

infrastruttura turistica